CAPITOLO TERZO, «•>- SVOLGIMENTO DELL'ERUDIZIONE. 147
che s'odano più l'orribili parole: partiti contro la Chiesa, Chiesa che lotta contro i Perugini, centro i Bolognesi! No non è la Chiesa che combatte contro i cristiani, ma è il papa. Allora il papa si chiamerà, e sarà padre santo, padre di tutti, padre della Ch esa, nè susciterà guerre tra i cristiani, ma suscitate dagli altri, le comporrà colla censura apostolica e colla papale maestà. »
Il libro del Valla contro la donazione, benché compiuto, tuttavia pel momento non fu pubblicato. La Curia romana però n'ebbe avviso, e n'ebbe avviso il pontefice Eugenio IV, il quale consultò in proposito i cardinali. Fu deciso di far ricerca del fatto, e di punire il colpevole. Intanto anche fra il popolo s'era sparsa la fama del Vaila come d'un epicureo, d'un eretico, d'un nemico di Lio, e le minaccie contro di lui paravano dal palazzo dell'Inquisizione e dalla piazza. Il Valla allora si sottrasse al fanatismo della plebe ed alle ire dell'Inquisizione, fuggendo da Roma travestito. Riparò prima ad Ostia, poi a Napoli, poi a Barcellona, e infine tornò e si stabili in Napoli, protetto da re Alfonso, che lo fece suo segretario. — In Napoli il Valla insegnò pubblicamente eloquenza, e la sua scuola venne frequentata da gran numero di Jlustri scolari, tra gli altri da Pomponio Leto. Fu allora che pose mano alle Eleganze (1), l'opera che gli procacciò maggior fama tra gli eruditi latinisti (2).
Nel corso delle sue ricerche morali, dialettiche e storiche, noi abbiamo visto il Valla richiamare i dotti all'uso comune della lingua, e specialmente al retto uso della lingua latina. Questa per lui, come per tutL gli eruditi suoi contemporanei, conteneva quanto si può imaginare di bello e di sapiente ; ma il tesoro era ancora, per la massima parte, sepolto sotto gli strati di barbarie che s' erano sovrapposti al mondo latino. Il Chatolicon, YUguccio (3) ed altri somiglianti trattati ed autori, osservava 1 Valla, non esposero rettamente nessun vocabolo, e piuttosto che a parlar latino, insegnarono a parlare barbaramente; Prisciano, il soie della grammatica, subisce talvolta degli ecclissi, e tutto ciò che si disse dai grammatici dopo di lui, si disse contro la grammatica (4). — D'altra parte il latino adoperato dagli eruditi, dopo tanto e così appassionato studio dei classici, benché superiore di molto a quello della Cl:
I nostri avi, dice il Valla, non solo avanzarono tutti gli altri uomini nel dominio, ma eziandio nella diffusione della lingua. Essi infatti la sparsero, e la fecero signora in tutta Itaua, nella Grecia, in quasi tutto l'occidente, nel settentrione, e in
(1) Corniani, I secoli della Lett. Hai., Epoca III all'articolo « Valla ».
(2) Elegantiarum, Lib. VI, in Vallae, opera Basilea, ediz. cit.
(3) Il Chatolicon è una grammatica latina seguita da un vocabolario, composta nel secolo XIII da Giovanni Balbi monaco genovese. La prima edizione di questo libro fu fatta da Guttemberg nel 1460, ed è rarissima. — Uguccio era uno dei lessicografi latini, che godevano gran credito. — Chi amasse avere più estese notizie di questi grammatici latini del Medio Evo, non che di molti altri della stessa epoca, può consultare la storia della letteratura del Tiraboschi, e la vita di Ambrogio Traversari di Lorenzo Mehus.
(4) Valla, Apologia.
(5) Elegantiarum, Praefatio.