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Cuba si affretta e il Messico e Vattrice Di molte perle California estrema; E dai maggiori colli e dall'eccelse Rocche il sol manda gli ultimi saluti All'Italia fuggente . . .
Noni so come il Pindemonte nell'Elogio del Tirabosco osasse dire che il Parini abbia dato con questi versi, che pur confessa bellissimi, un cattivo esempio perchè col mettere il vero dove non va, la poesia si rimarrebbe di essere pittura e quindi anco poesia. E non è stupenda pittura questo sole? Non vince mille volte I sol di Ovidio col suo carro d'oro, colle sue Ore e co'suoi Eto e Piroo sbuffanti fuoco dalle nari ? Il Parini parlando della Coltivazione de' monti del Lorenzi gli move rimprovero di essere stato poco temperante nell'uso dei termini tecnici tolti dall'astronomia, dalla chimica e dall'altre scienze, e di non avere ad ossi sostituito altri modi che sono proprii della locuzione poetica, la quale vuol essere popolare. Ora che v'ha di più chiaro e pittorico de' versi citati ? Nel Giorno socialmente, perchè l'indole del poema didattico lo comportava, il Parini si giovò della scienza attinta principalmente dal Condillac ; come quando dice che al giovin signore natura concesse Domabile midollo entro il cerebro Sì che breve lavor basta a stamparvi Novelle idee ; quando fa che il riso scoppi da'precordii, quando chiama la fame Lo stimol fier degli oziosi sughi Avidi di esca ; e descrivendo un parassito ghiottone esclama: o di mente acutissima dotate Mamme del suo palato! Con questa forma e misura la scienza può ringiovanire la poesia; ma non come foce il Lorenzi quando dice: non è il sale un infecondo innesto D'acqua e di terra, ma di nitro è misto ; Nè il nitro è già senz'olio, e non è questo Spoglio di zolfo o il zolfo di flogisto ; nè come il Rezzonico, chc nel poemetto L' origine delle idee ti parla del triplice inegual fibroso lobo Del celabro crescente; del vital sugo Che disviticchia del sensorio i fili ; e del tatto sull'epiderme elastico diffuso. Qucsii sono cenci del mantello di Diogene sul peplo di una dea.
Leggeva molto i francesi: niuno ha giudicato Voltaire con più temperanza e gravità di giudizio. Preponeva la Pulcella all'Enrico IV; opinione confermata a' dì^ nostri da tutta 1' Europa; allora contraddetta dalla più parte de' critici. [i»iti hanno cercato donde togliesse quel suo ironico sogghigno; io credo che \ oltaire, nel Candido e negli altri romanzi gli segnasse la via. In Inghilterra Samuele Butler col suo poema del cavaliere Hudibras e del suo scudiere Italpho avea posto in derisione il zelo feroce e le minuziose divozioni dei Puritani, giovando colla sua penna al trionfo del partito reale. Ha molti tratti di spirito, ma si perde in nojose descrizioni del vestito, dell'armi, del cibo di que' settari, le quali possono piacere allo storico, ma non al popolo. Michele Cervantes ha una larghezza di comprensione chc abbraccia tutto il suo tempo, Filippo II e la battaglia di Lepanto, i Fidalgos delle sue aldeas ed i Cautivos di Algeri. Don Chisciotte, che pare ridicolo a prima vista, commuove profondamante i littori quando si accorgono di quella sua eroica, umana, leale natura sotto il travestimento della pazzia. L'Ariosto celia; il Tassoni ed il Bracciolini nello Scherzo d'gli Dei mirano più a mettere in bando dalla poesia le antiche favole, che alla riforma dei costumi, come intende il Parini. Se il Parini avesse dato al suo eroe un nome proprio, questo sarebbe stato aggiunto alla lista dei Trissotini, dei Don ('Jo vanni, dei conti di Culagna e somiglianti che l'arte ha creati. Si dice che non lo ha fatto, perchè la sua satira era diretta contro un'intera società; ma se piace Ugo Foscolo, che chiamò Sardanapalo 1' eroe pariniano, non sarebbe stato mal ratto che un nome speciale designasse questi oziosi eleganti, non ancora interamente scomparsi.
Non intendo poi come il De Sanctis , in un articolo sul Parini, dica che il Giorno non e un'azione, ma una descrizione con tale uguaglianza di tono , che