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Maggior faina dovrebbe godere in Italia Giovanni Fabbroni (1752-1822) fiorentino! già onorato di un elogio del sommo Olivier. Educato ne musei di Parigi e di Londra, fu direttore del gabinetto di fisica e stona naturale m iirenze. Mente vasta ed acuta abbracciò tutte le scienze, dettando m ciascuna di esse preziose memorie. Nel 1796 fu a Parigi per eooperare eoi fiore de dotti al grande lavoro dei pesi e delle misure; tornato, munì di parafulmini le polveriere e le torri del littorale toscano. Fu rielnamato a Parigi per presiedere a le operazioni lei sistema metrico. Negli ultimi anni di sua vita era ritornato a suoi primi studii di fisica. Indovinò il segreto delle famose polveri di James e la via di formare il borace. Fece curiose esperienze sulla calamita e sul'effetto^ del _ magnetismo animale; ma la morte gli tolse di ordinare in sistema le sue indagini, i u caro ai più illustri uomini del suo secolo, carissimo al Jefferson, presidente degli Stati uniti d'America e al principe Czartoryscki di Polonia Fu capo della scuola elei-tro-chimica ehe si opponeva alla teoria del Volta sulla pila. Fu caldo propugnatore delle dottrine del Fabbroni il professore di fisica nella università di Padova, abate Salvatore Dal Negro ehe si lasciò addietro tutti i fisici, che lo precedettero, nelle ricerche sull'elettro-magnetismo. , ^ . n „.R 1
Seguace in Napoli delle dottrine di Franklin e Volta fu Saverio Poli (1 <46-1825) di Molletta. Fatti i suoi primi studii di fisica, di botanica e di anatomia nella Università di Padova, c nominato professore di geografia militare nell accademia de'cadetti in Napoli/in un lungo viaggio che fece per l'Europa, raccolse per incarico del governo le macchine e strumenti di fisica i migliori che allora , fossero. Fatto professore di fisica, dettò le sue Osservazioni sul tuono e sulla folgore, e gli Elementi della fisica sperimentale, in cui per rendere facile e piacevole la scienza a'giovani ebbe il torto di trascurare il calcolo e la geometria.
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conchiglie, litofiti, zoofiti, fossili e minerali di tutto il regno di Napoli, collocano il nome del Poli fra i più eminenti cultori delle scienze naturali a nostri giorni.
Si può dire che la gloria letteraria e scientifica della Sicilia in questo secolo si compendiasse in Domenico Scinà (1765-1837) di Palermo Professore di fisica dal 1796, scrisse L'Introduzione alla fisica sperimentale, che fu tradotta m molte lingue d'Europa, e gli Elementi di fisica, ove il rigore scientifico non e ^sgiunto
dalla chiarezza. Le vite de'suoi illustri compatrioti Empedocle, Archimede e Mai,
rolico gli porsero occasione a mostrare le sue immense cognizioni m ogni ramo delle scienze naturali; scrisse colla stessa profondità di dottrina sulle ossa fossili degli elefanti ed ippopotami scoperte presso Palermo, e sulla ni )va «eletta emersa dalle acque di Sciacca nel 1836. Eletto nel 1815 a regio ist Jografo, scrisse il Prospetto della storia letteraria delle Sicilie nel secolo decimottavo; opcia (
vasta erudizione e di finissima critica. 1 ri; Violi 1
Angelo Bellani (1776-1852) di Monza, arricchì la fisica e a chimica di belle
osservazioni e di ottimi strumenti. La sua Memoria Sulla eMhzione dell acqua e degli altri liquidi è già accolta nel patrimonio della scienza; come nuove tu-reno le sue Ricerche fisico-chimiche sul fosforo e della fosforescenza delle lucciole. Osservò primo lo spostamento dei gradi nella scala del termometro, ed avvertì come si prevenisse quell'inconveniente; e cerco di detenni, are 1 aumen 0 del volume dell'acqua avanti e dopo la congelazione. Scrisse della grandine della rugiada e della brina, degli aereoliti, delle pioggie e nevi rosse e di molti alni argomenti utilissimi all'agricoltura e all'industria. Miglioro il termometro! il baio-metro e l'igrometro; ed inventò il Collettore del calorico con eui si li.. 1 espressione numerica del caldo in un tempo qualunque; e 1 Areometro universale a cilindro, per eui si eonosce il peso specifico di qualsivoglia liquido dallcteio all'acido solforico concentratissimo.