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Storia della Letteratura Italiana
Dalla metà del 700 ai giorni nostri
Giacomo Zanella
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 192

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a cura di Federico Adamoli

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   130 capo iv.
   astronomi di Europa ad osservare da varii punti del globo il passaggio di Venere sul sole. Per imprevednto ritardo non potendo essere per c,Kl tempo a Costantinopoli, vi andò poco dopo in un viaggio che fece per più che mezza Europa. Professore di matematica in Pavia (1764), pubblicò la dottrina dei telescopi! diottrici- ed invitato dall'Inghilterra ad andare in California per osservare il passaggio di Venere sul sole nel 17g, udita la cacciata dei Gesuiti dall'America meridionale rimase in Europa. Era d'indole iraconda ed orgogliosa, per cui poco contento di Pavia e delle scuole palatine di Milano, in cui fu per qualche tempo, andò a Parigi come direttore di ottica al servizio della marina. La sua alterigia gli fe nemici i primi dotti della Francia; cosicché, venuto prima a Bassanocol pretesto di stancarvi alcune sue opere, poi a Vallombrosa e finalmente a Milano, fini ne, delirio l'altrettanto splendida che agitata sua vita. L'opera, da cui sperava fama maggiore è la Teoria della filosofia naturale ridotta alla unica legge delle forze esistenti in natura, in cui cerca di conciliare il sistema d'attrazione e ripulsione di Newton con quello delle monadi di Leibnitz.
   Avverso al Boscovich e ai Gesuiti fu il barnabita Paolo Frisi (l^M <84) tj Monza Li ventiquattro anni diede in luce la sua dissertazione Sulla figura della Urrà che gli aprì le porte dell' Accademia di Parigi. Professore di filosofia in S Alessandro di Milano, prese a combattere la credenza che ancora si aveva negli influssi celesti e nella magia; proseguì negli studii astronomici; la sua dissertazione Sul moto diurno della terra fu coronata dall'Accademia di Berlino; in essa dimostrò, come chiedeva il programma, che quel moto non può essere impedito sensibilmente dai venti nè dalle maree. Un suo lavoro sulla elettricità iu dalla reale Accademia di Londra mandato al Franklin m America. I primi parafulmini, che vedesse l'Italia, furono posti dal Frisi sull Archivio notarile di Milano. Passato professore di matematica e di etica in Pisa nel 1756 , scrisse SiU-V atmosfera dei corpi celesti e sulla ineguaglianza del moto di tutti i pianeti. Fu primo a notare la diminuzione della obliquità dell' ecclittica, assegnando i limiti dell' aumento e della diminuzione. Visitò Parigi ove strinse amicizia eon Condorcet, Giacomo Cassini e d'Alembert; passato poi a Londra, fu accolto con onore dall'Università di Cambridge. Tornato a Milano, scrisse la sua grande opera Della gravità universale dei corpi, che in una seconda edizione chiamo Losmo-qrafia, della quale lia detto il Bailly essere la sola in cui il sistema del mondo sia spiegato in tutte le sue parti. Il Frisi, eome il Manfredi ed il Boscovich, fu sommo idraulico; fu consultato sull'eterna quistione del Keno e del Po sullo sbocco della Brenta nelle Lagune, e sopra il canale da condursi da Milano a 1 avia, che secondo il disegno del Frisi fu aperto nel 1819. Percorrendo nel 1778 la Svizzera, concepì il Trattato dei fiumi sotterranei. Il Frisi fu carissimo a Pietro Verri, il' quale scrisse un eruditissimo elogio dell'amico.
   Torna ad onore della scienza italiana l'invito che in questo tempo la Corte di Portogallo fece al Bramieri, piacentino, e al Panigai, friulano, gesuiti, di passare in America a segnare la linea di confine fra i possedimenti di quelle due corone Dopo quattro anni di diligentissimi studii astronomici e geografici, disegnarono un'estesissima Carta di quelle'vaste regioni. Con pari mandato a fissare ì confini tra Francia ed Inghilterra nel Canadà fu spedito dalla Corte di Parigi Antonio Rizzi Zannoni (1730-1814) padovano, che fu poi geografo della marma di Francia, e più tardi direttore del gabinetto geografico di Napoli.
   La vista dell'anello di Saturno empiè di tanto stupore Antonio Cagnoli (1 <4 >-1816) veronese, che lasciato l'ufficio di segretario, che avea presso l'ambasciata veneta a Parigi, si diede di trentasette anni allo studio delle matematiche e dell'astronomia. Nel 1786, diede in luce la sua Trigonometria piana e sferica, giudicata dall'Accademia di Parigi trattato in gran parte nuovo nelle cose che contiene, interamente nuovo nel modo di collegarle insieme e di esporle. L anno innanzi aveva dato bel saggio di sè con una memoria sul Modo di trovare la si-