Stai consultando: 'Storia della Letteratura Italiana Dalla metà del 700 ai giorni nostri', Giacomo Zanella

   

Pagina (63/194)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (63/194)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Storia della Letteratura Italiana
Dalla metà del 700 ai giorni nostri
Giacomo Zanella
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 192

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   69 CAPO III.
   testatico, eolie asse sul lavoro c sui piceoli capitali investiti nel commercio. In qua ellC paese d'ctalia era franeo dal testatico1 chi vivesse nobilmente, ohe si g> -neava poltrisse nell'ozio. Oziavano i signori ed oziavano le loro terre- perehè
   monttiSfc,de TPÌta!Ì G Senza raPPlicazione della «cienza scarsissii/crano pBura! ' ' °ltre qU6St0' Ìn eerti mesi del1'anno diveniva comune
   ra a gUaÌ, min0ri' In ^alehe Stat« d'Italia
   era vietato di vendere all'estero il grano, l'olio, il lino ; vietato di trafficare da
   I ovfneia in provincia dello stesso Stato senza tassa foltissima. QuindM^gLoT
   II se MTdtrf' V0ltft CTlr°ne> U dGrrate Siacenti dan/o del dJ rO' % K paru le carestie, perchè le tasse erano più gravi
   tma ttJt -e VOltS 16 pl°HSÌ sollevarono contro i creduti incettatori del d sXrri in ? ^ondarono i loro furori con mandare nelle provincie un pugno Iirt S a del SW0St0 frumento. Senza permesso del governo non no-
   ,OXÌBollne,SCir- dal P°rt0 C°n eari.?° dÌ V™' nè ^est0 P-messo'si Et ^ed0P01una1min«Z10^ ricerca se il raecolto fosse sufficiente ai bisogni
   ¦ Medtlì\ho dl/sei.ta Pareggiarono qualche volta il valore delle merci;
   L- I r ^ riSU1T aveSSer° ad abbondare nello Stato; ma la viltà
   DuintHinsitnM 1 mava le industrie, e per conseguenza la nazionale ricchezza.
   dellfzafferfo e fi f UrC Z™ ** ^^ ÌU ItalÌa' della Seta> della l™, E ^ri , del T°' Che ? stent0 ora promettono di risorgere a nuova
   Xdità clefc vTP° lontano da che quanto serve ai bisognfed alle eom-
   Pltro le le»! ^Uand° T \SSe1cof Jn tutto grossolana, ci veniva dallo stìanieio. le polli, i cuoi, gli aghi, le forbici, i ferri chirurgici i cristalli od
   Sii cLt'Se!f tele 6 le-te-ra#lie' 11 laVOr° m— a libertà che ^o
   fc concoi^n ' ?°!POraZ1.°ni dl arti e mestieri'> non sentiva lo stimolo della
   ioti TXTv 7 °gnl n°Vltà n0n Pressa dal regolamento dell'arte: Meta o al cittadino il vestire che non fosse secondo la legge! In qualche Stato
   ¦li n T F°lblta 1 introduzio-e di stoffe straniere, d'ofo^ d'argento WaTo krellT6 ?rnamento di ™oli da tasea : negato 1' acquisire gioie fare'
   r a/o ''overno J dÌ qnoUe che si aveino ' Paese.
   nelle !^settlanÌTl Tf^^f a Presci^ere le spese dei funerali,
   t i abbidi!!l M' / due sole vo ^ donne potevano cangiare la veste £ T Minacciava poi tre tratti di corda o la multa di cinquanta
   d argento o d T° T Ìn lu°g° di CaPelH avess<3
   se fo dalla v/w ' ^^ 1 artlgian° Poroso d'incorrere nella multa, se fosse L industria noif ' n°n cr%molt.° diverso dal ciueo ehe volge la macina.
   IK ! ^ I Pì:°Spera SCnZa 11 Capitale 5 ma le Pene Contro eoi nome
   IrlLo dei J-VdifSlgpiaV^i°gni 1ftereS,Se1 del cWo> faeeano che stagnasse nello Hi di atto in tGhtfEbreiVe^-BSh,10 somministravano a' bisogni dall'industria, rrXJM I .sva JSiatl dal P°pelo o caeeiati in bando dai governi. ressimc le condizioni del commercio esterno. Le fuste di Tunisi e di Al-eri
   S^rven^'11'0 ^ ÌGeendÌand0 le eoste della Penisola; i pochi tronfi PC eui !ZlìXTZIT' gen0V?S1 6 t-°Seane n0n bastavano a rintuzzarne l'audaeia,
   a ferriera ÌÌL, ^ 11 ff1'0 ? ^re Sulle SPiagge alcune non
   Effinehè i d ' fa C°me VGdette Che segnalassero 1'avvicinarsi del nemieo, Eni Itti- ? KSer° a temP°1 mettersi in salvo. Le sabbie colmarono al' IT dliPRn 'nf !ÌUSei-° T 0rdlUanza reale' 11 commercio interno era ,eep-T da Ilo 'Z ^f'f Clie, arreSta7aU0 n ^-aleo da provincia a provini dnllf ctt^ Mal' 6 fe •C0lpi1Van0 16 merCÌ Sia nel1' e^rare ehe nell' useire ttflf r sd?fenn tn? ^ 5 1 commerd?> come nei primordi della società, si l &tffeon Ln l gllC 5 Passi poi dei fiumi e deje selve erano frequenti ziqnet delle merri dl masnadieri. Fatta m questo modo pericolosa la circolarono delle merci e del denaro ; resa immobile il proprietà ielle mani dei nobili