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Storia Letteraria d'Italia
Il Risorgimento
Giosia Invernizzi
Francesco Vallardi Milano, 1878, pagine 368

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a cura di Federico Adamoli

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   IL RISORGIMENTO.
   Noi star tutte maltrattate, Rotte tutte e strambellate Per afer tante trincate Tutte fote borse nostre (1).
   Ma furono queste le ultime manifestazioni popolari dei sentimento d' una patria caduta sotto la dominazione straniera e l'oppressione clericale (2).
   Fra i silenzi e le abitudini della servitù il popolo fiorentino ripigliò i suoi canti, ma non creò guari più. Il Rispetto colla sua vezzosa ripigliata negli ultimi versi, la Canzone a ballo colla sua onda musicale, tutte le altre forme della lirica popolare toscana, espressioni di idee e di sentimenti ispirati dalla realtà della vita cittadina e campestre, piene di festività borghese e campagnuola, ricche di armonie e d'immagini, rimasero creazioni spontanee d' altri tempi, creazioni che il Sacchetti, Lorenzo de' Medici e il Poliziano abbellirono, ma noi? alterarono nella loro indole nativa. Il popolo, nel ripigliarle, le modificò, le rimpastò, ma nel fondo le idee, i sentimenti e le inmagini, rimasero le idee, i sentimenti e le immagini d'una vita trascorsa, i fiori d'una flora spenta il cui profumo è per sempre perduto. « Invero, dice il Prof. 'D'Ancona, il popolo nostro al dì d'oggi non canta, ma ripete; non inventa, ma riproduce un tesoro di versi a cui per tradizione è affezionato: anche credendo d'improvvisare ei rimescola e riunisce immagini e versi sparsi in vai ii componimenti. Questa poesia popolare di cui adesso si. fan raccolte, e che è sembrata una rivelazione, non è che l'ultimo eco della gioventù d'una schiatta.....Noi, radunandone i
   frammenti dalla viva voce delle montanine, andiamo ritrovando le membra sparse del passato: porgendo orecchio al canto dell'agricoltore raccogliamo un suono che ormai, quasi perduto nelle pianure e nelle valli dell' Arno, si va prolungando nelle ardue vette dell' Apenn.no, quasi in ultimo riparo ai progressi dell'incalzante civiltà » (3). — E in effetti quella di Lorenzo di Medici fu l'energica giovinezza del
   (1) Raccolta di Trionfi, Carri, ecc.
   (2) Ci avanzano por altro dei frammenti di canti popolari sienesi che ricordano l'assedio sostenuto dalla repubblica di Siena (1554-55) aiutata dai Francesi capitanati prima dal Montluc e poscia da Pietro Strozzi. L'armata del duca Cosimo I che assediava Siena era comandata da Gian Giacomo Medici marchese di Marignano. Ecco uno di questi frammenti che probabilmente ricorda la battaglia di Marciano (agosto 1554) perduta dallo Strozzi :
   La fame, la sete La rabbia tedesca, E del Marignano Per Cosimo 1' esca, Ci fér sparpagliati In diversi siti Pel rombo storditi; Col ferro, co'piedi Caduti nel fosso Ci vennero addosso Che l'acqua non corse Se rossa non era. 0 Pietro di Strozzi Ferito nel fianco Di palla nemica Fra gli urli e i singhiozzi D'amara fatica. Morire volevi, E non il potevi!
   Per altri frammenti e altre indicazioni V. D'Ancona, loc. cit.
   (3) Loc. cit.