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Storia della Letteratura Italiana
Dalla metà del 700 ai giorni nostri
Giacomo Zanella
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 192

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a cura di Federico Adamoli

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   capo ii. (59
   alla prò va delvero, ehe agli artifizi! della dialettica, come allora usavano le scuole, comincia a sgombrare la via dai molteplici errori, che la debolezza della menfe, gl inganni dei sensi c della fantasia o l'impeto delle passioni mettono innanzi allo spirito. Le regole che prescrive non sono per la sola scienza, ma per la sapienza; cioè guidano gli alunni alla temperanza del vivere e all'abito delle vii tu. Pirli delle fonti delle idee, delle quali candidamente confessa d'ignorare 1 ultima origine; c dalle parole, che sono l'indice e la veste delle idee, passa a parlare del vero, di cui riconosce il criterio nella evidenza intuitiva o dimostrata Ma l evidenza essendo o dell'intelletto o dei sensi o dell'autorità, si ferma più particolarmente sulle norme con cui reggere i sensi nel fatto dell' esperienze e de e osservazioni; sul grado di fede da darsi all'autorità umana o divina espressa iella parola o nei libri ; segna all'intelletto la via ne' proeessi induttivo e deduttivo; c mostra come la concatenazione delle idee costituisea la scienza. Ammetto ohe questa logica del Genovesi ribocchi di notizie estranee alla logica detta pura dai Icdeschi; ne vorro certo paragonarla alla logica di Kant, di Wathely c del hosmmi : ma se penso alle menti dei giovani, che così facilmente si annoiano delle astrazioni^ io non posso non dolermi chc questo libro, che ha formato tanti insigni pensatori nel seeolo scorso, non sia ancora letto e commentato nelle scuole JJalla logica passò ad insegnare, nella stessa Università di Napoli, l'etica e la politica, che nella filosofia scolastica erano lasciate da parte, poiché si crc-deano contenute nella legge evangelica, e però non bisognose di speciale insegnamento. ^ urono prima i Protestanti a separare la morale dal diritto e la morale civile dalla rivelata. Il Genovesi dimostra l'identità fra le due dottrine- ma boli affermare id,a di un diritto umano indipendente dal diritto cristiano ed un diritto dello Stato indipendente dal diritto della Chiesa, poeo mancò che non giungesse alla teoria dello Stato autonomo, indipendente, assoluto d'ogni divina subordinazione. Questa dottrina, con altre proposizioni tratte da' suoi scritti tco logici, gli tirarono in capo 1' accusa di eretico, per cui gli venne negata la cattedra di teologia alla quale era concorso. Veramente il trattato teologieo che torma il quarto libro della metafisica, è povera cosa; ma certe dottrine precorrono i tempi dell'autore, come quando dice : la Chiesa è suddita al principe in quanto contiene un ceto di uomini viventi in società civile; e lo Stato è suddito alla Jnesa in quelle cose che spettano alla religione. Però eccedettero tanto i principi che si mescolarono m cose di religione, quanto i romani Pontefici che alzarono il piede sopra il capo^ dei re, e a loro giudizio li deposero o tentarono di deporti
   Annoiato delle brighe e delle molestie, che gli vennero dagli studi filosofici e teologici, si volse a più piane speculazioni -nella scienza economica degli Stati della quale avea parlato di passaggio nelle altre sue opere. Conobbe in quest ! tempo ' Intieri, al quale lesse il suo Discorso sul vero fine delle scienze e delle lettere ed alcune di quelle Meditazioni filosofiche, che poi raccolse e pubblicò uel l    filosofia 1 °1Vlltà PGr la Vk de'materiali Plessi fu lo scopo della sua nuova
   Il giorno 5 novembre 1754, il Genovesi dava principio alle sue lezioni di economia politiea dalla eattedra chc il generoso Intieri avea fondata del suo.