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6 dal radio) ha fatto pensare se le serie di disintegrazione non fossero parecchie : tanto più che uranio e radio sono bivalenti (periodi del solfo e del magnesio) mentre il torio è tetravalente (periodo del silicio).
È noto che !a radioattività ha rinnovato anche le teorie fisiche ed astronomiche. Noi ricorderemo soltanto l'ipotesi dell'Arrhenius sulla chimica dei mondi, basata sulle ter-mochimiche diverse secondo le temperature degli astri, e sulla possibilità per l'lielium di combinarsi ad altissime temperature, forse per costituire il radio e gli altri corpi radioattivi da cui sarebbero poi derivati gli elementi conosciuti.
Il perfczionamenlo della chimica dei gas.
Prima del 1850 la chimica dei gas non era andata oltre le leggi di Dalton, di Boyle e di Gay-Lussac. E fino dal 1738 Daniele Bernouilli aveva considerato un gas come un aggregato di particelle piccolissime (sferiche), perfettamente elastiche, dotate di grande velocità in un moto uniforme e rettilineo loro proprio.
Ma verso la seconda metà del secolo decimonono, i lavori sperimentali di Regnault e di Magnus avevano provato matematicamente come le leggi di Dalton e di Boyle fossero soltanto approssimative. Già Lesbie, nel 1804 aveva ammesso che i gas di minor peso specifico si espandono più rapidamente di quelli aventi peso specifico maggiore : e Schmidt (1820) e Graham (1846), studiando appunto le velocità di diffusione trovarono che i gas si diffondono con velocità proporzionali alle radici quadrate della loro densità. Infatti, prendendo l'aria come unità. Graham aveva verificato i dati seguenti : idrogeno : tempo di diffusione 0,276, radice quadrata della densità 0.2G3 : metano (CH,). 0.753 e 0.745; etilene (C,H,). 0,987 e 0.985: azoto, 0,986 e 0,986: ossigeno, 1,053 e 1.051; anidride carbonica (CO.). 1.203 e 1,237.
Il fatto che sostanze gassose pur dissimili chimicamente, come l'azoto e l'etilene, ubbidiscono alle medesime leggi, prova fondata l'ipotesi di Bernouilli sulla struttura meccanica delle masse gassose medesime.
Tutte le molecole costituenti un gas si urtano dunque ininterrottamente fra loro, ed urtano dì continuo le pareti del recipiente in cui una massa gassosa è rinchiusa.
La pressione di un gas, per tali considerazioni, dev' es-