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Storia della Letteratura Italiana
Dalla metà del 700 ai giorni nostri
Giacomo Zanella
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 192

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a cura di Federico Adamoli

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   128 capo iv.
   questa antica madre del sapere, non è meraviglia che il Libri esagerasse alcuna volta le nostre glorie; ma le ricchezze d'inediti documenti, onde corroda lo scritto, e l'eleganza della narrazione compensano ampiamente questo difetto. Chi desidera un saggio del suo scrivere legga nel libro terzo il confronto che fa tra Bacone e Gahleo. L'opera del Libri va dalle prime nozioni di matematica che si ebbero nella Etruria e nella Magna Grecia tino alla morte del prigioniero di Arcetri.
   Dello stato presente delle matematiche in Italia, anzi in Europa, rende conto con impareggiabile analisi negli atti dell' Istituto veneto l'autore della nuova Teoria delle equipollenze il professore Giusto Bellavitis.
   L'astronomia nel secolo, di cui parliamo, si è fatta la più bella delle scienze, perchè la più compiuta. Partendo dal nostro mondo solare, che ha percorso può dirsi palmo a palmo, attraversò l'immenso spazio eh' è fra l'ultimo de' nostri pianeti e la più vicina delle stelle, nel quale spazio si muovono liberamente le comete o che ritornino o che si volgano ad altri mondi. Di là si è gettata in quella con-geria di soli, che formano la Via lattea eh' è il nostro universo, fuori del quale a destra e a sinistra scoperse innumerevoli splendori opalini, circoscritti, di forma diversa, che il telescopio aggrega in ammassi di stelle. Sono le nebulose, vera sabbia nell'oceano dello spazio, ciascuna delle quali è un universo. 11 numero di questi universi cresce giornalmente col crescere della forza del telescopio.
   Dopo la metà del secolo decimottavo gli strumenti astronomici si fecero più precisi e potenti: ad essi si deye. principalmente il prodigioso incremento della scienza. Le lenti acromatiche; i telescopii riflettori di HeiiciM; l'apparecchio parallatico per cui la lente cangiando ad ogni istante di direzione e di altezza segue il movimento di un astro; il circolo murale che misura la declinazione boreale ed australe di una stella; il cannocchiale meridiano che determina l'ascensione diretta, ossia il passaggio degli astri pel piano del meridiano; i telescopii a vetro inargentato e gli eliostati di Leone Foucault; il pendolo siderale, il cronometro ed i micrometri, di cui la prima idea fu del bolognese Cornelio Malvasia nel 1664, questi ed altri mirabili strumenti agevolano le grandi scoperte della scienza, nella quale ora ci tocca notare qual parte avessero gì' Italiani nel nostro secolo.
   La famiglia Cassini di Perinaldo nel contado di Nizza di e ci 2 per due secoli eccellenti astronomi alla Francia. Giandomenico Cassini (1625-1712) si era latto glorioso in Europa col prolungare la linea meridiana, che Ignazio Danti md 15 51 avea disegnata in S. Petronio di Bologna per averne i punti degli equinozii c ole solstizi! così necessarii a fissare le feste del calendario romano. Diceva poeticamente che in quella chiesa egli avea aperto un nuovo oracolo d'Apollo e del Sole, ove senza ambagi si sarebbero dati i responsi circa le più oscure questioni della astronomia. Questo grandioso gnomone gli valse ad indicare esattamente la ob-bliquità della ecclittica, la rifrazione orizzontale, la parallasse del sole e le cause dell' ineguaglianza dell'apparente movimento di questo astro. Chiamato m Francia dal ministro Colbert, ebbe parte nella costruzione dell' osservatore di Parigi, donc e continuò que' suoi studii sulle macchie solari che avea prima^cominciati. Con C/lao Roeiner, danese, suo allievo, osservando l'ecclisi dei satelliti di Giove, misurò primo la velocità della luce, che fu poi più esattamente determinata dal suo discepolo. Nel 1683, pose mano alla grande meridiana dell'osservatorio di Parigi,' e primo osservò la luce zodiacale, e gli altri quattro satelliti di Saturno, oltre quello già visto dall'Huygens. Il Bailly scrisse che il Cassini valse più secoli all'asti onomia.
   Gli fu figlio Giacomo Cassini (1667-1756) e nipote per parte di sorella Giacomo-Filippo Maraldi (1665-1729), che oltre i lavori fatti col zio, col quale era venuto a Parigi, lasciò bellissimi studii proprii circa la teoria dell'Huygens c le tavole del Keplero sul pianeta Saturno. Il Maraldi ajutò monsignor i'rancesco Bianchini (1662-1729) veronese, sommo astronomo del pari che filologo ed antiquario, nel segnare la meridiana della chiesa degli Angeli in Roma, xl Bianchini