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IL RISORGIMENTO.
soccorerto anche qualora dovesse rimaner perdente nei duello. Re Giano accetta, e fermati i patti da una parte e dall'altra i due campioni entrano in lizza. L'urto è terribile, ma Attila ha la peggio, chè un fendente di Giano gli manda al proto mezzo l'elmo s un orecchio, E come morto a terra lo distende. Giano gli è sopra e sta per ucciderlo, quando i Pagani, vedendo il loro signore a terra, dimentichi della data fede, accorrono in cinquecento, lo liberano, e fanr.o prigioniero Giano. Attila, da leal cavaliere, comanda che il suo nemico sia tosto rimesso in libertà, e punisce i suoi facendone impiccar cinquecento. — La guerra intorno a Padova dura nove anni, ma infine Giano abbandona anche questa città e si ritira con la sua gente in Rimini. Attila lo segue, dà l'assalto a Rimini, ma i suoi hanno la peggio, ed ei fortemente turbato volge in cuor suo mille pensieri per dar la morte a Giano.
La notte apparvegli strana visione, Chè con la falce a lui venia la morte Dicendo: tu mi fuggi, can ghiottone, Ma al tuo fuggir saran le strade torte Che '1 buon re Giano cattolico e giusto A forza il capo tuo trar de' dal busto.
Spaventato dal nuovo sogno, manda a re Giano offerendogli di restituirgli Padova e tutte le altre sue terre, a patto ch'ei si faccia Barone nelle schiere degli Unni. Giano rifiuta sdegnosamente l'offerta, e intanto riceve avviso che Guglielmo Vicentino, Accarino conte d' Este e Marcello da Feltre vengono con tre mila armati in suo soccorso, e che altri seimila cristiani guidati da Capitello muovono in sua difesa da Costantinopoli. Il popolo pagano è preso tra Vincudine e il martello dagli assediati e dai nuovi armati che vengono di fuori. Attila è sempre dominato dal feroce disegno di uccider Giano, e un giorno si decide finalmente ui mandarlo ad effetto. Scambiati i propri abiti regali col capello, la tasca e il bordone di un pellegrino che trovavasi nel campo, si mette sotto le vesti un coltello avvelenato ed entra in Rimini. Chiedeva
carità per Dio divino, E s'era da nessuno addimandato Dicea venir dal luogo sacro e pio Dove sepolto fu il figliuol di Dio.
Cosi per la città limosinando Parea Bernardo con le sue man gionte, Giunse al palazzo dove che giocando Stava re Giano e il cavalier d'Almonte.
Il giuoco era quello degli scacchi. Non trovando via buona di ferire re Giano perchè questi era armato da capo a piedi, Attila si piega sopra il bordone, e sta silenziosamente ad osservare, finché vedendo che re Giano stava per lasciarsi sfuggire un bel tratto, scappa fuori con un' osservazione in zingaresco siile. Re Giano insospettito, guarda fiso il pellegrino
Che avea proprio del sguardo cagnino, ma finge non curarsene, e continua a giuocare.
A posta fece lui un scapezzone; Attila forte rise, e nella faccia Videsi eh' era di canina raccia.
Giano allora ancor più insospettì io, guarda meglio il pellegrino, s'accorge d'un