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Storia della Letteratura Italiana
Dalla metà del 700 ai giorni nostri
Giacomo Zanella
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 192

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a cura di Federico Adamoli

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   son non usciva di casa che armato di un grosso bastone, con cui minacciava di fare all'avversario quello chc per dirlo all'ossianesca il pesante martello fa dell'arroventato figliuolo della fornace. Gli stessi Scozzesi dopo molte ricerche dovettero conchiudere che testo di Ossian non esisteva, ma solo qualche frammento di poesia orale, non più lungo di quattordici o quindici versi; che il rimanente era stato lavorato da Macpherson. Ma vi furono gli arrabbiati ehe non si arresero alla sentenza, e pochi anni dopo si pubblicava il testo eeltico di Ossian, dicendo ch'era stato trovato nei manoscritti del Macpherson; in capo vi si pose il ritratto di Ossian, vecchio e cieco come Omero; non si disse da qual busto o medaglia antica fosse stato copiato. Già s'intende che la tinta versione di Macpherson era stata tradotta in celtico, e cosi spacciata per testo di Ossian.
   L'Ossian era uscito nel 1762, e lo stesso anno il Cesarotti lo traduceva in Venezia. Glielo avea fatto conoscere Carlo Sackville coltissimo gentiluomo inglese conoscentissimo della lingua italiana, il quale leggendone e traducendone alcuni brani al Cesarotti, lo animò ad intraprendere l'ardua fatica di una versione. Nel 1763 usciva in Padova coi tipi del Cornino il poema di Fingal, e gli altri componimenti fino allora stampati da Macpherson, il quale lavoro riveduto e coll'ag-giunta delle altre poesie dello Scozzese venia ristampato dal Cesarotti nel 1772 in quattro volumi in ottavo piccolo dello stesso Cornino. Le edizioni si successero, e in breve l'Italia fu piena del nome del Bardo di Scozia e del suo padovano traduttore.
   L'apparizione dell'Ossian fu un bene per la letteratura eontemp'oranea ? Cesarotti traducendolo fece bene o male alle lettere italiane? Ecco le domande che possono naturalmente venir fatte a chi parla di Macpherson e di Cesarotti.
   Che l'Europa restasse profondamente scossa dal canto mezzo melanconico e mezzo selvaggio del Bardo di Scozia, c fatto innegabile. Il genio di Goethe ehe iniziava la nuova letteratura di Europa, ne rimase colpito; nel Werther, nella sera fatale che lo sventurato giovane si trova innanzi Carlotta, egli fa che legga alcuni tratti dell'Ossian; tale era la potenza di sentimento melaneonico che vi trovava il poeta tedesco. D'altra parte quando il eonquistatore d'Italia e futuro domatore della Rivoluzione francese, salpava per 1' Egitto, nella sua pieeola biblioteca, ove erano i capolavori dell'arte e della scienza antica e moderna, eravi l'Ossian, come libro degno di esser letto appiedi delle Piramidi. Chateubriand attingeva dall'Ossian quella tinta mesta e selvaggia che si vede in Atala e Renato; e più tardi Lamartine nel suo libro delle Confidenze, scriveva: Ossian, questo poeta vago quasi nebbia dell' immaginazione, questo soave lamento dei mari settentrionali, Ossian è certo una delle tavolozze a cui la mia fantasia ha tolto più di colori, e che ha lasciato le tinte più risentite su quanto ho sbozzato dappoi. Che i poemi dell'Ossian fossero letti universalmente, lo veggiamo dalle traduzioni e dalle stampe moltiplicate all' infinito, e dai nomi, come di Oscar e di Malvina, divenuti così comuni in Europa.
   Il dottor Ugo Blair, scozzese, gran maestro di rettorica, ehe noi nella nostra giovinezza abbiamo venerato come guida sicura al bello letterario, il Blair non dubita di collocare Ossian presso Omero. Convien dire che la boria nazionale acciecasse il solenne maestro, quando, conoscitore com' egli era di tutti gli antichi classici, non si avvedeva rdi quanto Macpherson avea tolto alle antiche letterature e allo stesso Omero. E ben vero che Ossian è di un genere affatto diverso. Omero è poeta della ridente natura, tutto forma esteriore, tutto plastico, tutto dintornato come il canone di Policleto ; Ossian invece è vago, nebuloso, indefinito, melanconico, come è generalmente la moderna poesia, ehe si diversifica dall'antica appunto per questa psicologica intuizione dell'anima eui preferisce alla bella rappresentazione di oggetti esteriori. La poesia moderna, per usare una frase oggi comune, è sentimentale. I nostri poeti si commuovono all' aspetto della natura e della società. Essi dipingono con una secreta voluttà i sentimenti che la