238 il risorgimento
El fanciullo si volge al re suo padre, e dice:
Non dico: Padre mio, non dico a lui,
Voi, siate voi, mio Padre, io dico a voi.
Ma il re ordina gli si dieno alcune monete, e lo si rimandi a sua madre, non sognando nemmeno possa essere il figlio suo, ch'ei crede morto insiem colia madre, Cosi accade anche una seconda volta. Se non che, non potendosi spiegare l'insistenza del fanciullo nel dichiararsi suo figlio, come questi ritorna, lo fa segretamente seguitare da un suo barone fino a casa. Finalmente Uliva stessa, riccamente cestita, si presenta col figlio all'Imperatore suo padre e al re suo marito. L'uno allora riconosce la figlia, l'altro la sposa e il figlio, e se ne fanno infinite allegrezze. Il papa assolve il re di Castiglia, e intanto ecco un nuovo intermezzo in cui si rappresenta il Giudeo finale. Una turba di gente si parte in due schiere, l'una lacrimosa e l'altra lieta; dal cielo scendono Cristo, la Vergine, i Santi e cori d'an-gel che cantano:
Venite benedetti ai padre vostro. „
L'Imperatore fa di bel nuovo sposare sua figlia a re Roberto, che carico di ricchi doni d'oro e d'argento prende commiato dal sacro suocero, e torna con Uli va e con suo figlio in Castiglia. Il Dramma si chiude colla Licenza dell'Angelo ch'esce a dire:
Popoi devoto e pien di reverenzia, Veduto avete la novella istoria Di questa Santa piena di prudenzia; Pigliate esempio a sua degna memoria, La qual fu ornata di vera eloquenzia, Se volete fruir l'eterna gloria; Vivete sempre in pace con amore; Perdon vi chieggo se c'è nato errore.
Così finisce questa Rappresentazione di Santa Uliva che per le sue forme esteriori , pel modo con cui è concepito e rappresentato il suo contenuto e per gli elementi vari che la costituiscono, può servir di tipo di tutte le Rappresentazioni di quest'epoca. — In tutte, infatti, per principiare dalle forme esteriori, troviamo usata, come nella S. Uliva, l'ottava rima pel dialogo e il metro delia canzone pei tratti lirici ; tutte cominciano coWannunziazione dell'angelo, che espone l'argomento del dramma come nel prologo della commedia greco-latina, per chiudersi in generale con una Licenza dell'angelo stesso che riassume la morale dell'azione e ringrazia gli spettatori dell'attenzione prestata. In tutte, come nella S. Uliva, non si tien conto alcuno delJe famose unità di tempo e di luogo; l'azione si svolge liberissimamente per un tratto lunghissimo di tempo e in luoghi diversi. Nella S. Uliva scorrono dodici anni, si passa da Roma, in Brettagna, dalia Brettagna in Castiglia, dalla Castiglia si torna nuovamente a Roma, si vi tggia per boschi e per mari, si trova il convento e l'osteria, la Chiesa e la Reggia. Vere e proprie divisioni in atti e scene non se ne trovano, tutt'al più abbiamo dei drammi divisi talora in giornate con degl'intervalli, richiesti per lasciar campo all'immaginazione dello spettatore di supporre che certi fatti si compiano, e rampiti da scene mimiche di vario genere o dal canto di canzonette e di laudi aventi col soggetto principale un'attinenza più o meno stretta Così è degl'intermezzi della S, Uliva, ad ogni principio e fine dei quali l'orchestra, o come dice il festaiolo, i deputati al suono dovevano far sentire delle armonie musicali. I personaggi delle Rappresentazioni sono sempre in numero grandissimo, e le azioni che s'intrecciano all'azione principale sono varie e molte., ma in guisa che tutte troiano la loro un tà