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Il conte Giuseppe Saluzzo di Minusiglio (1734-1810) torinese, esaminò con pazienti esperienze le dottrine dell'Hales sulla teoria dei gas, di cui dimostrò gli errori; scoprì l'esistenza del fluido elastico nella polvere da guerra, e l'arte di filare la Seta col vapore dell'acqua bollente. Il sommo Lavoisier per queste scoperte collocò il Saluzzo fra i primi promotori ed accrescitori della chimica moderna nelle teorie dei fluidi aeriformi, dell'unione dell'aria coi corpi, ed in quella della loro combustione e decombustione. Scrisse inoltre dotte memorie sulla decomposizione del sale ammoniaco e sull' azzurro detto di Prussia.
Benemerito della chimica applicata alle arti fu il contc Vincenzo Dandolo (1758-1819) di Venezia, che tradusse ed arricchì di schiarimenti le opere di Lavoisier, del Morveau e del Fourcroy, e scrisse i Fondamenti della fisica chimica applicata alla formazione dei corpi ed ai fenomeni della natura, di cui in pochi anni si videro numerose edizioni. Illustrò di copiosissime note il Corso di fisica del Poli napoletano, e diede la traduzione della Statica-chimica ^ del Berthullet con molte annotazioni. La sua Enologia e l'Arte di governare i bachi da seta sono ancora libri classici per le nostre campagne. Estese in Italia 1' allevamento delle pecore dette merinos di Spagna. _ .
Il primo corso originale di chimica che vedesse l'Italia fu il Trattato di chimica di Luigi Brugnatelli (1761-1818) pavese. Se l'Italia avesse avuto qualche grande istituzione, che come l'accademia di Parigi o la Società reale di Londra avesse dato sussidii e conforti all'ingegno del Brugnatelli, la grande scoperta della metallizzazione degli alcali e delle terre che ha fatto ricco e glorioso il Davy, onorerebbe il professore di Pavia, e le fiamme del potassio e del se dio avrebbero la prima volta illuminato un laboratorio italiano. Vero è che il Davy rende giustizia al nostro chimico, che col suo ossielettrico gli avea porto il primo lampo della meravigliosa invenzione. Il Brugnatelli fino dall'anno in cui prese la laurea di medicina, palesò la sua forza d'indagine con una dissertazione sopra ì sughi gastrici e poco dopo coll'analisi delle acque di Trescorre. Fu il vero creatore della elettro-doratura; insegnò prima d'ogni altro a preparare l'acido sovc-rico e l'argento fulminante: trovò l'acido urico nelle falene del filugello: apprestò nuove materie coloranti e propose nuovi reagenti a scoprire i veleni. Compilò pure una Farmacopea generale, e fece una copiosa raccolta di concrezioni pietrose tratte dalla vescica orinaria, sopra le quali dettò la sua Litologia umana. La sua Teoria termossigena, se non in tutto accettabile, palesa la fecondità del suo ingegno creatore.
A Giuseppe Gazzeri (1771-1847) fiorentino, deve la Toscana le grandiose fabbriche della potassa e dell'indaco estratto dal guado, ch'egli prima aperse _ nelle Maremme. Fu professore di chimica applicata nella farmacia dell' Arcispedale di S. Maria Novella, e regio commissario^ delle miniere e magone in Toscana. Le sue Lezioni di chimica per chiarezza ed eleganza ricordano i vecchi scrittori toscani. _ # _
È viva ancora nella Lombardia la riconoscenza pubblica a Giannantonio Do ^ Kramer (1806-1853) milanese, che fatti i primi stndii nelle scienze naturali in' Ginevra sotto il Pictet e il De-Candolle, ed in Parigi sotto il Thónard, si_ pose a coltivare principalmente la parte tecnica della chimica, al quale scopo visitò i più celebri stabilimenti industriali di tutta l'Europa. Tornato a Milano, fece utili innovazioni negli opifici! di telerie stampate e nelle raffinerie dello _ zucchero , e scrisse dotte memorie sulla disinfezione delle materie fecali e sulla illuminazione a gas. La sua analisi delle acque minerali di S. Simone presso Aix iji Savoja è modello in questo genere di ricerche. Tenne per dicci anni lezioni serali di chi-mica-tecnica nell'Istituto Mylius in Milano, e in modo impareggiabile rese popolari le più difficili dottrine della scienza. Sino dal 1828 avea pubblicato colla cooperazione, del Laugier le Tavole sinottiche, o Compendio dei caratteri chimici delle basi salificabili. Ebbe amici Mitscherlich, Gerhardt ed Humboldt,