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Storia Letteraria d'Italia
Il Risorgimento
Giosia Invernizzi
Francesco Vallardi Milano, 1878, pagine 368

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a cura di Federico Adamoli

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   186 IL RISORGIMENTO.
   della carne, che dopo molti secoli di oppressione, sorge allegro, incredulo, satirico beffardo, incontro al mondo dello spirito puro, astratto, malinconico, pieno di feae; è, infine, la vita di una società ricca, colta, epicurea che si obblia fr? i delicati godimenti dell'arte. — Da questo momento, i sedimenti e la cultura degli italiani ricevettero una direzione opposta a quella dell'epoca di Dante. L'opposiz:one al Medio Evo che sorge dal fondo delle opere degli eruditi del secolo XY, si trovava adunque già nella coscienza italiana , prima ancora che i classici vi potessero esercitare tutta la loro influenza. L'antichità 'classica venne poi, occupò il luogo della cultura medioevale, e aggiunse le proprie alle tendenze già esistenti. Le condizioni di spirito in cui versavano le classi colte italiane nel momento in cui Petrarca e Boccaccio iniziavano il rinascimento del mondo greco-lat.no, rendono ragione dell'indirizzo particolare preso dagli studi classici in Italia. Che cosa cercano, infatti, i nostri latinisti del secolo XV nelle opere degli antichi1? Indifferenti ai motivi e fini della cultura del Medio Evo, essi vi cercano la filosofia , la morale la scienza della natura esteriore, la bella forma, tutte quelle cose, insomma, che possono interessare uno spirito essenzialmente rivolto al mondo della natura e dell'uomo. Sul principio, essi non fanno che apprendere ed imitare; in seguito, quando l'attività interiore si sveglia, le questioni scientifiche da essi trattate, s'aggirano tutte dentro la cerchia dell'uomo e del terreno, e la loro poesia sorge inspirata dal sentimento della vita esteriore e da quello della bella forma.
   E sono ancora le suaccennate condizioni spirituali quelle che ci rendono ragione della mancanza di ogni elevato scopo religioso o politico nella cultura dei latinisti, non che di quel carattere puramente letterario e formale che distingue in generale le loro opere. Da anime religiosamente e politicamente vuote, quale scopo religioso o politico poteva sorgere, che diventasse una passione, che volesse a sè consacrate le forze della vita spirituale e le cognizioni recentemente acquistate ì Si parlava bensì della necessità della religione, ma le erano declama/ oni rettoriche vuote d'ogni sentimento religioso profondo ; si facevano è vero, suonar alto i gran nomi di Roma, dei Bruti, degli Scipioni, ma di quel forte e severo mondo latino non si riproduceva che il meccanismo esteriore. La libertà politica era perduta ; da un capo all'altro d'Italia erano sorti i decorati dispotismi dei Signori, e intanto si vedevano i latinisti, obbliosi d'ogni libera vita politica, servire in questa o quella corte, e in quel rapido e sanguinoso sorgere di piccoli troni, applaudire anch'essi come tutti gli altri a chi rimaneva vincitore. Ciò che soltanto, e davvero in essi viveva, era il culto del sapere e dell'arte; però li trovi nelle Accademie, nei geniali convegni, negli ozii campestri, indifferenti alla rovina che li circonda, cercare con immenso ardore la cultura per la coltura e l'arte per l'arte.
   Ben altra direzione ricevevano gli studii classici dallo spirito tedesco. Quando lo studio delle opere greche e latine, dall'Italia penetrò nella Germania, trovò nella coscienza tedesca uno scopo religioso, al quale incontanente servì. « Se, dice il Ranke, si trovarono in Italia poeti, che come il Boccaccio e il Petrarca, diedero un'impulso nazionale allo studio dell'antichità, e gli fecero fare notevoli progressi, in Germania, quest'impulso parti dal seno di una confraternita spirituale, quella dei Gero-nimiti della vita comune , confraternita stretta dai legami del lavoro e d' una
   vita rit' .*ata......In Italia si studiarono le opere dell' antichità per apprendervi
   le scienze, in Germania per fondar scuole filosofiche. Là, si cercò di risolvere i più grand problemi dello spirito umano, non ancora con una completa indipendenza, ma sotto l'ispirazione degli antichi; qui si attese a comporre libri maggiormente utili per l'istruzione della gioventù. In Italia, si rimase specialmente colpiti dalla bellezza della forma, e si principiò dall'imitare quella dell'antichità, in Germania questi studii presero una direzione religiosa. ... — La stessa tendenza degli spiriti in Italia e separarsi dalla Chiesa e a mettersi in opposizione con essa si presentò anche in Germania. Nel primo di questi paesi, lo scetticismo, che non potè essere mai represso del tutto, era penetr ato nella letteratura, e generò un' aperta