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Storia della Letteratura Italiana
Dalla metà del 700 ai giorni nostri
Giacomo Zanella
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 192

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a cura di Federico Adamoli

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   12(3 capo iv.
   Lai and e Laplace, Lavoisier, Pallas, Priestley, Saussure, Scheele, Sonnabier ed altri tal iP ritisskno nell'analisi sublime, trovò una nuova squadra ^opor.oMun compasso per descrivere le sezioni coniche e varii spedienti per facilitare la so-Sne di f eune equazioni cubiche. Non fa così felice ne'suoi studii sulla serie e sul calcolo integrale e differenziale, ma questa mancanza compenso -o— coli'applicare la prediletta sua scienza agli us della vita. Nl, Aauhf e :na£ idrometria propose una teoria nuova per la misura della qu .ntita d aLCquà e del l'urto dei fluidi: non era in Italia lavoro idraulico di qualche rilievo che ilLoigna non fosse consultato; l'Adige, il Po e le acque del Lucchese gli furono larga ma teria di osservazione e di studio. Scrisse con raro acume sul teAometrfte sul barometro : trattò delle nitraje artificiali in modo da guadagnarsi ^o ^ell accademia di Francia ; scrisse della salsedine delle acque manne e clei mezzi per toglierla- e colle sue ricerche intorno ad alcuni oggetti di mare giovo alla iaerina all'arte vetraria ed alla chimica. Precorse le idee ifderne.sulla metoj logia quando scrisse che questa scienza poteva darci la pm Ma e sieu a me dicina, e l'agricoltura regolata da più ragionevole previdenza. ijlla ; origine del famoso ponte di Vejo nel veronese mostro quanto fo,e addentrila geologia. A tanta copia e varietà di cognizioni univa il I ,gna 1 esempic, duU vita immacolata e modesta; corrispondeva per lettere con Lavoisier Laplace^J D'Alembert; ma quanto ammirava la novella scienza di pancia, altrettanto ab borriva dalle dottrine che degradano l'umana dignità In quel suo ab^ milit,, di colonnello spiccava ancora più la cordiale bontà del suo tratto e 1 affabile cor
   teSÌaSeÌs'iomcLterzani (1731-1819) bolognese, fu dopo il Zanetti segrctr.io dell'Istituto di quella città. Scrisse i due ultimi volumi de commentarn d qud l'accademia, eguagliando nella purità del latino c superando lilla cW+J l'esposizione il Suo illustre antecessore. Giovane si piacque del metodo sin eti.o si volse indi all'analisi sublime e scrisse belle memorie sugi uamagmarnsul casi irreducibile, sul così detto ritorno delle serie, su calcolo integrale e sui mfssimj e minimi. Dotto nell'astronomia, osservò nel 1761 il passaggio di Venere, jpl solel e la tavola che ne descrisse raddrizzò l'erroneo giudizio di qualche ^ronorno francese. Nei giorni della Cisalpina avendo ricusato di dare il f Iff^lf a cui la sua coscienza ripugnava, fu tolto dalla sua cattedra di matematica, ma sotto il regno d'Italia fu rimesso ne' suoi gradi ed onori.
   La scuola militare di Modena deve in gran parte la sua fama a Paolo Kut-fini (1765-1822) nato di padre reggiano a Valentano nella diocesi di Montehascon. Lasciò la medicina, in cui era laureato, per le matematiche; e seguendo 1 orme del La Grange, serisse nel 1798 la sua Teoria generale delle equazioni, nella q ale mostra impossibile la soluzione delle equazioni algebriche generali di grado, superiore al quarto. Questo bel ramo dell'analisi fu da lui coltivato tutta la vita, poi trovo che nel 1813, semplificò alcuni punti della prima dimostrazione m , suo opuscolo Riflessioni intorno alla soluzione delle equazioni algebriche generali, cioli lecito del bene de'suoi discepoli nella detta seuola militare, vedendo che i vecchi corsi elementari non rispondevano agli ultimi progressi della scienza detto nel lbO e 1808, l'Algebra e sua appendice in due volumi in ottavo, che danno ai gio ani una scorta per seguire da soli l'ulteriore cammino della scienza. Procuro d infiorare la scabra materia con molti esempi che mostrano^ la necessita delle opera zioni algebriche, e mescolando la soluzione de' problemi ai precetti, o