capo iv.
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moderne scoperte. La fondazione della Società reale di Londra (1662) e della accademia delle scienze in Parigi (1666); la scoperta di Roemer sulla velocità della propagazione della luce; di Mariotte sulla compressibilità dei fluidi c le dottrine di Newton sulle forze generali dell'universo c sui fenomeni speciali della luce, condussero la scienza in regioni del tutto ignote agli antichi. Nel secolo, di cui parliamo, gl'Italiani in alcune parti della scienza secondarono il movimento delle altre nazioni; in altre furono primi come avvenne nella elettricità.
Lo seolopio Giambattista Beccaria (1716-1781) di Mondovì, professore di fisica in Torino, ne'suoi due libri Dell'elettricismo naturale ed artificiale pubblicati nel 1753, c nelle memorie inserite negli atti della Società di Londra, a cui era ascritto, parlò della natura del fulmine, delle atmosfere elettriche con vedute nuovissime; nel 1772 diede un compiuto trattato di elettricità, che il Franklin, sincero estimatore del Beccaria, fece tradurre in inglese. Le sue dottrine sulla elettricità atmosferica furono confermate dagli esperimenti del Saussure.
All'esperienze del Beccaria assisteva col giovinetto Lagrange il medico Gian Francesco Cigna (1731-1796) di Mondovì, che replicando e variando ' gli esperimenti elettrici dell'inglese Symmer, il quale poneva la nuova teoria di due fluidi elettrici, che operano in opposizione l'uno dell'altro, trovò di spiegare il fatto secondo la teoria frankliniana. Progredendo nell'esperienze, scoperse la legge della accumulazione della elettricità, per cui forse avrebbe dato il suo nome all'elettroforo, se la mal ferma salute gli avesse concesso di continuare ne'suoi studii. Il Cigna carteggiò intorno alla elettricità col Nollet, e dallo storico di questa seienza, il Priestley, fu annoverato fra i più abili sperimentatori.
Giuseppe Gardini (1740-1816) astigiano, in una dissertazione L'applicazione della nuova scoperta del fluido elettrico agli usi della ragionevole medicina, precorse molti trattati moderni; in un'altra dissertazione Sugli effetti della elettricità nell'uomo, le dottrine che espone sulla divisione dei nervi, c sulla vita organica ed animale furono in gran parte adottate dal sommo Bichat. Nelle sue Memorie, specialmente in quella Sulla natura del fuoco elettrico, il Gardini esamina i fenomeni della elettricità nell'aria, nell'acqua, nei vegetali e negli animali, per cui l'illustre Galvani, scrivendo nel 1782 al Gardini, lo salutava per uno dei principali scopritori ed illustratori della elettricità animale.
Lo studio della elettricità può dirsi che fosse allora di moda in Italia. Fino dal 1747 Scipione Maffei neh suo Trattato sulla formazione dei fulmini, lodato dal Priestley, aveva studiato la natura di questo fluido misterioso: il canonico Giulio Gesarc Gattoni di Como nel 1768 aveva innalzato sopra un bastione della città una spranga elettrica, che per mezzo di adatti conduttori* comunicava con una stanza della sua casa, in cui il Volta giovanetto di diciotto anni fece le sue prime scoperte; ed il padre Giambattista da S. Martino di Lupari, trevigiano, scriveva una curiosa Memoria Sul peso dei liquori elettrizzati. La natura avea sollevato un lembo del suo velo al medico Cotugno di Napoli, quando nel 1786, sparando un topo vivo ed urtando con la punta di un coltello uno de'nervi, n'ebbe una scossa al braccio ed al petto; ma dopo breve stupore il Cotugno non vi pose più mente. Poche volte si vide più chiaro quanto importi nella scienza il porgere grande attenzione a' minimi fatti, che non si possono spiegare colle leggi ordinarie. Ciò fecero il Galvani ed il Volta, per cui la storia della scoperta non può esserci contesa dagli stranieri, essendo questa volta ambedue gli scopritori Italiani.
Luigi Galvam (1737-1798), bolognese, professore di anatomia nell'Istituto di quella città ed abilissimo sperimentatore, come appare da' suoi studii di anatomia comparata sugli uccelli, specialmente sul loro organo dell'udito, avendo un giorno dell'anno 1789, sopra il suo tavolo di studio alcune rane scuojate presso il conduttore di una macchina elettrica, ed avendo uno degli alunni con la punta di un coltello toecati i nervi crurali di una di quelle rane, vide tutti i muscoli dell'animale agitarsi per subita convulsione. Il Galvani sospettò una nuova specie di