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Storia Letteraria d'Italia
Il Risorgimento
Giosia Invernizzi
Francesco Vallardi Milano, 1878, pagine 368

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a cura di Federico Adamoli

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   IL RISORGIMENTO.
   già sono gli spiriti marziali eh' essa chiama in vigore. Se una pietra od un' erba desta in noi una passione e ne spegne un'altra, ciò è perchè l'anima della pietra o dell'erba trova nella nostra la sua corrispondenza o il suo opposto » (1). — La natura è adunque un vasto insieme di sfere e di anime che si muovono ed operano, seguendo il corso prestabilito dalla ragione divina. — Nell'uomo vi sono due anime, la sensitiva o terza essenza, e l'intellettiva o la mente. L'anima sensitiva è la vita dell'organismo corporeo, essa è inseparabile da questo, e dopo la morte lo sottopone alle perpetue trasformazioni della materia. L' anima intellettiva è quella che costituisce la superiorità dell'uomo sopra tutti gli altri esseri della natura. Essa è creata dal nulla, e la sua vita la riceve immediatamente da Dio, non per mezzo degli angeli. Soffio inspirato da Dio nell'uomo, centro che risente il contatto di tutte le anime del mondo, per mezzo dell' anima intellettiva, l'uomo dalle regioni perpetuamente agitate del tempo e dello spazio, si leva alla contemplazione degli archetipi eterni delle cose in Dio, può vedere oltre il presente, profetizzar l'avvenire, e nell'estasi giungere alla beata visione di Dio. L'immortalità dell'anima intellettiva s'argomenta contro gl'increduli dalla signoria di lei sul corpo, dal contemplare eh' essa fa le idee eterne in Dio, dalla fantasia, dalla preveggenza dei profeti e degl'indovini, infine dagli sforzi ch'essa fa per avvicinarci a Dio, perfezione somma, cui l'uomo tende ognora. Dio è 1' Uno, il Perfetto, creante dal centro alla circonferenza, comunicante il moto e la luce alle sfere ed alle anime. Egli non è però in contatto immediato colla natura ; il suo trono è circondato da angeli, creature immortali ed intellettive per cui mezzo ebbe luogo la creazione delle terze essenze. È soltanto l'uomo quegli che ricevette la sua vita immediatamente da Dio; per ciò l'anima intellettiva se non s'identifica colla mente divina, è però con questa in tale relazione che mal si può distinguere lo stato naturale dal sovranaturale.
   Tale, in sostanza, era il platonismo professato dal Ficino e dominante nell' A-cademia fiorentina; le sue varietà dipendevano dall'indole, dalle inclinazioni e dalle abitudini delle menti attraverso le quali passava. Accenniamo ad alcune delle più importanti.
   Nel corso delle sue speculazioni Marsilio Ficino aveva cercato di mettere fra loro d'accordo Platone ed Aristotile, sostenendo che la terza essenza risponde così all'ha del primo come alla forma del secondo; s'era studiato di conciliare il razionalismo platonico colla dottrina mosaica, giovandosi dei Padri e dei Dottori della Chiesa, e specialmente di S. Agostino; finalmente trascinato dal misticismo alessandrino aveva rappresentato il suo platonismo come uno svolgimento di dottrine religiose e morali, le cui tradizioni confuse ed alterate, ma non interrotte, risalivano fino alla più rimota antichità orientale. A questo punto il mondo greco-romano non bastava più; Ficino ed i platonici dell'Accademia si trovavano d'innanzi ad un orizzonte più vasto; il loro pensiero dall'Occidente era spinto verso l'Oriente; la loro erudizione doveva estendersi fino ad abbracciare l'umanità. Nell'Accademia platonica l'uomo che meglio d'ogni altro rappresentò questa erudizione universale, che arricchì di elementi e modificò il sincretismo neoplatonico e cristiano del Ficino, fu Giovanni Pico della Mirandola.
   Appartenente ad una ricca famiglia signora della Mirandola e di Concord .a, giovane che contava poco più di ventitré anni (2), bello della persona, coi biond) capelli che profusamente inanellati gli cadevano sulle spalle, di maniere nob;l e gentili, di prodigiosa memoria, d'eloquenza facile e vivace, già famoso in Europa e da tutti chiamato fenice degl'ingegni, — Pico era il più bello ornamento dell'Accademia fiorentina. Maraviglioso fin da fanciullo, a quattordici ann aveva studiato diritto canonico a Bologna, a sedici s' era messo a percorrere tutte le uir-
   (1) P. Villari, St. di fra Girolamo Savonarola, Lib. I, Cap. IV.
   (2) Pico era nato nel 1463.