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Storia Letteraria d'Italia
Il Risorgimento
Giosia Invernizzi
Francesco Vallardi Milano, 1878, pagine 368

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   cai'Itolo quarto. — rinnovamento della lingua, ecc. S-81
   eseguisce. Uliva rimane nel bosco abbandonata da tutti tranne che dalia fede e dalla speranza. Prima che altro le incontri, compariscono sulla scena tre donne vestite una di bianco, una di verde e l'altra di rosso (Fede, Speranza, Prudenza), e un giovane in bianche vesti che dice le lodi specialmente della donua vestita di verde. Dopo ciò, ecco la Vergine Maria che scende dal cielo con due Angeli, riappicca le mani ai moncherini d'Uliva, e le addita un monastero dov'ella troverà rifugio. La giovinetta va al monastero dove le monache amorevolmente l'accolgono. Se non che, Ser Mariotto, il prete del convento, tentato dal demonio, s'invaghisce di lei.
   Io {egli dice) ho veduto una suora fra quelle La qual m'ha tutto quanto inviluppato; Parmi vedere il sol fra l'altre stelle, Ch'altro guardar che lei non ho pensato; In verità che queste cose belle Piaccion pure a vederle in ogni lato; Io son per lei in tanta turbazione Ch'io temo non andare in perdizione.
   Ma perchè ciò non gli accada, pensa di far passare Uliva per ladra, gettando, a tal uopo, un calice nella camera d lei, e accusandola d'averlo rubato. La cosa gli riesce a maraviglia, ed essendo da tutt deciso che la ladra sia cacciata dal convento, il prete propone la si metta in una cassa, e la si butti a mare, osservando alla badessa:
   Se trista sia, ne patirà le pene; E se l'è buona, Iddio l'ajuterà.
   Così vien fatto. Ma due mercanti del re di Castiglia, navigando, vedono la cassa, la raccolgono, e trovatovi dentro la fanciulla, la recano in dono al loro gran re. Mentre che costoro vanno alla reggia con Uliva, segue sulla scena un intermezzo classico in cui si svolge la favola di Narciso, che prima di morire fa il discorso ch'è in Ovidio, e morto ch'è, le Ninfe lo piangono così*
   Vanne felice al cielo Alma beata e bella, A trovar la tua stella e' star con lei.
   Lasciando tanti omei Di questo basso mondo, Dove non è giocondo, e tu lo sai ;
   Godi gli ardenti rai Della divina luce,
   Prendila per tua duce e fida scorta.
   Alma tu non sei morta Ma sei più che mai viva Benché del corpo priva sii restata;
   0 anima beata, Godi l'eterna mente, Dove starai presente notte e giorno,
   Quant'altre arai d'intorno Ch'a mirar il tuo viso Costassù in paradiso ne verranno!
   Or sei fuor d'ogni affanno, Or sei beata e lieta, Or sta sicura e queta, alma gentile.