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Storia Letteraria d'Italia
Il Risorgimento
Giosia Invernizzi
Francesco Vallardi Milano, 1878, pagine 368

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a cura di Federico Adamoli

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   CAPITOLO QUARTO. — RINNOVAMENTO DELLA LINGUA, ECC. 201
   Or vogliam con allegrezza Consumar questi anni pravi Perchè i matti come i savi Ad un fin tutti hanno a andare (1).
   In mezzo a questa gioia sfrenata e vorticosa che travolgeva ogni sentimento di religione e di moralità, s'udì la voce di fra Girolamo Savonarola tuonar minacciosa contro i baccanali fiorentini. — Uno dei mezzi adoperati dal frate di S. Marco per arrestare la corruzione e ravvivare fra il popolo il sentimento religioso, fu quello di scriver laudi spirituali da opporre ai canti carnascialeschi. Musica, metro, andamento eran quelli medesimi dei famosi canti di Lorenzo il Magnifico; soltanto il contenuto era mutato, perocch' egli cercasse di mettere « a contrasto con ognuna di quelle bestemmie, una parola di religione e di fede» (2). Eccoue un'esempio:
   Viva, viva in nostro core Cristo re, duce e signore! Ciascun purghi l'intelletto La memoria e volontade Del terrestre e vano affetto; Arda tutto in caritade Contemplando la bontade Di Gesù re di Fiorenza; Con digiuni e penitenza Si riformi dentro e fore.
   Tutti sanno come il Savonarola riuscisse per un istante nel suo intento. Il popolo fiorentino si strinse intorno a lui, fece dell' ultimo giorno di carnevale un giorno di purificazione, bruciò i monumenti della vanità mondana, e mentre poco prima aveva seguito plaudendo il carro di Bacco e d'Arianna cantando i versi di Lorenzo il Magnifico, adesso menava mistiche ridde intorno al legno della Croce, intuonando sacre canzoni. Anche molti letterati seguirono 1' esempio del popolo, trascinati dall'eloquenza impetuosa di fra Girolamo. Per tacer d'altri, Girolamo Beiiivieni, dotto dell'Accademia platonica, amico di Pico della Mirandola, abbandonò la filosofia e rinunziò all'arte profana per darsi interamente a servire la causa del frate di S. Marco. L'esaltazione religiosa fu per un momento portata al colmo. A quel modo che col-l'orgia carnascialesca si era giunti fino alla pazzia profana, col fervor religioso si giunse fino alla Sacra Pazzia (3). 11 Benivieni, nelle laudi che scriveva per il popolo, esprimeva la gioia grande che si prova nel divenir pazzo d'amore per Gesù :
   •
   Non fu mai più bel sollazzo Più giocondo nè maggiore, Che per zelo e per amore Di Gesù, diventar pazzo. La pazzia di Gesù sprezza
   Quel che il savio cerca e brama Stati, onor, pompe e ricchezza, Piacer, feste, gloria e fama; Sempre cerca, onera ed ama Quel che il savio ha in odio tanto, Povertà, dolore e pianto Il Cristian, perch'egli è pazzo.
   (1) A. D'Ancona, loc. cit.
   (2) P. Villari, La Stor. di fra G. Savonarola, lib. Ili, Cap. VI.
   (3) Fu il Benivieni che scrisse le laudi della Sacra Pazzia. — V. Poesie di Gerolamo Benivieni, Firenze 1500.
   invbrmzzi. — Il Hisorgtmentv. 56