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Storia antica di Como

Maurizio Monti
Tipografia de' Classici Italiani, 1860, pagine 259

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a cura di Federico Adamoli

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   2 192
   NOTE
   60.
   c . terentivs c . f . 31ercator iveterasvs coiior . ili . pr t . f . i
   Piedestallo grande in marmo bianco. Nel lìSOO serviva di altare nella chiesa di santa Margherita fuori di Como. Dissagrala la chiesa nel 1810 si comperò da un tagliapietre, e fu ad un punto che non Io spaccasse per uso della sua officina. II Municipio di Como Io ricuperò per settanta lire italiane, e nel giorno 23 luglio 18157 trasportassi sotto i portici del patrio liceo.
   Giovio Ben. 47 — Gruter. 563. 6 — Rovelli 263. 73. Non bene — Aldini 124. 51.
   61.
   v . f
   c . vIrivs
   sabinvs yeteranvs armor . cystos
   lteg . xiiii gem . mart'. yict d . m
   Bellissimo cippo di marmo con fregi. Nella villa Picenardi presso Cremona, altro dei furti Carafini a Como. Era incastrato sopra la porta di una torre a tergo la chiesa di san Fedele, dove poi si edificò il palazzo Cernezzi, ora del Municipio.
   Quest'è il senso della lapide: Vivo fece Caio Virio Sabino veterano, custode delle armi della legione xiv gemina marzia vincitrice, agli Dei mani. Virio Sabino si preparò il sepolcro, perchè, come avverte Plinio (lib. VI, ep. 10) sono cosi rari i fedeli amici, e così presto sono dimenticati gli estinti, che noi stessi dobbiamo costruirci il sepolcro, e tutti adempire gli obblighi degli eredi.
   Le lapidi ci offrono altri esempi di militi custodi delle armi. Le legioni dividevano in numeri, e avevano i proprii nomi. Questa legione si segnò del numero xiv, e fu detta Gemma o Gemella, perchè formata da due altre legioni; e Marzia, Vincitrice pel suo valore e la fedeltà. Cicerone con enfasi oratoria giunse nelle Filippiche a denominarla celeste e divina: Ip$a illa Mar Ha, coe-lestis et divina leu io.
   Giovio Ben. n. 38 — Cigalini Fr. lib. Ili — Porcacchi, No-