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Storia Letteraria d'Italia
Il Risorgimento
Giosia Invernizzi
Francesco Vallardi Milano, 1878, pagine 368

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a cura di Federico Adamoli

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   i 50
   IL RISORGIMENTO.
   ma ci rivelano all'incontro uno spirito tutto penetrato dal genio dell'antichità, e che ha tradotto in sostanza propria le bellezze e le armonìe delle forme poetiche greche e latine. Quella vita scevra d'ogni cura pubblica e privata, che i dotti dei-l'Accadem a fiorentina menavano nelle ville, nei giardini, tra gli ozii li<5t e contemplativi dei colli toscani, il Poliziano la ritrae nei più belli e forbiti versi latini. Quando nella sua tranquilla ed amena villetta di Fiesole egli commentava le Giornate di Esiodo o le Georgiche di Virgilio , il verso gli usciva facile e adorno di tutte le grazie dell'arte antica e della natura che lo circondava.
   « Ruris opes saturi, gnavoaue agitanda colono » Munera, et omniferae sacrum telluris onorem » Ludere septena gestit mea fistula canna. » Fistula Mantoae quam nuper margine ripae » Ipse renidenti dum dat milii Tityrus ore, » Hac puer Ascreum repete, inquit, arundine Carmen. » Pan ades; et curvi mecum sub fornice saxi » Versibus indulge, medio dum Phoebus in axe est, » Dum gemit erepta viduatus compare turtur, » Dum sua torquati recinunt dictata palumbes. » Hic resonat blando tibi pinus amata sussurro, » Hic vaga coniferis insibilat aura cupressis, » Hic scatebris salit. et brulantibus incita venis, » Pura coloratos interstrepit unda lapillos ; » Hic tua vicinis ludit lasciva sub umbris » Jamdudum nostri captatrix carmiriis Echo. » Felix iIle animi, divisque simillimus ipsis, » Quem non mendaci resplendens gloria fuco » Sollicitat, non fastosi mala gaudia luxus ; » Sed tacitos sinit ire dies, et paupere cultu » Exigit innocuae tranquilla silentia vitae, » Urbe procul, voti exiguus, sortemque benignus » Ipse suam fovet, ac medio contentus acervo, » Non spes corde avidas, non curam pascit inanem, » Securus quo sceptra cadunt, cui dira minentur » Astra, et sanguinei jubar exitiale cometae. » (1).
   Non turbato da nessuna delle contraddizioni interiori che mettevano in tanta angoscia la mente del suo amico Ficino, senza fede religiosa e politica nell'anima, platonico di nome ed epicureo nella vita, lo studio assiduo degli ant.chi poeti aveva generato nel Poliziano un sentimento squisito delle bellezze della forma, sentimento che solo vive in lui e lo governa.— Il Medio Evo è finito; il classicismo dà nuova forma all'arte.
   Tale era lo svolgimento dell'erudizione, operatosi nell'Accademia platonica fiorentina. — Il Ficino, il Pico, il Poliziano avevano trasfuso in tutti quelli che li circondavano un'ardore indescrivibile di studi, che i Medici mantenevano e alimentavano colla protezione, coi favori, con tutti i mezzi materiali e morali ch'erano in loro potere. L'erudizione aveva toccato il suo massimo grado. Si disputava, si scriveva di filosofia, di storia, di critica, di poesia, e la stampa, di recente introdotta in Italia, moltiplicava i libri e li spandeva rapidamente per l'Europa, la quale considerava l'Accademia e Firenze come i centri più attivi della cultura dell'epoca. Qui infatti accorrevano scolari e dotti dai più lontani paesi per udire le lezioi i di Ficino e del Poliziano; qui confusamente s' sentiva che nel mondo intellettuale
   (1) Poliziano, RusHour,