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IL RISORGIMENTO.
il colorito e lo spirito dei Paladini di Carlo Magno e delle loro imprese; si combatte fra gii Unni e i Latini precisamente come nella Spagna o nei Reali di Francia si combatte fra Saraceni e Cristiani. Egli è che nell'immaginazione popolare del secolo XV tutti i racconti prendevano le tinte e l'andamento dei racconti della Cavalleria allora in gran voga.
I Racconti cavallereschi traggono la loro origine dalle leggende popolari del mondo feudale. L'eroe di questo mondo era il Cavaliere, individualità energica, intrepida, intraprendente, animata da uno spirito guerresco, disinteressata fino al disprezzo dei beni terrestri, avida soltanto di gloria, non soggetta ad altri che a Dio ed al re, non ossequente ad altre leggi che a quella della spada e dell' onore. Dopo Dio, la donna era l'oggetto principale del suo culto. In lei raccoglieva quante leggiadre e care virtù possiede il mondo ; ella gì' infondeva il coraggio delie più ardue imprese, per lei moriva col sorriso sulle labbra. La religione lo circondava della sua aureola, dando uno scopo sacro alla sua guerresca attività. Dopo parecchi anni di educazione e di tirocinio, in una solenne cerimonia che si faceva nella Chiesa, egli riceveva il suo grado e la spada benedetta con cui doveva difendere la legge di Dio contro gl'Infedeli. Chiuso nella ferrea armatura, egli andava da quel giorno errando per piani, per monti e per valli, tra pericoli continui e sempre nuovi, in traccia di pericolose imprese.
II genio delle nazioni ordinate feudalmente, impadronitosi delle imprese della Cavalleria, le intrecciò colle gesta di altri eroi nazionali, vi fece penetrare le proprie credenze nel maraviglioso e principiò in tal guisa una serie di canti e di leggende che servirono poi di fondamento ad una quantità grandissima di epopee cavalleresche.
Fu la Francia quella che creò prima la leggenda popolare del mondo feudale, e furono i fatti e gli eroi dell'impero di Carlomagno quelli a cui primamente s'intrecciarono i racconti delle gesta cavalleresche (1). Morto il grande Imperatore, le sue conquiste, la sna splendida corte d'Aquisgrana, il suo viaggio a Roma, le sue lunghe lotte cogl'Infedeli, e specialmente la guerra contro gli Arabi di Spagna, si trasformarono in tradizioni e leggende, soggetto delle Ballate popolari cantate per quasi due secoL (814-1050) quando le schiere stavano per movere all'assalto, oppure nelle feste e nei conviti. Siffatti canti un giorno si riunirono fra le mani dei rapsodi , e diedero nascimento all' epopea francese. Gli eroi e gli avvenimenti eh' essi celebravano isolatamente si riunirono e si ordinarono in un mondo ideale, dove la fantasia del rapsode non trovò più limiti alla propria libertà. Intorno a Carlomagno sorsero Cavalieri a migliaia; le loro imprese si moltiplicarono all'infinito ed assunsero proporzioni gigantesche. Tu li vedi correre rapidamente dall'un paese all'altro d'Europa, lanciarsi nell'Asia, passando di battaglia in battaglia, d'avventura in avventura. La lor vita venturosa e vagabonda è piena d'incantesimi e miracoli; la loro è una giovinezza guerriera che si agita in un mondo maraviglioso. I poemi che dal 1050 al 1200 uscirono dall' immaginazione francese sono ben lungi dalla verità della storia, eppure in mezzo a impossibili imprese ed a fantastici eroi sentesi lo spirito della storia. Intanto gli eruditi francesi fanno due classi distinte delle loro epopee, la classe cristiana e monarchica, e la classe feudale. Nei poemi della prima classe, come nella Chanson de Roland, apparisce l'autorità monarchica consacrata dalla religione e personificata in Carlomagno. Esala da questo canto uno spirito solenne di religione fuso con quello eroico della Cavalleria, che nella sua individualità, si mantiene tuttavia ognor devota al cenno dell'Imperatore, e pone, al par di quest'ultimo, il proprio ardore guerriero a servigio della fede cristiana. Carlomagno, l'imperatore incoronato in Roma da papa Leone, è il capo della cristianità, l'uomo che ricevette da Dio la missione di spargere il cristianesimo tra gl'Infedeli. Perciò
(1) La maggior parte delle notizie che seguono sulle tradizioni cavalleresche e sull'epica cavalleresca in Francia sono tolte da Gaston Paris, Histoire poètique de Char-lemagne»