i 50 il RISORGIMENTO.
trascurando, o curando assai poco, tutti gli idoli metafisici della scolastica; si manifesta nel libro contro la Donazione di Costantino dove, per dimostrare la falsità di quest'atto non che (lei fatti che gli seni vano di fondamento, ricade nelle reali condizioni religiose, morali, politiche ed intellettuali in cui s'erano trovati Costantino, la Chiesa e l'impero romano; si rivela infine nelle opere filologiche, colla tendenza a ricorrere costantemente all'uso comune del linguaggio, onde stabilire il significato delle parole. Noi, pertanto, possiam dire che quel sentimento dell'umano e del reale, esistente in fondo a tutte le manifestazioni della vita scientifica ed artistica degl'italiani anche nel medio-evo, e che si svolge e determina col rinascere delle antiche letterature, assume nel Valla forme riflesse, e di/enta criterio consapevole per giudicare delle cose dell' ordine intellettuale e morale. Questa che s'inizia in Italia colla rinascenza classica è una nuova èra dell'umano pensiero; la critica, ubbidendo a questa tendenza al reale, cominciò fin d'allora ad abbattere idoli, a dileguare fantasmi, sostituendovi una realtà mille volte più bella. — Negli scritti del Valla, v'ha, in secondo luogo, una norma importantissima, e di cui è fatto un grand' uso. Vogliamo accennare alla teoretica distinzione fra gli ordini della fede e gli ordini della ragione. Vi sono, diceva il Valla, cose che spettano alla fede, ma ve ne sono altre che cadono sotto l'impero della ragione. Si è partendo da questo principio ch'ei difese, come abbiam visto nell'Apologia, la sua vita scientifica e letteraria dalle accuse di eresia che gli erano state fatte. Non era questa una nuova e formale negazione della supremazia universale della teologia1? Ma v'ha di più. Questa distinzione non è mantenuta soltanto nell'ordine speculativo, ma è trasportata nella pratica, dove diventa criterio di altre importantissime distinzioni, come quella tra la potestà spirituale e temporale dei pontefici. Alla potestà spirituale il Valla accordava il dominio sulle cose di religione, ma negava quello sugli affari terreni, esclusivamente riserbato alla potestà laica, coni' è reso manifesto dal libro contro la Donazione.
Intimamente connessa alle norme dianzi accennate ve n'ha un'altra, che costituisce l'originalità delle tendenze religiose degli eruditi italiani del secolo XV. — Nel capitolo precedente, vedemmo il mondo della Grecia e di Roma fondersi e contemperarsi col Cristianesimo in tutte le opere della coltura, dagli scritti degli eruditi fino alle manifestazioni dell'arte. Roma e la Grecia ivi rappresentano l'uomo e la natura che rinascono, e riprendono il loro posto e la loro importanza nella vita ; il Cristianesimo ivi rappresenta lo spirito puro, che abbandona le astrattezze ascetiche del Medio Evo, e si concreta e rivive nella natura e nell'umanità: il paganesimo si cristianifica, e il cristianesimo si umanizza ; entrambi rivivono d'una vita nuova. Ora codesta fusione, che era prima sentimento vago e confuso, si determina sempre più a misura che l'erudizione si svolge, e nel Valla si manifesta come pensiero riflesso e costituisce una delle norme direttive della sua mente. Si prenda, per esempio, il libro sulla Voluttà e sul Sommo Bene. La Voluttà di Epicuro, per il Valla, si purifica, si spiritualizza, per dir cosi, e diventa il fondo stesso delle dottrine morali del cristianesimo. Son queste, è il Vangelo, è Cristo che. condannano le severità morali degli stoici e l'asceticismo degli anacoreti, che fanno della virtù, non uno scopo, ma un mezzo per conseguire la Felicità. Il Sommo Bene non consiste nella virtù e nemmeno in Dio per sè stesso, ma in Dio in quanto, fonte della felicità dell'animo umano, felicità che è il vero bene, e che quando è piena ed intera si chiama ed è la Beatitudine. Gli uomini ed Epicuro, che li interpretò, non hanno adunque torto di riporre lo scopo supremo ed ultimo delle azioni, nella felicità; Cristo stesso, ove ben si considerino i suoi precetti, non impose agli uomini altro fine che questo.....
Il sentimento del reale, la distinzione dell' ordine teologico dal razionale e l'armonia fra il Cristianesimo ed il Paganesimo sono elementi che, per tenerci dentro i limiti dell' epoca di cui dobbiamo trattare, si riscontrano, a dir vero anche nelle opere degli eruditi che precedettero il Valla. Essi però vi giacciono come sentimenti vaghi e confusi, come norme ancora inconsciamente seguite dal pensiero. Il Valla, eh' ebbe una più chiara intuizione dei rivolgimenti intellettuali che operavansi ai