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il risorgimento.
fonò poeta. Di ritorno a Milano cominciò un poema che intitolò Sfortiados perchè vi celebrava le gesta di Francesco Sforza. Ma nel 1466 il suo eroe principale morì, e il poema rimase incompiuto (1). Il nuovo Duca di Milano Galeazzo Maria, pochissimo interessandosi di lettere e di letterati, trascurò il cantore delle gesta paterne a segno che per non morire di fame egli fu obbligato a cercare una cattedra in Roma. Era nel 1474, e papeggiava Sisto IV. L'età già grave non aveva per nulla diminuita la somma agilità dell'ingegno del Filelfo: le lezioni ch'egli dettò in Roma sulle Tusculane di Cicerone formarono la meraviglia de' numerosi suoi uditori. Passarono tre anni. Nel 1477, dopo la tragica fine di Galeazzo Maria, sperando miglior trattamento dalla Duchessa Bianca, vedova di Francesco Sforza, che allora reggeva il Ducato, il Filelfo tornò a Milano. Ma le sue speranze furono deluse. Intanto Lorenzo il Magnifico dominava in Firenze. Dimenticando tutto quanto era corso tra il Filelfo e il suo grand' avo Cosimo, egli offrì al vecchio erudito la cattedra di lingua e letteratura greca nello Studio fiorentino. 11 Filelfo accettò, ma giunto a Firenze, dopo soli quindici giorni vi morì (31 luglio 1480). Aveva ottan-tatrè anni; era stato tre volte marito e padre di vent'un figli.
Quando si pensa che il Filelfo in mezzo a tanti guai e a tante agitazioni, scrisse sessanta e più opere, non si può a meno di non meravigliare dell'attività del suo ingegno. Oltre a quelle cui siam venuti man mano accennando, rimangono di lui 37 libri di lettere, che sono una rivelazione del suo carattere, una rappresentazione de' suoi tempi e delle fortunose vicende della sua vita (2). — Le sue satire latine formano un libro diviso in dieci decadi, ogni decade risulta di dieci satire, ed ogni satira di cento versi nè più nè meno. Era sua intenzione di dividere anche le moltissime sue odi latine in dieci libri, chiamando il primo col nome d'Apollo e gli altri coi nomi delle nove Muse; ma il tempo gli mancò, e non ne mise insieme che cinque libri. Oltre a ciò ci sono diecimila versi fra seri e giocosi, divisi in dieci libri e componenti un' opera intitolata : De Jocis et Seriis, che i imase inedita (3). A questi versi latini del Filelfo, s' aggiungano le prose. E prima un libro col titolu Convivio, Mediolanensia, consistente in due dialoghi, nell'uno dei quali si tratta della teorica delle idee, dell'essenza del sole, e di altre quistioni di medicina e d'astronomia; nell'altro si parla della prodigalità, dell'avarizia, della luna, delle sue influenze ecc. ecc. Vengono appresso un trattato De morali Disciplina, moltissimi opuscoli e moltissime orazioni, non che le versioni della Rettorica d'Aristotile, dai due trattati d'Ippocrate, di molte vite di Plutarco, degf Apoftegmi di questo stesso autore, della Ciropedia di Senofonte, di due orazioni di Lisia (4).
Quasi tutte le opere di Francesco, Filelfo, che quanto alla loro forma latina non hanno i1 merito di quelle di Poggio Bracciolini e di Leonardo Bruni — giac-
(1) Il Filelfo aveva già compiuti otto libri del suo poema quando morì Francesco Sforza: questi libri sono ancora inediti. Se ne conservano copie nell'Ambrosiana di Milano, nella Laurenziana di Firenze e in altre biblioteche. Il Rosmini (Vita del Filelfo tom. Il pag. 159-74) ne dà un sunto.
(2) Delle Lettere del Filelfo se ne fece un' edizione a Venezia nal 1502. Ve n'ha un'altra anteriore a questa, senza data e senza nome di luogo, in cui non sono contenuti che sedici libri di lettere.
(3) Le satire del Filelfo furono stampate a Milano col titolo: Philelphi, opus satyra-rum seu Ilecatosticon decades X. 1476, — a Venezia nel 1502 e a Parigi nel 1508.
Oltre le odi latine che si trovano stampate, nella Laurenziana di Firenze ci sono manoscritti tre libri d'odi e d'elegie greche composte dal Filelfo.
Il libro De Jocis et seriis giace manoscritto nell'Ambrosiana di Milano: vi mancano però il primo libro, una parte del decimo e dell'ultimo.
(4) I Convivio, Mediolanensia sono stati stampati a Milano e Venezia 1477, a Spira 1508, a Colonia 1537, a Parigi 1552, ecc.
Il trattato De morali disciplina è stampato a Venezia 1552. — Per le indicazioni sulle altre minori opere di Filelfo vedi Rosmini, Vita del Filelfo.