CAPITOLO TERZO, «•>- SVOLGIMENTO DELL'ERUDIZIONE. 169
latine, e già era nato Jacopo Sannazaro. Nel frattempo, altri s' occupavano di filosofia naturale, e le cognizioni dell'antichità trasfondevano vita nuova nelle scienze della natura. Girolamo Tagliavia rinnovava l'opinione del pitagorico Filolao sul movimento della terra intorno al sole, e scriveva un libro sul sistema del inondo, che alcuni vogliono capitasse fra le inani di Copernico, dimorante allora n lloma: Antonio Ferrari, detto il Galateo (1), dimostrava la probabilità di trovare i1 passaggio alle Indie Orientali, navigando verso Ponente, e primo, dices disegnava carte geografiche ed idrografiche: Antonio Flaminio veniva in molta fama per gli studi astronomici, e sul finire del secolo XV era chiamato a professarli in Roma : altri molti ricordati dagli storici napotetan coltivavano quale una quale un'altra parte della scienza della natura. Convien confessare, dice il Tiraboschi, che al regno di Napoli noi siamo debitori dei primi sforzi che in questo secolo si fecero a squarciare la densa nube che avvolgeva ogn cosa.
Ma il maggiore dei poeti e dei dotti che illustravano l'Italia del mezzogiorno in sullo scorcio del secolo quindicesimo, era Giovanni o Gloriano Pontano.
Nel 1447, quando 1' esercito d'Alfonso d'Aragona trovavasi in Toscana per la guerra contro i Fiorentini, capitò al campo napolitano un giovinetto umbro, che fuggiva le sanguinose discordie civin della sua terra natale, e cercava un rifugio fra l'armi. Quel giovinetto era Giovanni Pontano, nato a Cerreto nell'Umbria nel dicembre del 142u, I furori di parte gl: avevano tolto già da alcun ann il padre, ed egli stesso doveva la vita alla sollecitudine della madre sua che, sottrattolo il tempo ai pericoli, lo aveva condotto seco a Perugia, avviandolo quivi ai primi studi d latinità. Tornato dipoi in Cerreto per raccogliervi l'eredità paterna, era stato costretto dalle civili discordie che v imperversavano a fuggii ne subito, e a ricoverarsi al campo dell'Aragonese. Visse così qualche mese fra l'armi, e quando la guerra terminò, segui l'esercito di re Alfonso, e passò ad abitare in Napoli, dove fu conosciuto da Antonio Panormita, che lo diresse neg'i studi, lo introdusse nella società dei dotti napoletani, e lo additò ad Alfonso d'Aragona, dal quale s'ebbe un' impiego nella cancelleria reale (2). Tornato con ardore agi studi, a ventiquattr'anni, die'egli stesso, quelli ch'erano nvecchlati nelle lettere lo giudicarono eccellente (3). In breve tempo ei s'era fatto dottissimo. Fisica, morale, erudizione, rettorica, tutto egli aveva abbracciato col suo pensiero, e
(1) Antonio Ferrari (1441-1517), detto il Galateo, da Galantina terra della provincia di Salerno, fu medico che agli studi della medicina aggiunse quelli della filosofia, dell'archeologia e della stoi a. Visse qualche tempo in Napoli amico al Panormita ed al Pontano, poi, costrettovi dalla povertà, andò medico condotto a Gallipoli, città cli'ei descrisse in un libro latino. Dimorò anche per molt'anni in Lecce, dove fondò un'Accademia di lettere simile a quella napolitana del Panorama. L'opera più pregiata del Galateo è quella che ha per titolo: De situ Japigice, contenente la descrizione della provincia di Lecce. Rimangono inoltre di lui: un libro intitolato: De situ elementorum e varie opere scientifiche intorno all'origine dei mar e dei fiumi, al morbo gallico, al buon temperamento, agli aforismi d'Ippocrate, all'ottano genere di filosofare. S'ha anche del Ferrari una storia della presa di Otranto fatta dai Turchi nel 1480 e della liberazione di questa città per opera di Alfonso duca di Calabria. — Il Galateo seppe affrontare le superstizioni ed i pregiudizi! del suo tempo, mostrando falsi e deridendo i notturni convegni delle streghe, 1' apparire dei trapassati e simili altre stranezze, pascolo della fantasia del popolo superstizioso che lo circondava.
(2) Vedi Pontano, Amorum, Lib. II, Cap, IV — e De Prudentia, Lib. 1, Cap. XXXI.
(3) Pontano, De Prudentia, loc. cit.
Invermzzi. — Il Risorgimento. 22