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IL RISORGIMENTO.
proprio vantaggio le discordie dei baroni, l'ignoranza del popolo, l'amore della pompa, il culto delle lettere* la noncuranza politica universale, — e rassodare abilmente la nuova signoria, dominare, amicarsi e gratificarsi tutti. La sua religione è cosa esteriore e talvolta superstizi )sa ; le sue credenze morali tengono del letterario e dell'astratto; ciò di cui egli è più persuaso si è della vigilanza della ragione e della forza della volontà: aveva lottato ventun'anno per giungere al trono ; alla fine trionfando ben poteva dire: veggo che la fortuna si può superare colla costanza. A questa fede nella potenza dell'individualità umana, s' aggiunga l'amore per le opere dell' intelligenza e per l'antichità, ch'egli partecipa cogl' Italiani tutti Davvero per lui la letteratura è una religione, il letterato un sacerdote, l'antichità il tempio dei miracoli. (1) Egli raccoglie una biblioteca così ricca che fu paragonata a quella dei Tolomei; il Panornuta, il Valla e i moltissimi altri eruditi che vivono nella sua Corte, sono i suoi uomini prediletti: vo lo vedete sedere in mezzo a loro e ragionare e discutere di filosofia, d'arte d'erudizione; vo lo vedete tenere egli stesso erudite adunanze, nelle quali era lecito a tutti fare osservazioni, alle quali era aperto l'adito anche ai giovani, di qualunque condizione essi fossero, escludendo da esse soltanto i cortigiani che 11011 avevano altro merito all' infuori della nascita. Libertà di spirito, elevatezza di mente, rare in ogni tempo, straordinarie in un principe appartenente ad una generazione pur ora uscita dal Medio Evo ! — Il libro De dictis et faciis. testimonio d'una vita religiosa e politica che muore tra gli abbaglianti splendori dell'intelligenza, fu lodato da uomini gravissimi, basti accennare ad Eneo Silvio Piccolomini che vi fece sopra un commento.
Antonio Panorrnita è il fondatore dell'accademia napoletana. Egli raccoglieva i suoi amici a disputare in un luogo detto Porticus Antiniana, e dopo la sua morte a quella radunanza si diede 11 nome di Accademia Pontaniana, da Giovanni Pon-tano che le détte nuova vita e grandissima rinomanza.
L'Accademia del Panorrnita nasceva fra le più propizie condizioni politiche e d' cultura. Alfonso d'Aragona, entrando vittorioso in Napoli, faceva cessare le a£ fazioni che avevano sconvolto il Reame per un lungo volger d'anni ; la calma, mercè la sua abilità politica negli affari interni ed esterni dello Stato, durò fino alla sua morte. Intanto segnalava gl anni dei suo regno, accordando una splendida e sapiente protezione alle lettere. Già abbiam fatto cenno d'una ricca biblioteca da lui raccolta con ingenti spese, e dei molUsiim eruditi che vissero onorat e stipendiati alla sua corte. Aggiungiamo ora ch'egli accolse con favore i Greci fuggitivi dall'eccidio di Costantinopoli, e che, per tacere di altre .stituzioni, durante il suo regno fu fondata l'università di Catania. — L'opera 'ntelligente e sollecita di re Alfonso, diede subito buoni frutti in quelle terre del mezzogiorno d'Italia, altri 1 d'ingegni acuti, vasti, possenti. La filosofia e le lettere ricevettero un grande impulso, e trovarono cultori anche fra quelle classi che distratte dalle lotte poi ,iehe, erano fin allora \issute fuori dal movimento intellettuale della società napoletana. Quando infatti sorse l'Accademia del Panorrnita, insieme ai dotti vi accorsero anche alcuni nobili del regno, tra cui i duchi d'Atri e di Narni. Nata sotto questi felici auspici l'Accademia napoletana prosperò, contribuendo efficacemente e in modo speciale al lavoro che si compieva nel mondo del pensiero italiano.
Quando il Panorrnita morì, già un gruppo di begl' ingegni illustrava in Napoli la scienza e l'arte. Giovanni Attaido insegnava con molto plauso filosofia aristotelica nell'Università, e scriveva lodati commenti ai libri di Aristotile; Alessandro d'Alessandro, un giureconsulto dato agli studi letterari, scriveva un Lbro, lodato e commentato poi da uomini gravissimi, intitolato Dies geniales, nel quale riferisce le conversazioni tenute tra il Pontano, il Sannazaro, Ermolao Barbaro ed altr-dotti, sopra cose di arte e di filosofia ; Tristano Caracciolo scriveva opere storiche alcune delle quali, si trovano pubblicate dal Muratori ; Giano Anisio seri reva satire
(1) Giuseppe Ferrari.