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Storia della Letteratura Italiana
Dalla metà del 700 ai giorni nostri
Giacomo Zanella
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 192

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a cura di Federico Adamoli

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   capo iiI.
   l'autore , giovò mirabilmente a mettere in chiaro 1' assurdo di quella forma di procedura. Non si può dire se il possente sillogismo del Beccaria , o la paziente ricerca del Verri abbia più giovato all'abolizione di quell'orribile abuso della forza legale. Il Verri dimostra come la tortura abbia potuto estorcere la confessione di un delitto fisicamente e moralmente impossibile. Gl'Italiani più che dal Verri hanno appreso a detestare que'tempi dalla Colonna infame del Manzoni; ma dove questi si studia di versare la colpa del fatto più sulle passioni de' giudici che sulla legge, non giudica rettamente, come osserva il Salvagnoli ; poiché si deve imputare alla legge non solo il male che prescrive, ma quello ancora che permette all'abuso dei giudici; anzi torna vana la stessa intrinseca bontà della legge, se l'uomo la può corrompere. Ma fra lo scritto del Verri e quello del Manzoni v'ha il divario che corre fra le dottrine di Rousseau e la filosofia del Gerdil; anguste e spesso sofistiche le prime, ampia e luminosa la seconda. Se il Gerdil avesse scritto col-l'arte del filosofo ginevrino, e Roma avesse cooperato alla diffusione delle sue dottrine, da quali ceppi potea essere liberato 1'ingegno italiano! Spiace vedere l'intelletto largo e profondo del Verri ristretto fra l'angustia del sensismo francese, quando per l'ingenita forza e l'immenso corredo della dottrina poteva battere la grande via di S. Tommaso d'Aquino, di Machiavelli e di Vico.
   Le Meditazioni sulla economia pubblica uscirono nel 1771. Come le scrivesse lo dice nella prefazione: il metodo da me tenuto non è simile a quello di molti autori. Essi dall'ozio tranquillo del loro gabinetto , formandosi idee astratte sopra il commercio, la finanza ed ogni genere d'industria, mancando di ajuU per esaminare gli elementi delle cose, sopra ipotesi, anzi che sopra fatti conosciuti, hanno innalzate le loro speculazioni. Il mio ingegno è stato più lento. Ho impiegato varii anni a conoscere i fatti: le Commissioni, colle quali la clemenza del sovrano mi ha onorato , me ne hanno somministrato i mezzi. Quasi tutte le idee mie hanno cominciato coli' essere idee semplici e particolari ; poi coli' occasione di esaminare oggetti reali, accozzate, disputate, contraddette si sono andate, componendo, e le generali idee sono emanate dopo una lunga combinazione di elementi conosciuti. Nella prima parte di questa opera tratta del commercio e delle sue leggi; il Verri vi si mostra fautore di tutte le franchigie; nella seconda parte discorro della agricoltura e dei tributi, che vorrebbe imposti alle sole terre come unico fondo censibilc dello Stato, e ciò per animare l'industria del paese.
   Il Discorso sull'indole del piacere e del dolore è lieve cosa, se si raffronti colle moderne scoperte della fisiologia. Palesa nondimeno nel Verri un acutissimo spirito di osservazione, che poteva trovare la verità, se non si fosse ostinato in quella sua definizione del piacere, che, secondo lui, non consiste che nella cessazione del dolore. In molti luoghi mostra sottilissimo ingegno, come quando spiega il diverso effetto della musica in persone diverse o nelle stesse persone in tempi diversi; ma quando per ispiegare il fiorire delle lettere ne' secoli di Pericle, di Augusto, de' Medici e di Luigi XIV ricorre al suo principio e dice che gli uomini furono spinti ad operare dalle turbolenze o dai dolori dei tempi che precedettero quell'epoche fortunate, noi potremmo sorridendo col barontl Custodi vaticinare all'Europa, e specialmente alla nostra Italia, un secolo floridissimo. Nella sua Storia di Milano si condusse più volte collo spirito filosofico di Hume e di Voltaire, che col metodo di eritica investigazione chc piace ai moderni. Dai fatti antichi della sua patria volle trarre lezioni di civili virtù che giovassero a' suoi contemporanei; nello stesso tempo volle mostrare chc non erano nuove certe benefiche istituzioni, di cui si vantava autore il governo straniero , ma che la civiltà dei Lombardi era ben più vecchia della prosapia ausburghcsél e lorenese. Era uscito il primo volume nel 1783. Vienna intese onorare il Verri coli' insegne di cavaliere di Santo Stefano. Felice l'imperatore Giuseppe, se in luogo dell' universale riforma di codici, di magistrature e di costumi da lui immaginati per tutti i suoi Stati, tanto diversi d'indole, di abitudini^ di religione e