capo in. 77
di lingua, ivcssc ascoltato i consigli che il Verri espresse nel Dialogo fra l'imperatore Giuseppe II ed un filosofo! Il Verri dimostra come un subito e generale mutamento di cose è rimedio peggiore del male; dimostra che le vecchie costumanze c credenze non si possono svellere d'un tratto senza che si tolga colla parte guasta la sana ; c che conviene rispettare l'opinione pubblica, ch'è la vera regina del mondo. Ma quando vide l'imperatore seguire i suoi don chisciotteschi disegni e, come comandava all'esercito ed all'erario, così con mascherata tirannìa conculcare le leggi, la fede e l'opinione de' suoi popoli, il Verri sentì sdegno e fossore ài avere più_ oltre qualche parte nella pubblica cosa. In questo mezzo i terni ieri e molti nobili, di cui aveva scemate le prerogative, gli tramarono contro; c osicché nel 1786 egli chiese ed ottenne il desiderato riposo. Visse da quel tempo a più parte de' suoi giorni nella amena villa di Ornago fra le dolcezze di una bella e numerosa famiglia. Continuava ne' suoi studii storici e giovava de' suoi consigli gli amici rimasti dopo lui nella pubblica amministrazione. In questi anni di quiete e di silenzio pose fine alle Considerazioni sul commercio dello Stato di Milano , cominciate fino dal 1763 , e stese le Memorie sulla Economia pubblica dello Stato milanese. Intanto la sorda agitazione de'popoli, che annunciava vicino lo scoppio della tempesta, atterriva i monarchi di Europa. Leopoldo II, imperatore, a prevenire una levata di scudi, aveva convocati i rappresentanti delle citta lombarde, perchè gli esponessero i bisogni del paese. Il Verri dettò per essi i Pensieri sullo stato politico del Milanese nel 1790, coi quali li esorta a non lasciarsi sfuggire infruttuoso un momento che da più secoli non si era veduto. \ oi stessi, egli dice, sarete autori di una rivoluzione funesta e della carneficina de vostri concittadini, giacché il dispotismo va così sempre a terminare; e chiun-
llf 0CC il ' ne SCOrga v epoca n0n rimoia- 1 Francesi scesero con Buonapartc noi 17 JG; la Lombardia di provincia austriaca divenne Repubblica cisalpina, ed un consesso municipale formato de' migliori cittadini fu posto a governarla. Quello che vi fece e disse il Verri non è mio ufficio di raccontare: prudente, temperato sereno, imperterrito fra il turbine delle passioni, che gli si agitavano intorno, dite se la virtù calunniata, zelò con eroica fermezza il pubblico bene. Nella notte 30 giugno del 1797, mentre nella sala municipale ferveva la discussione ed egli stava scrivendo al tavolo, cadde colpito d'apoplessia nella età di 69 anni. Si disse giustamente che se il Verri in luogo di trattare gli affari di un piccolo Stato, ,ave,e avuto mano nell'amministrazione di un gran regno, l'Europa avrebbe veduto m lui un nuovo Turgot.
Pietro Verri ebbe possente ajuto ne'suoi studii dal fratello Alessandro, che presso la cuna di Milano teneva l'ufficio di protettore de' carcerati. Alessandro narrava al fratello ed a Cesare Beccaria le orribili forme della procedura criminale, di cui era testimonio giornaliero; e furono le sue calde sollecitazioni che spinsero il pigro Beccaria a dettare il suo immortale volume. Ma la capricciosa lama che appena ricorda questo insigne merito del giovane Verri, esagera invece le lodi delle Notti romane al sepolcro degli Scipioni e Delle Avventure di Saffo • libri scritti con turgida affettazione di stile, appena compensato dalla mirabile vivacità di alcune descrizioni. I Capitoli sul Parricida e sulla Vestale nelle Notti l.arno il hero colorito di Rembrandt e di Salvator Rosa. Più modesta fama ebbe il minore fratello Carlo, che nel 1802, fu prefetto del dipartimento del Molla e lascio buoni scritti di agricoltura e di belle arti.
Io son giunto ad un nome, che il genere umano saluta, come uno de' suoi massimi benefattori, Cesare Beccaria (1735-1793), milanese che vivente ancora vi le per la sua voce tolte alle verghe ed agli eculei migliaia d'innocenti, e mutata in Europa c nelle altre parti del mondo la legislazione penale. È de' pochi nomi che 1 Italia possa contrapporre ai grandi stranieri: perchè quantunque in molti opusco.i di quel tempo si trovino sparse le idee, che hanno reso famoso il libro l'accana; nondimeno l'averle ordinate con rigore geometrico ed esposte con