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^Ije di fìsica per qualche anno a Bologna e Ravenna; poi nella Università e '' Le°P0la011' Per calde raccomandazioni
Grande controversia si agitava in que'giorni circa l'origine della elettricità voltaica, Seeondo lo scopritore naseeva dal semplice conta to di quelle^sostTnze eterogenee, da lui dette elettromotori, come sono prineipalmente i metalli il fM bron opinava^ m contrario che il contatto altro non facesse che renderò possibili le azioni scambievoli delle sostanze accompagnate, e che lo sprigionarsi del fluido dipendesse dal successo di chimiche combinazioni/ I fisici di Europa Sano divisi m due campi; Matteucei inclinava alla opinione del Fabbroni- ma quante dicesse l'elettricità dinamica rampollare dall'azione chimica, non negava
tud Zm rre ,rsc,olarfpropria ne^K animaii-11 Matteueci - p?™
studiai e 1 rapporto che v'ha fra il lavoro interno della pila e quello chc la cor-tote el^ al di fuori, e potè stabilire la legge che tanto d lavoro
si compie in ciascuna coppia della pila, quanto nel voltametro; per eui dallTef-tetto esteriore si può misurare lo spendio dei metalli componenti la pila. Eletti, esPenen^ }om condussero a determinare la distribuzione delle correnti indotte iu un coipo eh e m moto relativamente ad una calamita. Fece molti studii sul diamagnetismo, e sensse belle Memorie sulle correnti che percorrono la super-
lopertfdlIFV™ «tudii giovanili sulla torpedine, fece la bella fO^ 7 Contraziane indotta, per cui si vede il museolo di un animale vivo
, ' e1SiaB°ntratt0 6CCÌtare a distanza una simile contrazione nel
museolo d altro animale. Per queste sue delicate edotte investigazioni ebbe premii dall Istituto di Franeia e dalla Società reale di Londra. Le sue Lezioni dTfi-
llfrJl oÌMn- su\/e™mem fisico-chimici dei corpi viventi, il Manuale di telegrafa elettrica, il Corso speciale sull'induzione, sono opere classiche. Il Matteucei colla fama che si era guadagnata in Europa, giovò moltissimo all' opera ' del Cavour, del quale era amico. Nel 1862 fu ministro dell'istruzione pubblica. Al nomo di Matteucei va unito quello di Luigi Magrini (1801-1868) udinese governo austriaco nel 1837 gli avesse porti i mezzi da lui richiesti per un e perimento fra Venezia e Padova, la telegrafia elettrica porrebbe il nome del Magrini mini a quello di Wheatstone. Nel luglio di quell'anno avea fatte le
r'senTtoTll'Ar ^ 11™° SpaZ̰ dÌ °ltre mille mctri> e nel dicembre a™a presentato ali Ateneo veneto l'intero apparecchio: il Wheatstone fece il suo primo
temdd 184? n ra 6 Bi™?ham 11 8 gennàjo 1838. Una suaP me-
u ¦ i SUÌ- ProPneta dei eonduttori di trasmettere contemporaneamente correnti voltaiche disuguali e contrarie senza alterazione sensibile, proprietà che
Lo V\ VG fludlcava ^possibile a dimostrarsi, fu dal Magrini dimostrata quando ree 3 vedere come un filo o era percorso realmente da correnti contrarie bpresenta,a effetti equivalenti ad una trasmissione in direzioni opposte. Queste ucci .he fatte dal Magrini m parte solo e in parte col Matteucci, attrassero l'attenzione degli stranieri: una commissione francese presieduta dall'Arago per lo
fiillAn m*Z}\or di telegrafia elettrica confermò l'esperienza de' fisici ita-
liani. Allo studio dell elettricità il Magrini congiunse quello della meteorologa, uescrisse m una bella monografia parecchie trombe terrestri, e fece curiosi esperimenti sulla scanea delle nubi temporalesche. Professore prima nei licei di Venezia e di Milano, e finalmente al musco di Firenze potè, pe' più copiosi mezzi che vi ebbe, allargare i suoi esperimenti; esaminò le lamine metalliche poste nel campo magnetico di una potente calamita; feee pazienti ricerche sui metalli lasciati cadere in quel campo: trovò non vera in tutto la teoria dell'Ampère. L'ultimo de' suoi. lavori nel 18b7 fu uno stromento ingegnosissimo, col quale si associa l'elettricità ai suoni musicali.
Francesco Zantedesehi (1797-1873) prete veronese, ebbe qualche grande inunzione scientifica; ma non quanto si deve versato nelle matematiche, non seppe Zanella.
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