cai'Itolo quARto. — rinnovamento della lingua, ecc. S-81
rata, viene a sapere dalla lettera che Uliva ha partorito un mostro, che per tutto il regno si va sussurando che Uliva debba essere qualche meretrice, che, infine, alla Corte si crede ch'ella sia degna di morte. Ad onta della sorpresa e del dolore, il re risponde col raccomandare ai baroni Uliva fino al suo ritorno. Il corriere ripassa nuovamente dal monastero, la regina madre di nuovo lo addormenta con vino alloppiato, e di nuovo gli scambia la lettera con un'altra in cui è ordinato che Uliva sia bruciata viva col bambino in presenza di tutto il popolo. Il viceré ed i baroni tentano di salvare la madre ed il bambino. Messili entrambi in una cassa li fanno gettare a mare, abbracciando in loro vece due fantocci. La cassa, navigando, arriva a due miglia in Roma dove il mare trabocca nel Tevere. Quiv* è veduta da due vecchie, che la tirano a prodo, ne traggon fuor Uliva e il bambino, e li ospitano nella loro casa. Uliva è sempre rassegnata. Pur ogni cosa a laude del Signore, ella conclude accennando alle sue sventure. — Intanto il re di Castiglia torna vittorioso dalla guerra. Sorpreso dal vedere tutta la gente di sua Corte in gramaglie e dal non trovarvi nè la sposa nè il bambino vuol conoscere la cagione di tutto ciò, e scoperti gl'inganni e i tradimenti della madre, ordina che si arda il monastero e cM v'è drento. — A questo punto si compie la puma giornata del dramma con una processione in cui vedi Cristo, Pietro, i personaggi del Vecchio Testamento, uomini, donne e frati che vanno fra loro alternando il canto del salmo di Davide:
Sia benedetto il Signore d'Israel Perchè gli ha visitato, e operato L'alta redenzion del popol suo.
Scorrono intanto dodici anni. Sul principio della seconda giornata, il re di Castiglia si pente d'aver fatto abbracciare la madre, se ne confessa con un vescovo, il quale gli dice che soltanto il papa può assolverlo del suo peccato. Mentre il re si confessa, e subito dopo la sua confessione, hanno luogo due intermezzi fantastici in cui appariscono personaggi stranamente vestiti a simboleggiare il diverso stato d'animo del penitente prima e dopo l'atto di contrizione. — Dopo ciò, il re manda un'ambasceria all'Imperatore per ottenere licenza d'andare a Roma. L'Imperatore la concede, e fa bandire per la città l'arrivo del gran re di Castiglia che si reca a Roma per vedere quelle reliquie sante, il papa e l'altre cose tutte quante. Una delle vecchie che hanno raccolto Uliva ode il bando, e torna a casa narrando all'ospite sua come debba tra poco giungere in Roma il re Roberto di Castiglia. La perseguitata Uliva prega Dio che la ritorni in grazia del suo sposo. Il re di Castiglia viaggia verso Roma, e intanto gli spettatori sono intrattenuti da un intermezzo classico. Quattro donne ignude o vero vestite con tela di color della carne (le Sirene) con soavissimo canto addormentano alcuni uomini che vengon poi da esse presi e precipitati in mare. — Intanto Uliva ammaestra il suo fanciullo a riconoscere il padre, e quando questi giunge a Roma, ella fa si che se gli presenti. El fanciullo sì parte in compagnia d'un altro fanciullo contadino, e giunto d'innanzi al padre dice :
Voi siate il ben trovato, padre mio, Sete mio padre, e mia madre lo dice.
El Re maravigliandosi, dice:
Tu dei pigliare errore fanciullino mio.
E volgesi all' Imperatore credendo che sia suo padre, e dice:
Rispondete, signore, a quel che dice Questo fanciullo mansueto e p'o, Se avete un tal figliuol siate felice.