capitolo quarto. — rinnovamento della lingua, ecc. 223
Tale è nel racconto italiano la storia della nascita e della fanciullezza di Orlando. Ma il primo Paladino dell'epopea francese, il cavaliere che consacrò la sua breve vita al sovrano ed alla fede e che, caduto da eroe a Ronoisvalle, la Chiesa annoverò fra i suoi martiri, avrà ben altra storia nella poesia italiana. La sua rigida ed astratta perfezione cristiana ed eroica, che già scema nel racconto cavalleresco popolare, un giorno sarà profondamente modificata. Aperta l'anima alle passioni profane, egli innamorerà d'una bellezza pagana, per lei sola farà prodigi di valore, per lei correrà dall' occidente all'oriente, da Parigi al Catai, lei amerà ogni dì più fino a diventarne Furioso. Già nei Reali si prevedono simili trasformazioni. L'amore terreno, l'amore della donna amata ed amante come motivo di cavalleresche imprese e come oggetto che interessa per sè il racconto, si sostituisce all'amor puro e disinteressato della giustizia e della gloria, ed ha lo stesso valore del motivo religioso di diffondere il Cristianesimo tra gl'Infedeli. Gli amori di Fegra con Rizieri, di Dusolina e Galerana con Fioravante, di Drusiana con Buovo, occupano molta parte de? Reali di Francia. Forse in ciò i rapsodi popolari più che le tradizioni del ciclo carolingio seguivano quelle del ciclo d'Arturo e della Tavola Rotonda. Comunque sia di ciò noi vediamo che il mondo eroico della Cavalleria passando attraverso dell'immaginazione italiana vien profondamente modificato ne' suoi caratteri essenziali. — Si confronti la Spagna colla Chanson de Roland. Entrambe hanno per tema la spedizione di Carlomagno e de'suoi Paladini contro i Saraceni di Spagna, spedizione che terminò a Roncisvalle colla disfatta dei cavalieri cristiani traditi da Gano di Magonza. Ma il motivo della spedizione nella Spagna è diverso da quello della Chanson de Roland. Secondo la leggenda francese Carlo fu indotto ad intraprendere la spedizione spagnuola da una maravigliosa visione. Una notte l'Imperatore vide una lista di stelle che dal cielo della Frisia giungeva sino a quello della Galizia, attraversando mezza Europa. Apparvegli poscia l'apostolo S. Giacomo, eccitandolo a scacciare i Saraceni dalla Spagna, a scoprire il suo sepolcro ed esaltare la Chiesa di Compostella. Carlo obbedì, e sul principio del Canto d' Orlando . Cristiani si trovano già da sette anni in Ispagna , della quale hanno già quasi compiuta la conquista. Qual è invece il motivo della spedizione nel poema la Spagna? Dopo aver trionfato di tutti i suoi nemici, e d'essersi reso padrone di quasi tutta la cristianità, Carlo vuole conquistare la Spagna invasa dai Saraceni. Raduna, pertanto, i suoi baroni, ricorda loro che maritando Alda con suo nipote Orlando aveva a questo promesso la corona di Spagna. Adesso, dic'egli, è giunto il momento di adempiere la promessa. E i baroni lo seguono nella Spagna allo scopo di mettere una corona sulla testa d'Orlando. Nel seguito del Poema il verseggiatore italiano non fa che ripetere i fatti contenuti nella cronaca attribuita all' Arcivescovo Turpino e nella Canzone d'Orlando; ma nel ripeterli perdono la vita che avevano nell'originale, cosicché, all'ultimo, la solennità religiosa ed eroica che si sente leggendo il Canto d'Orlando scomparisce, e non ti resta d'innanzi che un mondo di eroi, di battaglie e d'avventure scompagnato dall'ispirazione che primitivamente lo creava, e che colla straordinarietà degli avvenimenti sorprende soltanto l'immaginazione del volgo. Lo spirito che animava la leggenda di Carlomagno se n'è ito dalla Spagna come da tutti gli altri Poemi e racconti cavallereschi italiani, e non avanzano che le sue forme esterne divenute convenzionali. L'immaginazione, legata da queste forme e dalla fissità di un contenuto non formatosi colla vita nazionale, riproduce in tutti i racconti gli stessi tipi, come il saggio Oliviero, il prode Orlando, il traditore Gano di Magonza, il vecchio e prudente Namo di Baviera, e ti dà b ittaglie che possono tutte stare 1'una in luogo dell'altra, tanto che riesce, infine, ad una noiosa uniformità. Il mondo d
ella Cavalleria di
venterà pienamente libero nella fantasia del Pulci, del Bajardo e dell'Ariosto, ed allora il contenuto del racconto cavalleresco popolare prenderà nuovo moto e nuova vita.
Le disposizioni interiori che modificavano così profondamente la leggenda cavalleresca trapiantata in Italia ci si rivelano anche in certi racconti popolari prosastici o poetici che sono trasformazioni di leggende sacre antichissime. Ci servano