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Storia Letteraria d'Italia
Il Risorgimento
Giosia Invernizzi
Francesco Vallardi Milano, 1878, pagine 368

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a cura di Federico Adamoli

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   CAPITOLO TERZO, «•>- SVOLGIMENTO DELL'ERUDIZIONE. 183
   Illa veloces inovet aeris artus Dum peti sentit, sìmul et se<,Ueiitem Incitat labens, simul et Deorum
   Numina clamat. Illicet Divum cliorus liinc et mine Fert opem fessse. At Polyphemus ante Non abit, lassus licet et Deorum
   Voce repulsus, Quam ferox nymphre t.umidis papillis Injicit dextram roseoque ab ore Osculimi Victor rapit. Illa maesto Delitet amne.
   Siffatti erano i canti che il Pontano modulava sopra una cetra antica, rendendo in elette armonie latine i suoni sparsi della vita interiore del suo tempo, vita non tormentata da contraddizioni, indifferente ad ogni elevato scopo religioso o politico, governata da un sentimento molle e superficiale della vita e dal gusto squisitissimo della bella forma. Il latino del Pontano si adatta mirabilmente al contenuto de'suoi canti: perduta ogni rozzezza e scabrosità scolastica, scorro piano, facile, armonico, si piega ad esprimere tutte le sfumature del sent:mento e tutti i capricci dell'immaginaz :>ne. Per il Pontano non esistono d.fficoltà ai li igua; dove il lat'.no non basta, egli, dice il Settembrini, francamente latinizza la parola moderna, e t: a innanzi spedito. « È mirabile, continua 1 citato scrittore, com'egl in quella sua lingua latina si abbandona, si dondola, dice il motto a tutte le fanciulle, invita tutti i suoi amici a godere, e com'egli vecchio si volge al suo nipotino e gli parla, e come gL canta la n*nna nauna della mamma e della balia (i). » — Guardando le sue poesie non si può dire ch'egli abbia tolto ad imitare questo o quel poeta latino: le antiche forme della poesia latina appariscono tutte, ma tutte ricevono un' ai-pronta particolare dallo spirito che le penetra. Egli è che nel Pontano, come nel Poliziano non ci è soltanto l'erudito e l'imitatore, ma vi è di più l'artista, che accoppia alle forme antiche un contenuto nuovo, qualunque ei sia, e mirabilmente le piega ad esprimerlo. E così avvenne che in NapoL, come in Firenze, il sentimento dell'arte tolse < latinisti dall'inerte erudizione, dalla passiva contemplazione dei model' antichi ed eccitò lo sviluppo originale dello spinto italiano. Il sentimento della natura e dell'uomo, quale si venne formando nella coscienza italiana dal Boccaccio in poi prende la prima sua forma e comincia la sua vita nei canti latini modulati dal Pontano e dal Poliz ano: in seguito si determina e si svolge in tutta la letteratura del Risorgimento, dalla poesia dell'Ariosto alla scienza del Macchiavelli.
   §•5.
   L'ERUDIZIONE — CARATTERI GENERALI.
   E qu. porremo termine alle nostre parole intorno all'erudizione italiana nel secolo XY. Partiti dai Guarino grammatico, scopritore, traduttore e commentatore di classici (Mitiqtoi, siamo g unti fino al Poliziano e al Pontano poeti latini. I momenti di questo sviluppo ci s. presentarono sotto aspetti molto diversi l'uno dall'altro. Trovammo dapprima in Lorenzo Valla l'erudito che diè moto all'erudizione del Bruni e del Poggio , e iniziò la critica. In Firenze, raccolti intorno alla pensosa figura di Marsilio Ficino, trovammo un'eletta di eruditi che studiavano filosofia nei libri dell'antichità, che tentavano conciliare le dottrine platoniche e neoplatoniche col Cristianesimo, che cercavano fin nel lontano Oriente la culla del
   (1J Settembrini, Lezioni di Lett. ltal.x voi., I, lez. XXXV,