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Storia Letteraria d'Italia
Il Risorgimento
Giosia Invernizzi
Francesco Vallardi Milano, 1878, pagine 368

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a cura di Federico Adamoli

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   (52 il risorgimento.
   nome, e tante altre che sarebbe troppo lungo nominare. — Citeremo da ultimo Cassandra Fedeli, bendi' ella sia venuta più tarili del tempo in cui ci troviamo coi nostro racconto. Nata in Venezia nel 1465, Cassandra fu istruita nel greco, nel latino, nella filosofìa e nella musica, e formò la meraviglia degli eruditi. Scrisse orazioni, lettere e versi latini, eh' ella cantava accompagnandoli col suono della cetra. Il Poliziano dice che le sue lettere sono piene di grazia infantile e verginale mista a sapienza e gravità. Cassandra Fedeli, morì dicono alcuni di 93 anni, altri dicono di 102, ad ogni modo vecchissima.
   Ma l'influenza delle ricuperate opere degli antichi si riscontra anche in un altro ramo importantissimo della coltura italiana, cioè nello studio che si faceva della natura e specialmente nella inclinazione ad estendere i confini del globo. Quando l'industria degli eruditi commentatori e traduttori ebbe messo gì' Italiani in grado di leggere e studiare le opere dei sapienti della Grecia e di Roma nei loro testi originali, quel modo fantastico di rappresentarsi il mondo materiale, ch'era stato proprio del Medio Evo, cessò, ed essi si trovarono nuovamente in faccia alla realtà.
   Quanta efficacia non doveva esercitare sulle menti lo studio di opere nelle quali è esclusa la teocrazia e prevale la piena e completa indipendenza del pensiero! « La contemplazione del mondo e la generalizzazione delle idee, dice Humboldt, non hanno soltanto bisogno di riposare sopra una grande quantità di osservazimi; ci vogliono degli spiriti già prima abbastanza fortificati per non indietreggiare d'innanzi all'eterna lotta della scienza colla fede, d'innanzi a quelle imagini minacciose che popolano certe regioni della scienza esperimentale, e vorrebbero chiudercene gli aditi » (1). — Noi vorremmo poter determinare codesta efficacia esercitata dalle rivissute cognizioni dell' antichità su tutte le parti della scienza della natura, ma le nostre forze sono all' uopo insufficienti, e però dobbiamo limitarci a quelle riguardanti le cognizioni cosmografiche, tanto più eh' esse entrarono come elementi della divinazione colombiana, ed appariranno poi come sentimento nelle opere poetiche della Rinascenza. i
   Altrove abbiamo parlato dei viaggi degli Italiani nelle regioni orientali ed occidentali del globo, della teoria della sfericità della terra insegnata in Italia ; ed abbiamo visto come fin d'allora si fossero estesi i confini del globo (2). S'aggiungano ora le rinate tradizioni geografiche dell'antichità. — La lettura delle opere storiche degli antichi, esumate, commentate o tradotte dagli eruditi, valeva da sè sola ad ampliare immensamente 1' orizzonte del mondo. Le cognizioni e i presentimenti di tanti e cosi diversi popoli, conservati dagli storici greci e iatinr, rientravano allora nel moto delle idee dell 'umanità, le imagini sparse ed isolate si fondevano per formare una sintesi più vasta e più completa del mondo. Collo studio della letteratura greca riapparivano nella loro schietta originalità le induzioni pitagoriche sulla sfericità della terra, le mitiche tradizioni geografiche di Platone sull'Atlantide e di Teopompo da Chios sulla Meropide, e di Plutarco sul continente Saturnio. A non parlare delle opere di Aristotile e di Tolomeo, che or si presentavano scevre dalle alterazioni degli Arabi, noi, durante questi primi anni del secolo XV, abbiamo avuto più d'una volta occasione di vedere tradotta e commentata la Geografia di Stra-bone. Or è questo un libro che, a giudizio dell'Humboldt, supera, per varietà di materia e vastità di concetto, tutti i lavori geografici degli antichi. Il celebre geografo d'Amasea aveva studiato tutto che di meglio era stato scritto prima di lui, aveva visitato una parte considerevole dell' Impero Romano, sospettato 1' esistenza di un altro continente posto tra l'Europa occidentale e l'Asia. « È probabilissimo, diceva egli, che seguendo il parallelo di Tine attraverso l'Oceano Atlantico, si trovino ancora, in questa zona temperata, uno o più mondi, popolati da schiatte di
   (1) Cosmos, tom. II. Deuxième partie.
   (2) Vedi sopra Cap. I. § 3, pag. 26, 27, e 28.