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IL RISORGIMENTO.
Sanseverino, principe di Salerno, e aveva cangiato il suo vero nome con quello latino di Giulio Pomponio Leto. Questo di lui si sa; del resto la sua nascita , la sua famiglia, la sua prima educazione sono avvolte in profondo mistero, e il Leto stesso volle che il mondo non sapesse altro di lui (1). In Napoli aveva seguito le lezioni d'eloquenza di Lorenzo Valla, e recatosi ancor giovane a Roma, la sua erudizione e la sua eloquenza gli meritarono di succedere al suo maestro nella cattedra éi latino, che questi quivi coprì dopo ii suo ritorno da Napoli, Immerso nello studio dell'antichità, la sua ammirazione per Roma antica diventò un culto superstizioso. Celebrava con religiosa esattezza l'anniversario della fondazione di Roma, non leggeva che gli autori della più pura latinità, considerando come roba barbara non solo gli scrittori dalla decadenza dell'impero, ma anche la Bibbia ed i Padri; e dicesi s'n-ginocchiasse ogni giorno a piè d' un altare da lui dedicato a Romolo. Nè, dato l'entusiasmo destato a'suoi tempi per l'antichità, la cosa sarebbe improbabile: anche di Marsilio Ficino si dice che, sebbene canonico di S. Maria del flore, tenesse accesa una lampada d'innanzi al busto di Platone.
Tanta entusiastica ammirazione dell' antichità diede ad alcuni motivo di supporre che più del cristianesimo Pomponio Leto amasse la religione pagana. Con ciò per altro, non avrebbe egli fatto che seguire la corrente delle idee. — In mezzo a quella straordinaria esaltazione per gli studi antichi, i letterati de'suol tempi, imbevuti dello spirito della Grecia e di Roma, volevano riprodurlo, ricostruendo repubbliche all'antica, richiamando in vita gli antichi sistemi filosofici e l'antica poesia. Non è quindi da maravigliare se in un tale stato di cose le convinzioni ed i sentimenti della fede cristiana s' andavano indebolendo, anzi se già cominciavano a formare oggetto di attacchi diretti. Erasmo, che visitò l'Ita a, appunto circa l'epoca nella quale ci troviamo col nostro racconto, lasciò scritto che i letterati italiani erano cristiani di nome e pagani di cuore, preferenti gli Dei d'Omero a Cristo. Il Canensio, nella Vita di Paolo II, dice che questo pontefice liberò la curia romana da una nefanda setta di certi giovani e da una scellerata opinione che affermava la nostra fede ortodossa essere più appoggiata all'astuzia di alcuni santi che a veraci testimoni delle cose (2). — Se Pomponio Leto spinse il culto per l'antichità fino ad accettarne le opinioni religiose, seppe però anche riprodurre nei costumi della propria vita molte dì quelle severe virtù morali antiche. In mezzo ad un secolo splendido e corrotto, ei visse semplice, onesto, indipendente, nemico d ogni adulazione, e povero tanto che nell'ultima sua malattia convenne portarlo all'ospedale, e i sue amici, quando morì, furono obbligati a provvedere alle spese de' suoi funerali. Venerato ed amato da tutti, Pomponio Leto morì in Roma nel 1498, lasciando un numero grande di opere quasi tutte 1 volte ad illustrare la repubblica e l'impero di Roma antica. Infatti egli lasciò un libro sui magistrati, su. sacerdozii e sullo leggi dei Romani ; un'altro sull'antichità della città di Roma, e un Compendio della storia romana all'epoca imperiale dalla morte di Gordiano fino a Giustino III. A questi libri dobbiamo aggiungere i commenti sopra Virgilio, Quintiliano e Columella ; le edizioni di Varrone, di Plinio il giovane, di Sallustio e d'altri, e finalmente un'opuscolo sull'origine e sulle prime imprese di Maometto (3). — I progressi fatti dall'Ar-
(1) Alcuni pretendono che il suo nome fosse Pietro, altri Bernardino, e sono di quest' ultima opinione Giovio e l'Origlia. Le medesime incertezze regnano intorno al suo paese; imperocché Toppi (Biblioteca napolitana) e Mazza (Compendio della Storia di Salerno), lo vogliono nato in Salerno; Paolo Giovio lo fa nascere nella Marca d'Ancona, e il Vossio nella Calabria.
(2) Canensius, Vita Pauli II, riferito dal Ranlce, Histoire de la Papauté, lpr Livrc, chap. II, § III. — Vedi anche il Tiraboschi, Storia della lett. ital, Tom. VI, Part. I, pag. 81.
(3) Pomponii Laeti, De Magistratibus, sacerdotiis et le gibus llomanorum, Rom. 1515.— De liomanae urbis antiquitate libellus, Itom. 1515. — Compendium historiae riomanae ab interitu Gordiani usque ad Justinum III. — De exortu Machumedis, ecc.