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Storia Letteraria d'Italia
Il Risorgimento
Giosia Invernizzi
Francesco Vallardi Milano, 1878, pagine 368

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a cura di Federico Adamoli

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   capitolo secondo. — l'erudizione.
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   pontificia fu sciolta ; il Bruni, eh' era ito con essa in Germania, dovette far ritorno a Firenze, dove riprese tranquillamente i propri studi. I fiorentini I avevano in gran credito per la vastità del suo sapere, per la mitezza del suo animo, e pel suo senno, e per la dignità delle sue maniere; e già alcuni anni addietro, dopo la morte di Alessandro V, l'avevano eletto Cancelliere della repubblica. Egli però aveva allora, dopo poco tempo, rinunziato a questo uffizio per rientrare nella cancelleria ' pontificia come segretario di Giovanni XXIII. Ma tornato a Firenze, ed eletto una seconda volta cancelliere (1427), accettò, durando in quest' ufficio fino alla sua morte, seguita sul principio del 1444. Pochi cittadini di Firenze s'ebbero l'onore di funerali cosi magnifici come quelli che il Comune decretò a Leonardo Bruni. Il suo corpo, coperto d'una veste di seta, fu portato in giro per la città, seguito dagL ufficiali dello stato, dagli ambasciatori esteri, che si trovavano in Firenze, e da un grandissimo numero di letterati e di cittadini ; gli furon messi sul petto i libri delle sue Storie fiorentine; Giannozzo Mannetti, un erudito di gran fama (1), pronunciò il suo elogio funebre ; il feretro fu, com' era decreto del Comune, coronato di lauro e deposto in Santa Croce.
   Il Bruni abbracciò gran parte del sapere antico, rinato a' suoi tempi; e la fama della sua dottrina si sparse anche fuori d'Italia, poiché si videro degli Spagnuol) e dei Francesi intraprendere a bella posta il viaggio di Firenze, spinti dal desiderio di conoscere un tant'uomo. Le opere lasciate da lui sono moltissime (2), e provano
   (1) Giannozzo Mannetti nacque in Firenze nel 1396. Fu scolaro di Ambrogio Traversari, ed oltre il greco imparò anche l'ebraico. Fu segretario dei pontefici Nicola V, Callisto III, Pio II; andò moltissime volte ambasciatore dei fiorentini a' diversi principi, e frutto di queste ambascerie sono le molte orazioni latine che rimangono di lui. Per non so quali disgusti patiti in Firenze, egli abbandonò questa città, rifugiandosi prima a Roma corno segretario di Nicola V, e dopo la morte di questo pontefice, a Napoli sotto la protezione di Alfonso d'Arragona. Morì in Napoli il 24 d'ottobre del 1459. — Lo Zeno (Dissertaz. Voss-dissertaz. XXXY) dà il catalogo di cinquanta e più opere latine del Mannetti, tra 1' altre le vite di Dante, di Petrarca e di Boccaccio, quella di Nicola V, la Storia di Genova, di Pistoja ecc. ecc. Tradusse dall' ebraico il Salterio di Davide, e dal greco il Nuovo Testamento e parte di Porfirio e d'Aristotile. — La vita del Mannetti fu scritta da Naldo Naldi ed è inserita nel tomo XX degli Script. Rerum Italie, di Muratori In essa si racconta che un giorno, Leonardo Bruni, trovandosi vinto dal Mannetti in una certa disputa letteraria, trascorso in ingiurie contro il suo avversario; ma che poi il giorno appresso, il vecchio e venerando cancelliere della Repubblica, pentito delle offese ingiustamente recategli, andò appositamente a visitare il giovane Mannetti, confessando il suo torto, e chiedendogliene perdono.
   (2) Ecco una nota delle opere principali di Leonardo Brani, che togliemmo dal Mehus. {Leonardi Bruni Aretini Episiolarum libri VIII recensente Laurentio Mehus, Floren-tiae 1741).
   Historiarum fiorentinipopuli lib. X//: furono tradotte in italiano da Donato Acciajuoli.
   Leonardi Aretini de temporibus suis libri duo. In Muratori tom. XIX. Rerum ital. script.
   De Bello italico adversus Gothos gesto. Libri quatuor, Venezia per Niccolò -Jenson 1471, Basilea 1531, Parigi 1534, ecc.
   De Bello punico libri tres. Brescia 14U8, Parigi 1512.
   Commentarium rerum graecarura, Lione 1539, Lipsia 1546.
   Aristotrlis Ethicarum libri decem, traductio L. Aretini. Parigi 1509 e 1510.
   Aristotelis Politicorum libri Vili. Venezia 1504-5-11-17.
   Oeconomicorum Aristotelis libri duo, trad. L. Aretini. Basilea 1538.
   Sette vite tradotte da Plutarco, cioè di Marco Antonio, di Pirro re dell'Epiro, di Paolo Emilio, di Tiberio e Cajo Gracchi, di Sertorio, di Catone d'Utica, di Demostene.
   La vita di Dante e di Petrarca in latino. In italiano abbiamo anche dell' Aretino una canzone morale pubblicata dal Crescimbeni nel voi. III della sua Storia della Poesia italiana.
   invernizzi. — Il Fiiso'-gimento 11