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bra irata d'Omero, perchè avendolo tradotto undici volte, non avea saputo dargli quell'armonia ch'egli sentiva nei versi greci. Ma torniamo a Cesarotti, ehe ammesso iij Venezia nelle case dei principali patrizi, v'ebbe occasione di conoscere molti illustri stranieri, che allora vi soggiornavano; fra gli altri l'ingleso Carlo Sackville, da cui ebbe le prime notizie dei poemi di Ossian.
Niuna questione letteraria fu mai agitata con tanta pertinacia e eon tanto ribollimento di sangue, come questa dell'Ossian. V'era impegnato il sentimento nazionale degli Scozzesi, che nella opposizione de' critici di Londra vedeano un nuovo insulto fatto alla loro patria. Noi viventi in età di progresso scientifico e di materiali interessi, non sappiamo comprendere siffatte eontese, se forse non ne ridiamo. Io dirò per altro che lo spettacolo di un popolo che si commuove per qualche cosa superiore ai sensi, è sempre bello ed onorando; sia pure per una gloria immaginaria. E tale era il caso della Scozia. Kiassumo in pochi tratti il famoso litigio. Mezzo seeolo innanzi Addison nel suo Spettatore avea lodate le antiche ballate di Scozia, e n'avea dato qualche saggio. Nel 1758, un giovanotto seozzese, Macpherson, spiritoso ed avventuriere, essendo precettore nella casa di un conte di .Graham, dopo di essersi indarno provato in un poema di forma classica tentò miglior fortuna col raccogliere e dare alle stampe alcuni frammenti di poesie, che diceva di avere intese nella sua infanzia sulle montagne di Scozia, e di avere pel primo tradotte in inglese dalla lingua ersa o gaelica. Il libro fece immenso romore nel mondo letterario di Edimburgo. La stessa Londra ne fu seossa; e il poeta migliore del tempo, Tommaso Gray foggiava su quelle poesie la sua stupenda ode II Bardo, che. Alfieri e Monti in parte riprodussero nella Maria Stuarda e nel Bardo della Selva nera; e che Foscolo collocava accanto alla famosa ode quarta delle Pizie di Pindaro, L'orgoglio degli Scozzesi ne rimase esaltato, cosicché si apersero soscrizioni perchè Macpherson potesse fare un giro sulle montagne e raccogliere nuovi frammenti che alzassero in alto la gloria del loro paese.
Macpherson partì. Visitò le antiche parrocchie della montagna, udì i raceonti del focolare, raccolse le cantilene dei ciechi; tornò, racconciò, rifece, forse creò tutto di pianta, e dopo qualche anno diede in luce i poemetti di Fingal e di Se-more. Inebriato di fortuna e di gloria, tenne Ossian, o meglio sè stesso, come poeta sovrano; quindi si volse a tradurre Omero, per mostrare quanto il greco sottostesse al Bardo scozzese. Qui fu lo scoglio a cui ruppe la fortuna di Macpherson. La Se ozia stessa che applaudiva all'Ossian, non ebbe che un sogghigno polla versione di Omero. Macpherson non si smarrì punto; ma come uomo di spirito e di pronti partiti, lasciò il campo delle lettere ; e partito come segretario del governatore della Florida, vi guadagnò più che con Ossian; donde tornato in Inghilterra, scrivendo ne' giornali che appoggiavano il ministero, e fattosi avvocato di un opulento Nabab dell'India, uno di que' regoli, ehe veniano a Londra a propugnare i loro interessi contro le usurpazioni della Compagnia delle Indie, e che pagavano i consulti a manate di rubini e diamanti, Macpherson divenne ricchissimo, tanto da potersi comperare un magnifico castello; e cangiato nome si diede a vivere eon tutta la magnificenza di un lord inglese. In questa splendida condizione egli poco pensava all'Ossian, e volentieri laseiava che i letterati si accapigliassero intorno all' autenticità dei poemi. Morì nel 1796 in età di anni 58. L Inghilterra avea presa la questione in sul serio. 11 più gran critico del secolo, Samuele Johnson, si propose di verificare le cose sui luoghi; vecchio e corpulento si pose in viaggio per le isole Ebridi e l'alta Scozia. Egli ce n'ha lasciato un racconto piacevolissimo. Narra come gli fossero mostrati alcuni vecchi bardi, ehe a lui parvero veri imbecilli che non sapevano leggere; aggiunge che non vi po-teano essere manoscritti in un paese ove da Cadmo in qua niuno sapea scrivere; ehe tutto al più qualehe nome eroico vivea in qualehe vecchia ballata; che il rimanente era impostura del Macpherson. Le ire erano corse tanto oltre che John-