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Storia Letteraria d'Italia
Il Risorgimento
Giosia Invernizzi
Francesco Vallardi Milano, 1878, pagine 368

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   CAPITOLO TERZO, «•>- SVOLGIMENTO DELL'ERUDIZIONE. 181
   terrena, che apparisce dopo molti secoli di aspirazioni ultramondane e d'invitte mestizie. Il cielo, la terra, i monti, le piante, l'erbe e i fiori inneggi.ino agi' amori voluttuosi di due giovani. Tutto qui s'aggira dentro la cerchia gioconda della vita. Il solo pensiero che in tanta onda di delizie del senso rattristi per un momento Lepidina inebbriata d'amore, è questo, che la bellezza è fugace: Me miseram ut tri-stes surgunt ad tempora ruga?! Ma questo sentimento voluttuoso della vita in seno alle delizie della natura esteriore, che è il contenuto essenziale del mondo poetico del Pontano, non si svolge in una forma tutta propria e libera allatto, bensì in quella della classica antichità. Imperocché a quei modo che il Pontano moralista considera il mondo morale attraverso i dogmi di Aristotile, di Cicerone e di Seneca, del pari il Pontano artista contempla la natura attraverso le forme dell'antica poesia greca e latina. Vuol dire che la natura tutta festeggia le illustri nozze della Lepidina; ed ecco Capri, Amalfi, Mergellina, Posilipo uscir dalla sua immaginazione trasformate in Ninfe; ecco dal mare e dai monti venir Nereidi e Tritoni e Driadi ed Oreadi, le belle e fantastiche creature del mondo poetico della Grecia. La natura è per lui ravvolta net velo fiorito della favola antica; ogni cosa passando attraverso la sua immaginazione assume forma classica. E che sentimento squisito egli ha di questa forma! È per esso che si moderano e si affinano i rapimenti voluttuosi del senso e dell'immaginazione, è desso che dà un'aspetto elegante e vezzoso al suo mondo poetico. Il quale, per ciò, non è fatto per le plein gnorant. e grossolanamente sensuali, ma per quella società colta, elegantemente epi '.urea, pi§na di reminiscenze classiche che mena la sua vita nelle Corti e nelle Accademie, senz'altro culto verace nell'anima fuor quello dell'arte.
   .... ite illepidi atque inelegantes. Ales nam Veneris nitore gaudet, Odit sordi/iem, inficetiosque, Insulsos fugit ei parum venustos (1).
   La bellezza, l'eleganza della forma, ecco lo scopo finale del mondo poetico che siam venuti caratterjzzando.
   I libri degli Amori, i Bagni di Baja, i Versi giambici e lirici, e tutte le altre poesie del Pontano riproducono in -versi latini di una leggiadria senza pari in questo secolo tutli i moti di un'anima voluttuosa ed idillica. Ci è in esse un'artista che crea belle forme allo scopo di crear belle forme e di appagare in tal guisa l'istinto del bello che lo governa. Le fuggevoli emozioni, i piaceri, le tendenze di un' anima penetrata di voluttà e d classicismo, sono pervenute a noi realizzate in queste poesie latine. Talora e il sentimento dell'eleganza che vezzeggia con grazia e voluttà
   come nei versi; « Ad pueros de columba', (2) » tal'altra è quel certo abbandono
   <»
   (1) Pontani, Carmina, Bojarum.
   (2) « Pueros de Columha. »
   Cui vestrum niveam meam columbam Donabo, o puenì Tibi ne Juli? Num Coeli tibi ì num tibi Nearche? Non vobis dabimus mali puelli ; Non vos munere tam elegante digni. Quin ite illepidi atque inelegantes, Ales yiam Veneris nitore gaudet, Odit sorditiem, inficetiosque, Insulsos fugit et parum venustos. Srd cuinam cupis, o Columba, munus De ferri ? Scionam meam puellam Amas plus ocolis tuis, nec ulla Viviti mundior, elegantiorve. Eaec te in deliciis habebit, haec te