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Storia Letteraria d'Italia
Il Risorgimento
Giosia Invernizzi
Francesco Vallardi Milano, 1878, pagine 368

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   capitolo quarto. — rinnovamento della lingua, ecc. 225
   prende Apardo ed Elisa per il braccio e presenta i due giovani a S. Pietro perchè lor venga fatto grazia. All'elevazione dell'ostia, gli angel - scendono dai cielo, e cantano: Sanctus, Sanctus, cosi dolcemente che tutti quei che si trovano in Chiesa si ad tormentano. Quando Elisa si riscote, va presso l'altare, stende le braccia in atto di preghiera, e si trova riappiccata al moncherino la mano ch'ella avea lasciata in casa del padre. La gioia di tutti è al colmo; si fanno molte feste, e Apardo, tolta seco Elisa, parte per l'Alernagna. — Ma la madre del Duca, ch'ha nome Lagia, risaputo il matrimonio del figlio, sospetta che qualche rea femmina l'abbia ammaliato ; ne fa gran lamento, e per non assistere alle feste che dovranno aver luogo al giunger degli sposi s'allontana dalla corte e va a d inorare nel ducato di Starile, dove poi sta pensando al modo di toglier di vita codesta sua nuora. Il Duca, giunto in corte, per nulla s. cura dell'assenza della madre, e celebra con nuove feste il suo matrimonio. Nasce una guerra. Apardo, costretto a partire, abbandona alle cure de'suoi luogotenenti la moglie gravida. In sua assenza viene alla luce un bel bambino, e i luogotenenti s'affrettano a darne, per lettera, novella allo sposo. Il corriere passando dal luogo dov'è la madre del Duca, vi si trattiene la notte, e narra del neonato bambino e della lettera di cui è latore. Lagia allora gii dà a bere vino alloppiato, e nel sonno lo spoglia della lettera, sostituendovene un'altra in cui è detto che il neonato bambino è un mostro e che Elisa è impazzita. Non è a dire se il Duca rimane dolorosamente colpito da questa noti la. Tuttavìa eg i ordina che il bambino sia serbato qual esso è, e che si abbiano i maggiori riguardi per la donna diletta del suo cuore. Il corriere ripassa da Lagia, la quale nel modo dianzi tenuto gli scambia la lettera del Duca con un'altra in cui è ordinato che El.sa ed il bambino vengano arsi vivi sulla pubblica piazza. Ai luogotenenti non dà l'animo di eseguire il feroce comando, e pensano di salvarli entrambi facendo fuggir l'una, nutrire segretamente l'altro in un bosco, ed abbruciare in loro vece una povera fanciulla del popolo con un bambino. E così fanno. Elisa, accompagnata dalla fedele Bellotta, riprende il cammino di Roma. Quivi giunta, dimora alcun tempo in casa della vedova che l'aveva ospitata l'altra volta, finché, acconciatasi come balia del figlio d'un tal conte Marco, parte per l'Alernagna. Per via si passa dal bosco dov'è il suo bambino ed ella se lo riprende e lo nudrisce così insiem con quello del Conte. Intanto il Duca Apardo, conosciuta la propria sventura, fa la pace coi nemici, torna alle sue terre, che nuovamente abbandona per andar in traccia della moglie e del figlio. In Roma sa dalla vedova che 1' una e l'altro si trovano in Alemagna. Va pertanto rammin-gando un pezzo per questo paese, finché un giorno, capitato sulle terre del Conte Marco, vien da questi invitato ad una gran festa. Nella sala del banchetto compariscono la balia e i due bambir il e allora succede il riconoscimento della sposa e del figlio. Nello stesso tempo Elisa si palesa figlia d'Imberto re d Dacia, ìi quale, invitatovi da una ambasceria del Conte Marco, accorre in Alemagna, riconosce la figlia, il genero e il loro bambino e li chiama successor del suo trono. Poco tempo dopo re Imberto muore in Roma dov'era ito a rendersi in colpa e a far penitenza de' suoi peccati: il Duca Apardo ed Elisa regnano in Dacia a grande onore. «Questa, conchiude il nar-rator popolare, è una storia tratta dalle antiche storie di Roma, e si conta di verità; e fue vero, e cosie è- scritta nella dette storie a onore di Dio. Amen ».
   La moralità della novella che abbiamo abbozzato consiste nel trionfo della castità e della rassegnazione. Elisa, anziché ridursi alle turpi voglie paterne, si taglia le mani, abbandona gli agi della reggia, e va tapina pel mondo finché riceve il premio della propria virtù. Perseguitata nuovamente, ella si rassegna alla sventura, e Dio la premia col r> ingiungerla allo sposo, al figlio e al padre pentito. La orma del racconto è semplice, evidente a modo volgare, senza ornamenti classici nè accessori cavallereschi. Il m racolo è rappresentato con ngenuità, e serba ancora un solenne significato religioso e morale.
   Ma non appena il divoto racconto delle avventure d'una fanciulla perseguitata ap^afra le mani dei dott letterati del secolo XIV, accade di lui ciò che abbìam già detto altrove essere accaduto della leggenda sacra in generale. Nella Novella I della X Giornata del Pecorone di ser Giovanni Fiorentino, si racconta di Dìonisia, figlia Invfrnizzi. il risorgimento. 29