CAPITOLO TERZO, «•>- SVOLGIMENTO DELL'ERUDIZIONE. 147
Era un giovane tra i diciotto e i diciannove ann (1) piccolo d: statura, gracile di corpo e malaticcio, coi capelli biondi, cresputi e molto irti sulla fronte, culla faccia smunta e sottile, ma con quei tratti che offrono un'aspetto dolce e simpatico. Aveva studiato lettere e filosofia negli studi di Pisa e di Firenze, e attualmente attendeva a studiar medicina nell'università di Bologna. D'indole malinconica e inclinata al misticismo, d'ingegno vasto, agilissimo e ben nudrito di cognizioni, specialmente classiche, s'abbandonava volontieri alla ricerca delle origini e del fine delle cose, alla contemplazione dei principi che dominano la vita. La sua fede religiosa, già scossa dallo studio degli antichi e dall'ambiente scettico n cui viveva, non trovava pace in queste ricerche; il dubbio, assopito un istante, ricompariva per non cessare se no» quando, lasciato libero il volo al proprio pensiero, vagava per fantastiche regioni. Dalla salute cagionevole fatto già propenso all' ipocondria, cercava alla musica (ch'egli aveva imparato sin da fanciullo) distrazioni all'anima sua malinconica e tormentata da' dubbi, accompagnando il proprio canto col suono della lira. Cosimo de'Medici, conosciuta l'indole del giovane Ficino e l'ardore di studi che lo consumava, pensò essere questi l'individuo destinato ad animare e a dirigere l'Accademia platonica. Lo accolse quindi in sua casa, e largamente lo protesse di aiuti e d'incoraggiamenti, avviandolo di preferenza allo studio del platonismo. Niuna dottrina poteva meglio di questa conformarsi all'animo ed all'ingegno di Marsilio Ficino. — Dopo qualche tempo (1456) scrisse un libro d'Istituzioni platoniche e lo diede a leggere a Cosimo de'Medici e a Cristoforo Laudino, i quali ne lo lodarono, consigliandolo però a serbarlo finché non fosse bene esercitato nella lingua greca e le cose platoniche da'suoi fonti cavar non potesse (2). Le Istituzioni platoniche andarono perdute, tuttavia il Puccinotti, arguendolo delle altre opere del Ficino, crede
vasto ingegno e della sua peregrina erudizione. Nicola V lo mandò legato pontificio a Bologna; Pio li lo inviò ambasciatore a Federigo imperator di Germania ed alla Signoria veneta onde eccitare l'uno e l'altra alla guerra contro i Turchi; Sisto IV, per tacere d'altri incarichi politici, lo mandò ambasciatore a Luigi XI. — Ma il nome del Bessarione, più che nella diplomazia splende nella storia letteraria d'Italia per l'opera efficace da lui prestata al ristauramento dell'antica coltura. — In Roma, nel 1440 fece di sua casa un convegno d'uomini dottissimi da lui eccitati al lavoro e lautamente ricompensati; questo convegno è noto nella storia col nome di Accademia del Bessarione. In Bologna, durante la sua legazione (1450-M55), non solo fece riattare le cadenti mura dell'università, ma rinnovò le leggi ed i regolamenti di questa, vi chiamò abili professori ad insegnarvi e con ogni maniera d'incoraggiamenti si studiò di promuoverne l'incremento. — La repubblica di Venezia lo annoverò Ira gli uomini suoi più benemeriti; imperocché nel 1466 ad essa fece dono d' una collezione di 900 codici tra greci e latini, raccolti con somma e col dispendio di 30 mila scudi d'oro. Questi codici costituirono il primo fondo della biblioteca di S. Marco.
Il Bessarione scrisse diverse opere, e diverse altre ne tradusse dal greco in latino. Tra le prime, la più celebre è quella: In Calumniatorem Flatonis, Lib. IV, Venetiis 1503 e 1506; fra le traduzioni i dotti, hanno in pregio quella dei Memorabili di Sefononte. Il Bessarione mori a Ravenna nel 1472.
(1) Marsilio Ficino era nato il 19 ottobre 1433 in Figline terra del Valdarno superiore-Intorno alla vita e alle dottrine del Ficino vedi: Marsilii Ficini vita, auctore Johanne Corsie, pubblicata ed arrichita di illustrazioni da Angelo Maria Bandini. — Leopoldo Galeotti, Saggio intorno alla vita ed agli scritti di Marsilii Ficino; Archivio storico italiano nuova serie, tomi IX e X. —Di Marsilio Ficino e dell' Accademia platonica fiorentina del secolo XV, capitoti estratti dalla storia della Medicina di F. Puccinotti; Prato, Giacchetti 1305. — Recensione critica di questo libro fatta dal prof. Augusto Conti nel-l'Arcmvio storico italiano. Terza serie. Tomo II, Parte 2. — Vedi inoltre le Storie della Filosofia di Bruker, Buhle e Ritter.
(2) Ficino, Lettera a Filippo Valori. Epistolarum, Lib. XL