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Storia Letteraria d'Italia
Il Risorgimento
Giosia Invernizzi
Francesco Vallardi Milano, 1878, pagine 368

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a cura di Federico Adamoli

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   il risorgimento.
   Cosmografia contenente la descrizione dell'Asia Minore, una novella intitolata gli Amori d'Eunalo e di Lucrezia, e finalmente molti opuscoli ed una quantità grandissima di lettere (1). Di tutte quest'opere le più interessanti sono le Lettere ed i Commentami sulle cose italiane. « Lì non trovate ricerche erudite ed ambizioni ret-toric-lie, ma un uomo che ha fretta di dire, perchè ha molte cose a dire, e vedute e trattate da lui, non sapute per intesa. Libro prezioso per copia di fatti, di riflessioni, di giudizi, e lodato per eleganza di stile » (2).
   Intanto Vittorino da Feltre, una bella e serena e placida figura di educatore, che sorge in mezzo all' agitata società del secolo XV, individuando lo spirito della coltura dei suoi tempi, coli' opera assidua, vigilante, amorosa d'un padre, trasfondeva neli' anima delle venture generazioni uno spirito pieno di umanità e di sapienza, lontano così dalle mistiche esagerazioni, come da un voluttuoso e snervante epicureismo (3).
   Mentre gli eruditi, cui siam venuti accennando finora, risuscitavano l'antica sapienza greco-latina, traendola nuovamente a vivere nello spirito italiano, altri con non meno d'ardore e di attività cercavano monete, iscrizioni, monumenti, ogni sorta d' avanzi dell' antichità, e illustrandoli riproducevano, per dir così, anche le sembianze esteriori di quel gran mondo della Grecia e di Roma che formava la loro idolatria. L'epoca dell'erudizione coincide con quella dei primordi dell'Archeologia, ed eruditi ed archeologi erano gli uni agli altri di vicendevole aiuto, illustrando la storia e la letteratura co, monumenti, e i monumenti colla storia e colla letteratura.
   Anche per questa parte il Petrarca è tra i primi raccoglitori d' antichità. Egli infatti possedeva una piccola collezione di medaglie, e tra le sue lettere ve n' ha una diretta all'imperator Carlo IV, colla quale gli accompagna alcune medaglie, animandolo coli' esempio dei Cesari romani in esse rappresentati. Un tal Pastrengo, suo contemporaneo, fu il primo che copiasse iscrizioni. Quando poi l'amore verso l'antichità crebbe, e diventò un culto entusiastico, insieme ai manoscritti si cercarono e raccolsero anche gli altri avanzi della Grecia e di Roma sparsi per l'Italia e per l'Europa. Accennammo altrove alle ingenti somme di danaro spese a quest'uopo dai Medici, dagli Estensi, dagli altri signori italiani e da molti ricchi privati. Niccolò Niccoli, il ricco ed erudito fiorentino che nominammo più volte, possedeva una serie di medaglie, e scriveva un trattato italiano, correggendo coll'au-tontà delle iscrizioni e delle monete l'ortografia delle parole latine.
   E allo scopo di raccogliere avanzi dell'antichità s'intrapresero lunghi viaggi. — Uno dei più celebri eruditi viaggiatori di questo tempo fu Ciriaco d'Ancona. Egli viaggiò più volte in Oriente, visitò la Siria, soggiornò in Cipro, in Rodi, Mitilene e in altre isole dell' Arcipelago, ritornando in Italia con gran copia di antichità. Percorse anche tutte le città italiane, cercando e illustrando gli antichi monumenti latini ond'esse son piene. Alcuni accusarono Ciriaco d'impostura, altri ne fecero un uomo soverchiamente credulo. Certo è che, date le condizioni della coltura antica a' suoi tempi, egli dovette essere tratto sovente in errore; ad ogni modo le sue sono però
   (1) Le opere di Enea Silvio Piccolomini sono raccolte in una edizione di Basilea del 1571. La Bolla con cui egli condannò la sua storia del Concilio si legge a capo di questa edizione stessa.
   (2) Settembrini, Lez. di Lett. ital. III. periodo XXXI.
   (3) Vittorino da Feltre non lasciò nulla di scritto; la sua attività intellettuale fu tutta rivolta all'istruzione e all'educazione. Ei nacque nel 1379 in Feltre, d' onde prese il sopranome. A Padova apprese il greco dal Guarino Veronese e le matematiche da sè solo. Insegnò in Padova stessa, poi in Venezia ; Analmente Giovanni Francesco Gonzaga, signore di Mantovano chiamò presso di sè educatore de'suoi figli e d'una sua figlia. Vittorino morì nel 1447. — Vedi Corniani, I secoli della Lett. ital. Epoca III.