i 50 IL RISORGIMENTO.
tuali dell'Accademia romana. Si diceva al pontefice clie gli Accademici ripudiavano il nome del santo ricevuto al battesimo, per prenderne uno di qualche gentile; ch'essi risuscitavano le superstizioni pagane, e tenevano propositi contro il Cristianesimo; che seguivano opinioni platoniche e festeggiavano con rito pagano il giorno natalizio di Roma. Paolo II, vinto da tali sospetti e trascinato dalla gravità di tali accuse, ordinò che s'incarcerassero il Platina e tutti gli altri componenti l'Accademia, compreso il loro capo Pomponio Leto, che si trovava in Venezia. Si compilò il processo, si misero alla tortura gl'imputati, ma le accuse di segrete congiure contro la vita del Pontefice svanirono subito. Pomponio Leto quando senti farglisi carico d'aver cangiato il nome degli accademici e il proprio, rispose a giudici : Che v'importa ch'io mi chiami Finocchio, purché in ciò non v'abbia nè frode nò inganno ! — Quanto alle altre accuse fatte agli accademici, i teologi che giudicavano la causa non vi trovarono eresia. Dopo un anno di carcere gli accusati furono pertanto rimessi in libertà, ma Paolo II disse che in avvenire sarebbero tenuti come eretici tutti coloro che proferissero il nome dell'Accademia (1). Morto però questo pontefice, e successogli Sisto IV, Pomponio Leto restaurò l'Accademia, e il Platina s'ebbe il posto di bibliotecario della Vaticana, eh'ei tenne fino alla sua morte, seguita nel 1481.
La maggiore e più pregevole opera di Bartolomeo Platina sono certamente le Vite dei primi cento pontefici fino a Paolo II inclusivamente, scritte in elegante latino e voltate anche in italiano. Gli storici sono d'accordo nel dire, che ad onta di molti errori, specialmente riguardo alla storia dei primi seccfli, n queste Vite appariscono tuttavia i primi indizii della critica storica; che in esse il Platina seppe dubitare, confrontare, esaminare e scrivere con largo e libero giudizio. Solamente nella vita di Paolo II, egli non seppe, o non potè, dimenticare le persecuzioni sofferte per parte di questo pontefice, e se ne vendicò, trascorrendo in frizzi e contumelie che alterarono la verità della storia. « Il Platina, scrive il Settembrini, forse era .n-colpabile, ma non fu savio a scagliarsi contro un papa che finalmente tolse un abuso, e stimò più la morale che le eleganze latine. Congiuro no, ma che gli accademici poco ci credevano, e che disputavano di cose che poco potevano piacere ad un papa, non si può negare (2).
Fra le opere minori del Platina vi sono i dialoghi: De falso et vero uono, Contra amores, De optimo cive, De vera nobilitate, ed un Opuscalum de obsoniis ac honesta voluptate. — I dialoghi De falso et vero bono furono scritti dal Platina mentr'era in carcere, e contengono una morale lontana da ogni misticità teologica, che sta di mezzo fra Epicuro e Zenone, presentandoti un'ideale di vita, inspirato dalla conoscenza dell'antichità, pieno del sentimento della vita terrena, di sapienza, di misura e d'armonia in ogni sua parte. La mente, dice il Platina, mercè il sapere acquistato, anche quando il corpo languisce tra i ceppi, può discorrere con maravi-gliosa celerità, per tutti gli elementi, infino ai cerchi superni : le fatiche, le vigilie i sudori, le sollecitudini, che servirono quasi di stromenti per raggiungere tanta felicità, son delizie per lei, però che la liberino dai mali che aggravano il corpo. La felicità vera è riposta nell'animo, il quale si reputa felice mentre si esercita nel giovare a molti, nel non offendere alcuno, nel patire coraggiosamente i disagi in vista dell'utile e dell'onesto, nel dominare la libidine, nel serbare il modum in rebus. Egli evita l'ozio e l'inerzia come esiziali all'umanità, istruisce, ammonisce, castiga, riprende, e per quanto sta in lui, non patisce che altri vada errato. In questa condizione, l'animo è libero; la cupidigia e la turpitudine soltanto lo privano della sua libertà. Benché la felicità sia riposta nell'animo, il benessere della vita materiale non deve essere trascurato. Fra un grossolano epicureismo, che non si sente beato
(U Vedi: Tiraboschi, Tom. VI. — Settembrini, Voi. I, XXXIIIe Platina, In vitas swn-morum pontificiim, vita, Pauli II.
(2) Lez. di lett. italiana, loc. cit.