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IL RISORGIMENTO.
dialettica, dove tratta della Proposizione, nè nel terzo dove parla del sillogismo. Le principali modificazioni da lui recate a queste due teoriche nella logica delle scuole, egli stesso le ha riassunte nell'Apologia diretta a papa Eugemo XV. Così, a mo' d'esempio, criticò le proposizioni subcontrarie e modali, negando che quest'ultime sìeno sei (possìbili, contingenti, impossibili, necessarie, vere, false), mentre egli dice, sono quasi infinite (1). Nel libro terzo, a proposito del sillogismo, egli sostenne che dei diciannove de' suoi modi, otto soltanto sono concludenti (comodi), e che gli altri sono mutili ; che la conclusione di un sillogismo è o necessario, o possibile, o credibile.
Ed ora parliamo di uno degli scritti più arditi ed originali che sieno stati pubblicati dai latinisti del secolo XV, e cioè del libro di Lorenzo Valla contro la Donazione di Costantino (2).
Nel 1442 Alfonso d'Aragona espugnava Napoli, assidendosi trionfante sul trono degli Angioini. Il Valla, che, come abbiamo già detto, aveva seguito il monarca aragonese nelle sue lotte sin dal 1435, lo seguì anche in Napoli. Ma per rimanervi poco tempo, chè l'anno dopo, tornò e si stabilì in Roma (1443). Era papa Eugenio IV, il quale, dopo avere riacquistato alla Chiesa quasi tutti i suoi possedimenti, continuava con molta efficacia nel rassodamento della signoria pontifìcia in Italia. La Chiesa cattolica era però, sempre travagliata dal secondo Scisma. Il Concilio di Basilea, tuttora aperto, aveva proclamato la propria superiorità sul pontefice, aveva deposto Eugenio IV ed eletto in sua vece il duca Amedeo di Savoia, che si faceva chiamare Felice V. Gli Stati d'Europa continuavano intanto ad opporsi, in fatto ed in principio, all'ingerenza della Chiesa nell'andamento dei loro affari terreni. In Italia poi il pontefice manteneva i suoi domini colla forza, coli'astuzia, col tradimento, coonestando i suoi atti di usurpazione e di violenza con diritti, che si affermavano a lui conferiti da Cristo stesso o da principi terreni ab antiquo, e tra gli altri con quelli provenienti dalla donazione, che si diceva fatta dall imperator Costantino a papa Silvestro. Esagerando le donazioni realmente fatte da quell'imperatore romano alle Chiese, e specialmente a quella di Roma, i sostenitori deìla potestà temporale dei papi, affermavano che Costantino, colpito dalla lebbra e convertito al Cristianesimo, aveva, con apposita scrittura, donato a papa Silvestro il dominio dell'Italia e di tutte le proviticie occidentali dell'impero romano. Da quest' atto, secondo essi, traeva origine il diritto dei pontefici su tutti i troni d'Europa. — La favola della donazione costantiniana 11011 si trova sostenuta, come fatto, dai pontefici dei primi seeol; della Chiesa. È soltanto verso la fine del secolo Vili 0 sul principio del IX, ch'essa apparisce. À quest'epoca, nella quale la donazione di re Pipino, la caduta dei Longobardi e il ristabilimento dell'impero d'Occidente, avevano rinvigorita la tendenza dei pontefici ad accrescere la loro supremazia temporale, — apparve la raccolta di canoni nota nella storia col nome di Falsi Decretali d'Isidoro Mercatore. Erano atti e decreti, attribuiti ai primi pontefici di Roma, incominciando dall'anno 100, che avevano specialmente per iscopo l'aumento del potere temporale. Tra i Falsi Decretali si trovava anche compreso l'atto d: donazione di Costantino. Or dopo il ritorno dei papi da Avignone, quando si pronunciò più che mai la tendenza del papato a trasformar la Chiesa in siguoria, e ad estenderla quanto più si poteva in Italia ; quando ì Concilii negavano la supremazia del pontefice dì Roma, e i principi d'Europa limitavano la di lui ingerenza nei loro Stati; i fautori della sovranità temporale e della supremazia pontificia tentarono, fra l'altre cose, di ridar valore anche ad un atto, che era già dai più ritenuto falso. A dir vero noi non troviamo che i
(1) Dialect. Lib. 2, Gap. XV c XIX.
(2) De falso eredita et emendata Constantini donatione, Declamano. In Vallae, opera, Basilea, ediz. cit. — Questo libro fu anche stampato a parte in diverse città d' Europa. Noi ne abbiamo avuto fra le mani un' edizione in piccolo formato stampato a WestfaLa, typis Karkerji An. S. CIODCLXV.