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Storia della Letteratura Italiana
Dalla metà del 700 ai giorni nostri
Giacomo Zanella
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 192

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a cura di Federico Adamoli

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   capo iv. 121
   cietà dei quaranta. Negli ultimi anni riprese con ardore la pratica della medicina chc non avea mai interamente lasciata. L'ultime sue opere sono le Riflessioni critiche sopra il Saggio filosofico intorno alle probabilità del Laplace, in cui; scoprendo molti errori dell'illustre francese, si rivelò non meno profondo metafisico che matematico. Sinceramente pio, come il generale Drouot nei campi di guerra, il Ruffini fra gli apparati della scienza non arrossiva delle più umili pratiche di religione ; nò si poneva ad uno studio senza prima invocare il nome di Dio.
   Lo scolopio Gregorio Fontana (1735-1803) roveretano, tenne per trentanni la cattedra di matematica sublime in Pavia. A diffondere la prediletta sua scienza spese gran parte de' suoi giorni in tradurre dal francese e dal tedesco, donde avvenne che non Lisciasse lavoro alcuno pari alla forza del suo ingegno. Negli Atti della Società italiana delle scienze ed in quelli delle accademie di Siena e di Torino stanno molti suoi opuscoli di fisica; gli Opuscoli di analisi sublime e le Memorie matematiche sono stampati a parte da lui stesso.
   Vincenzo Brunacci (1765) fiorentino, nel suo corso di matematica sublime cercò sulle tracce del La Grange, di esporre le dottrine del calcolo differenziale ed integrale senza far uso degl' infinitesimi. Lasciò alcune pregiate memorie Sull'Ariete idraulico e sulla Miglior pratica per la dispensa delle acque. Fu minore di sò nella pratica; ed il nuovo canale navigabile, che si voleva condurre da Milano a Pavia, eh' era stato disegnato e cominciato da lui, ebbe bisogno di più periti ingegneri milanesi per essere condotto a termine.
   ' Sue este al Brunacci nell'insegnamento della matematica sublime Antonio Bordoni (1788-1860) di Mezzana Corte nel Pavese. I suoi trattati delle Ombre, degli Argini e di Geodesia elementare palesano ch'era non meno valente nella teorica che nella pratica. Nel 1864, la sua statua fu posta nel palazzo dell'Università pavese con quella di Vincenzo Monti, Ugo Foscolo, Giuseppe Belli c Giandomenico Romagnosi, che con altri insigni professori aveano illustrato nel principio del secolo questo ateneo.
   Altro insigne matematico fu Vincenzo Amici (1807-1874) modenese. La sua lYoria degli archivolti lo rese per tempo noto all'Italia, cosicché fu chiamato alla cattedra di matematica applicata nella Università di Pisa. Il suo Corso di meccanica ed idraulica ferrica gode bellissima fama anche fuori d'Italia.
   Molte mmatura troncò le alte speranze, che dava alla scienza Domenico Ci-polletti (1840-1874) romano, che finiva in Firenze una vita operosissima. Le sue memorie Sui momenti d'inerzia e d'elasticità delle Sezioni e sull'equilibrio di un solido incastrato in una estremità e appoggiato dall'altro e caricato di pesi ed altri lavori onorano la scienza italiana.
   Guglielmo Libri (1803-1869; fiorentino, giovanissimo fu professore di matematica a Pisa, ove scrisse le belle memorie Sulla teoria dei numeri, sulla Riso-luz one generale delle equazioni indeterminate di primo grado e sulle Questioni di fisica. Esule nei 1830, in Francia, fu ascritto all'Accademia delle scienze in Parigi, ed ebbe la cattedra di analisi nella Facoltà delle Scienze. Ispettore generale della istruzione pubblica, e poi delle biblioteche di Francia; avendo denunciato al governo la negligenza di alcuni bibliotecarii nella custodia de' manoscritti, sollevò contro sé l'invidia e l'ira di molti ; per cui accusato, di avere sottratti preziosi manoscritti a varie biblioteche di Francia, non seppe sostenere la propria innocenza. Da tutti i paesi di Europa vennero lettere di condoglianza all'insigne uomo, che ebbe nel Guizot il vero amico; ma nella Rivoluzione del 1848, essendo caduto il potere che lo favoriva, il Libri cercò rifugio a Londra, ove scrisse la sua difesa. L'estrema povertà, nella quale trascinò una precoce vecchiaja, è forse la sua apologia migliore. Finì in una villetta presso Fiesole. Il nome del Libri vive e vivrà per quanto durino l'arte e la scienza nella sua Storia delle scienze matematiche in Italia da lui dettata in francese nel tempo che viveva in Parigi. Esule dalla cara sua Italia ed irritato dall'abbandono in cui l'Europa lasciava