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Storia della Letteratura Italiana
Dalla metà del 700 ai giorni nostri
Giacomo Zanella
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 192

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a cura di Federico Adamoli

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   capo iv. 121
   tuazlone dell'equatore d'un pianeta. Eresse a sue spese in Parigi un Osservatorio astronomico ricco eli scelti strumenti, ed uno ancora più insigne in Verona, ove volle venire a finire i suoi giorni. Le osservazioni da lui fatte in Parigi gli fornirono materia per gli articoli da lui inseriti nell'Enciclopedia di Diderot. In Verona tatto presidente, dopo la morte del Lorgna, della Società dei quaranta, fece studii profondi sulla obliquità della ecelittica, e sul metodo migliore per computare le longitudini geografiche. Le sue Notizie astronomiche adattate all'uso comune ora sono meno lette dei Mondi di Guilleinin e delle Meraviglie celesti di Flaininarion, pereliè bl Italiani oggi difficilmente reggono ad una seria lettura. Il Cagnoii fu de primi che coltivassero sistematicamente la meteorologia, nella quale fu sommo pe suoi tempi l'abate Giuseppe Toaldo (17J 9-1798) vicentino, professore di astronomia nell Osservatorio di Padova, il quale diffuse col suo esempio in Europa 1 uso delle tavole barometriche e termometriche; e con 57 anni di giornaliere osservazioni mostrò come la meteorologia potesse utilmente appliearsi alla medicina, alla navigazione ed all'agricoltura.
   Il grande Keplero aveva segnalata una lacuna, hiatus, fra Marte e Giove; quando il teatino Giuseppe Piazzi (1746-1826) valtellinese, osservando dalla specola di Palerà» nella notte del primo gennajo 1800, la costellazione del Toro, si accorse di una stella non ancora osservata; la quale vedendo i giorni seguenti che si moveva, la tenne per una cometa, e ne diede avviso agli astronomi di Francia e d Italia. 11 Piazza eontinuò ad osservarla fino all'undici del seguente febbrajo; poi caduto infermo, quando si riebbe alla fine del mese, l'astro si era perduto noi raggi del sole. L'arco che aveva percorso era troppo piccolo per dedurre se l'astro percorresse una elisse o una parabola. Un giovinetto di dieiotto anni, di Brunswik, Carlo-Federico Gauss, col metodo dei minimi quadrati, inventato allora da lui, segnò la curva che doveva tenere l'astro fuggito; ed indicò il giorno ed il sito dove sarebbe riapparso. I più chiari astronomi di Europa non fecero conto alcuno della divinazione di Gauss; solo l'Olbers, di Brema, fattasi, nel primo gcuiiajo l802, uua Carta delle stelle di quella regione, ove doveva riapparire l'astro di Piazzi, trovò il dì seguente che una di esse si era spostata; la seguì coli'occhio fino al giorno sei di quel mese, e riconobbe che aveva percorsa la via teorieamente indicata da Gauss. Fu pieno il trionfo del giovine astronomo: il pianeta fu chiamato Cerere, antica dea della Sicilia, ove dal Piazzi era stato primieramente osservato. Il Piazzi invitato nel 1787 a fondare un nuovo Osservatorio in Palermo, aveva chiesto di prima addestrarsi nella pratica degli strumenti. Fu a Parigi e a Londra ove si esercitò con La Lande, Delambre, Mas-k eli ne ed Herschell; conobbe Kamsdera, il sommo artefice, al quale commise alcuni magnifici strumenti astronomici; fra gli altri un cerchio intero verticale accompagnato da un azimutale, chc la gelosia britannica per poco non impedì che uscisse dall'Inghilterra. Tornato a Palermo, fece e rifece il catalogo delle stelle; scrisse sulla determinazione della obliquità della ecelittica, sulla°misura dell'anno tropico solare, sulla nutazione dell'asse terrestre e sulla aberrazione della luce. Il Delambre ha detto dovere l'astronomia più a Piazzi e Maskeline che a tutti quanti gli astronomi da Ippareo sino a noi.
   La specola di Brera in Milano divenne in questi anni una delle più famose di Europa per gli studii del barnabita Barnaba Oriani (1752-1832) milanese, e dell'abate Giannangelo De Cesaris (1749-1832) lodigiano. È curioso a notarsi come in questo secolo i più valenti eultori dell'astronomia in Italia fossero ecclesiastici; valja a ribattere in parte l'accusa che veniva loro data di accidia e d'ignoranza. Barnaba Oriani si fe' per tempo noto all'Europa colla continuazione dell'Efemeriti i di ìlano, colle Lettere astfrmomiche di appendice alle Efemeridi, in cui eblM molta parte il De Cesaris, e per gli studii sulla obliquità dell'ecclittica dedotta dalle osservazioni solstiziali fatte con un circolo ripetitore. Il nome di Oriani è legato alla storia del pianeta Urano, scoperto nel 1781 da Herschell. Erano corsi quattro