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iniziò l'or din amento del Servizio meteorologico; ed il suo Meteorografo ebbe il o-ran Premio di onore alla mostra universale di Parigi nel 1867. Da questi studii meteorologici fu portato necessariamente allo studio dei valori magnetici assoluti e relativi, della elettricità atmosferica, delle correnti terrestri, della radiazione e temperatura solare; e cercò di legare i fenomeni meteorici e magnetici del nostro pianeta con quelli che si avvicendano nel centro del nostro sistema, il sole. Frutto di queste sue indagini è l'opera lilla unità delle forze fisiche. Quanto egli aveva veduto e trovato nel sole descrisse ne' due livori Quadro fisico del sistemi solare, e nel Sole dettato in francese. Quando moriva erano in corso di stampa Le Stelle,
e le Lezioni di fisica terrestre.
Sono glorie viventi dell'astronomia in Italia, Annibale De Gasparis direttore dell'osservatorio di Napoli, attento osservatore, che ha scoperto dal 1849 al 1865 nove pianeti, e Vincenzo Schiapparelli direttore della specola di Brera in Milano, che ha dato una lodata teoria delle stelle cadenti, ed ha scoperto il pianeta Esperta. Fece pazienti osservazioni fisiche sul pianeta Marte, delle quali presentò la relazione con tavole all'accademia dei Lincei in Roma.
Ora una parola dei viaggiatori e geografi italiani che in questo secolo studiarono la superficie del pianeta che noi abitiamo.
Giuseppe Acerbi (1773-1846) di Castelgoffredo, nel mantovano, viaggiò nel 1802 al capo Nord per la Svezia, la Finlandia e la Lapponia. Alcuno lo accusò di essersi appropriato un altrui manoscritto di questo viaggio; ma seppe ribattere la calunnia. Percorse più tardi molti paesi dell'Asia, e visse dieci anni nell'Africa col grado di console austriaco in Egitto. Fondatore e direttore per molti anni della Biblioteca italiana vi scrisse molte Memorie, di cui le più importanti riguardano la geografia dell'Africa centrale.
Antonio Montucci (1762-1829) di Siena, accompagnò lord Macartney nella famosa legazione alla Cina; scrisse un dizionario di quella lingua che insegnò a Londra, a Berlino e finalmente a Roma, ove morendo lasciò a papa Leone XII i suoi libri e manoscritti coi- tipi da stampa cinesi.
Piene di piacevolezza e di brio sono le Avventure ed osservazioni sulle coste di Barberia di Filippo Pananti (1766-1837) che l'Italia conosce più pel suo Poeta da teatro e gli epigrammi. Dopo di avere percorsa la Francia, la Spagna e la Olanda avea presa stanza a Londra, ove fu poeta del teatro musicale. Dopo molti anni di lontananza tornando in patria, la nave fu presa da' pirati di Algeril il console britannico ottenne che fosse liberato. Corse le coste dell'Africa; descrisse gli avanzi di città un tempo famose, e gli usi e i costumi delle nuove popolazioni.
Più peregrine notizie sull'Africa centrale si preparava a dare Giambattista Belzoni (1778^1-823) padovano, se la morte non lo avesse sorpreso per via. Dopo di avere passati cinque anni in Egitto, dove scoperse l'ingresso di una delle piramidi di Gizi ed alcune tombe dei re di Tebe; e dopo di avere mandato ai museo britannico il busto di Meninone ed un sarcofago di alabastro con altri monumenti della egiziana grandezza, Belzoni si dispose al suo viaggio scientifico. Nel 1823 tentata invano la via di Fez e dell'Atlante, tornò a Gibilterra, e di là nell'ottobre approdò alla Costa d'Oro, dove ebbe sussidii dal governatore inglese. Giunto a Gato, questo uomo di una forza erculea e d'un coraggio invincibile, cadde vittima di'quel clima micidiale. Quattro anni dopo nel bennaar aveva la stessa fine il Brocchi, di cui terrò parola in altro luogo. _
Il conte Carlo Vidua (1785-1832) di Casalmonferrato, dagli studii^ eruditi, de' quali resta un bel saggio nel suo discorsitulio stato delle cognizioni in Italia, si volse a secondare la sua inclinazione pe'viaggi. Visitò tutta l'Europa, l'Egitto e la Palestina ; passò nelle due Americhe, e di là nella Cina e nelle Indie. Presso ad Amboina, una delle Molucche, accostatosi imprudentemente ad una zolfatara, n'ebbe a morire. Lasciò pregevoli Memorie sopra i suoi viaggi nell'Attica, a Scie,