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Storia della Letteratura Italiana
Dalla metà del 700 ai giorni nostri
Giacomo Zanella
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 192

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a cura di Federico Adamoli

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   capo in. 73
   scrisse il quarto libro. Dopo quattro anni di studioso ritiro e di domestica felieità vennfe richiamato a Napoli nel 1787 e posto noi supremo Consiglio delle finanze Continuava nel quinto libro, clic rimase imperfetto, perchè afflitto da molte'sventure domestiche e logorato dalle fatiche, avendo cereato invano un sollievo nella bella campagna eli Vicoequense, egli spirava l'anima sua nobilissima appena compiuti trentasei anni. rr
   La Scienza della legislazione non è di quelle grandi opere originali che metano per nuove vie lo spirito umano; è piuttosto l'eloquente monumento di un giovane generoso che ha tanta fede nella giustizia da non temere di assidersi allato dei re, e forzarli ad ascoltare i suoi consigli. Si dice che senza il Montesquieu 1 Italia non avrebbe il Filangieri ; ma lo scopo loro è ben diverso. Il Francese cerca lo spirito delle leggi nelle relazioni che hanno gli oggetti fra loro • 1 ;aliano indaga i principii universali della morale comune a tutte le nazioni e non dipendenti in modo alcuno dal elima , dalla educazione e dalla religione dei popoh. il primo cerca la ragione delle leggi quali esistono; il secondo studia le norme con cui si dovrebbero fare. E però quando la rivoluzione francese si volse alla riforma della legislazione, Montesquieu parve poca cosa agli arditi demoliti : Filangieri era più fatto per loro. Quando l'ardente Napoletano biasima la L ostruzione inglese, 1 istituzione dei Pari, e nega alla Corona le prerogative necessarie m un governo costituzionale, egli esprime il pensiero delle nuove generazioni tendenti alla pm pura democrazia; e l'Assemblea Costituente, Mirabeau è Barnavc cercarono di mettere in atto le idee del giureconsulto italiano. Benia-mmo Constant dopo il Gallois diede alla Francia nel 1821 una versione dell'o-bèra del Filangieri da lui reputata utile ancora dopo le tante riforme già fatte nelle legislazioni ci Europa. &
   L'autore dapprima si ferma a studiare l'oggetto delle legislazioni, la bontà assoluta c relativa delle leggi, le loro relazioni colle forme del governo, coli'inaule della nazione, col elima, colla fertilità delle terre, col sito e l'estensione del paese, e finalmente colla religione dello Stato.
   Da queste generali considerazioni passa all'esame delle leggi economiche e Mitiche; tratta della procedura criminale e della legislazione penale; e cerca nella educazione pubblica il rimedio al male comune, ritte le antiche legislazioni
   presenti allo spirito dell'autore, che in molti luoghi si palesa più erudito de
   Il r:fedre \a,ntiche leggi n0n Scoine Pfa il pubblicista fran
   cc.e, di giustificarle con artificiose spiegazioni; ma quando non rispondono alla n ea morale, che deve informare ogni legge, il Filangieri senz'altro le riprova ed
   Fi™ / v s0sti!uise,e le sue ardite biforme. 11 Constant nel Commenti al
   i nausei i non dissimula gli errori in cui incorse, per esagerazione di qualehe principio eome^ quando chiama infruttifere tutte le elassi non operaie; quando vuole a suddivisione delle terre all'usanza degli antichi Germani, ove la sola nalione
   111 Possesso e ogni anno si distribuivano le terre ai Capi di famiglia, quando
   iJlNpl 1*1° teSure' ed1?voca razione del aegli stessi privati ne-
   gozi. Nel Filangieri v ha qualche tratto del marchese di Posa dello Schiller- una cieca tede nel progresso dell'umana ragione; una speranza nel perfezionamento di tutte le civili istituzioni; ed una certezza che il pieno trionfo della giustizia non deve tardare sulla terra. Schiller non prevedeva le giornate del Terrore- e £ i. ingien non sospettava vicino il cardinal .Ruffo, Fra Diavolo, Nelson ed Emma Uaona.    Zanella. ^