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Storia della Chimica


Sonzogno Milano, pagine 64

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   STORIA DELLA CHI Al ICA
   vasse che i sali d'uranio emettono una radiazione invisibile, capace d'impressionare le lastre fotografiche a somiglianza dei raggi X di Roentgen.
   Fu notato dopo tale scoperta come le radiazioni emesse dai sali d'uranio e da altre sostanze, che vennero dette radio-attivc. non avessero un carattere costante, ma contenessero tre tipi distinti di radiazioni : a, y : le prime costituite da particelle elettrizzate positivamente che si muovono con velocità eguale ad un quindicesimo di quella posseduta dall'-' onde luminose, c che subiscono deviazioni in presenza di un magnete ; le seconde costituite da particelle elettrizzate negativamente che si muovono con velocità quasi identica a quella della luce, e che sono molto più sensibili che le prime all'influenza dei magneti; le ultime infine, che pur non essendo inflenzate dai magneti, assomigliano moltissimo ai raggi X.
   Gli elementi radioattivi sono forme di materia le quali subiscono trasformazioni capaci di dotarle di diverse proprietà fisico-chimiche. Questa disintegrazione atomica dell'uranio avviene molto lentamente. Quale primo prodotto della disintegrazione esso dà ì'uranio X che pure si trasforma con rapidità relativa. Fu nel 1898 che la signora Curie, esaminando certi minerali uranici, notò come la radioattività fosse più manifesta in quelli in cui era maggiore la quantità di uranio. La Curie pensò di trovarsi in presenza di qualche corpo ancor più radioattivo dell'uranio; e, dopo laboriosissime manipolazioni, essa riuscì ad ottenere isolato onesto nuovo elemento che fu detto radium.
   Ogsi la fonte più copiosa alla quale noi possiamo attingere il nuovo elemento è la pitchblenda o blenda picea, nella quale il radio si trova nelle proporzioni di gr. 0.2 per tonnellata.
   Anche il radium si disintegra lentamente, dividendosi in un nuovo corpo (emanazione o emanium). il cui peso atomico è diminuito di 4 unità, ed in helium. che ha appunto 4 come peso atomico. Questo fatto, unito alla circostanza che in tutti i minerali uraniferi si trova helium, ha meglio giustificato la supposizione che l'uranio si trasformi in radio, poiché la differenza fra i due pesi atomici (238 e 226) è un multiplo di 4. Gl'intervalli sarebbero occupati dall'uranio X. dal polonium. daH'actinium. corpi non ancor ben studiati. Il radio, passando prima p;r l'i¦manium (222) a sua volta si trasformerebbe in piombo. Pure, l'esistenza del thorium anch'esso radioattivo, con peso at. 232 (distante 6 dall'uranio e