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IL RISORGIMENTO.
nioni, fosse l'odio contro un uomo che a molta erudizione, aggiungeva un'insolita libertà di pens*ero, — fatto sta che la cosa non sarebbe finita lì, ove re Alfonso, prevedendo maggiori guai pel suo protetto erudito, non si fosse intromesso, ingiungendo agli ecclesiastici di cessare da ogni ulteriore persecuzione contro Lorenzo Valla (1). Fallito il colpo a Napoli ai nemic del Valla rimaneva da tentarne un altro più decisivo ; e io tentarono. Riassunsero tutte le opinioni espresse dal loro avversario nei libri della Voluttà, del Libero arbitrio e della Dialettica, vi aggiunsero i soggetti delle dispute seguite in Napoli, e lo accusarono presso il Pontefice Eugenio IV, come eretico e fautore del Concilio di Basilea. — Fu allora che 1 Valla scrisse la sua Apologia, nella quale, rivolgendosi al Pontefice, tolse a difendere la propria vita scientifica e letteraria dal punto <3i vista dell'ortodossia cattolica (2).
I miei avversari, diss'egL in sostanza al Pontefice, furono trat.t' ad accusarmi non dall'amore della religione, ch'essi non amano ; non dalla riverenza per la virtù, eh' essi mai non gustarono ; non dal decoro, ch'ess distrussero in altri, ma dall'in-vidja, dalla collera, dalla malevolenza. Non mi potendo vincere nei disputare, nè osando scrivere contro i rn^ei Lbri, a cagione di quelle cose che lor sembra abbiano attinenza colla religione, mi condannano anche per quelle altre che non hanno nulla a che fare con essa. Mi chiamano eretico : ma in che cosa lo sono io ? E poi, se nelle quistioni dibattute io sbagliava, si doveva conVncermi, non avvolgermi furtivamente in un giudizio, e togliermi la libertà della difesa, continuando a chiamarmi, non solo eretico, ma ostinato nell'eresia. Adesso io sottopongo a voi la mia causa, o Sommo Pontefice ; vedete se sia giusto che mi si chiami eretico, e che come tale mi s condanni. E segue, poi, dimostrando che le sue opinioni. letterarie e filosofiche o sono pienamente conformi alla fede ed alla teologia, o non hanno nulla a che tare, nè coli'una, ne coli'altra. Così, la dottrina la quale sostiene che il Bene Sommo non è riposto nella virtù, ma nella Voluttà, non solo è stata professata dai più grandi sapienti dell'antichità, ma è inoltre ili perfetta armonia coi princxj.il fondamentali della fede cristiana. Quanto poi alla dottrina dialettica che riduce ad un solo i sei trascendenti e a tre i dieci predicamenti, che dei diciannove modi del Sillogismo, otto soli afferma concludenti, nulla essa ha a che fare colla fede, e non può quindi procacciar taccia di eretico ad alcuno. — V' era però un accusa, la quale avrebbe, da sè soia, bastato a perdere ii Valla agli occhi di Eugenio IV; ed era quella d'essere fautore del concilio di Basilea. Ora il Valla, che in realtà nulla aveva scritto a favor del Concilio suddetto, ma che aveva scritto l'opuscolo contro la Donazione (del quale, per dirlo d: passaggio, si tace affatto nell' Apologia) ; arrivato a questo punto della sua difesa, se ne libera in poche parole , dicendo d. riserbare quest' argomento, coinè quello in cui si fa quistione di fede, ad altra orazione ; allora si faranno manifeste l'innocenza sua e la perfidia de' suoj nemici « Se io non peccai, conclude egli invocando il giudizio definitivo dei Pontefice, allora restituisci me e la mia fama nel primiero stato ; se p(; peccai prima istruiscimi dell'errore, ma la pena sia più mite della colpa, avend'io già abbastanza sofferto. Per questa tua misericordia io credo che, se non utile o gloria , almeno ritrarrai da me qualche diletto a cagione de' miei studi. »
L'Apologia rimase senza effetto; finché Eugenio IV visse, le porte di Roma furono sempre contese al Valla. — Intanto, cessate le dispute teologiche, il Valla s'abbandonò ad una serie di contese letterarie, che gli procacciarono la taccia, per verità in parte meritata, d'uomo invidioso, pieno d'orgoglio, violento e maledico. Sarebbe però ingiusto attribuire a lui solo dei vizii che erano comuni a tutti gli eruditi suoi contemporanei, e una prova noi l'abbiamo avuta nel Poggio e nel Filetto : ad ogni modo ecco i fatti.
(1) Antidotns in Poggium. Lib. IV, pag. 357 et segg.
(2) Pro se et contra Calumniatores ad Ev.genium IV. Pont. Max. Apologia. — In Vallae opera, ediz. cit.