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Storia antica di Como

Maurizio Monti
Tipografia de' Classici Italiani, 1860, pagine 259

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   AL LIBRO III. J4*j
   da una tollera di Plinio (Lib. 1, ep. 4G) nella quale Plinio dice mio a Calvo, lo tiene nativo di Conio. Oltre che questo modo di esprimersi, come sopra dicemmo, prova niente, le migliori edizioni delle Lettere rigettano il mìa come una interpolazione.
   It. — Caniuio Celere. E altro dei greci maestri nell'eloquenza, clic Giulio Capitolino assegna a Marco Aurelio e Lucio Vero, imperatori. Giovio osa credere che come Gin in io e come Còlere e come greco probabilmente sia di Como. La famiglia Camma fiorì in Como; ad un Celere scrisse Plinio una lettera; e in Como fu condotta una colonia di cinquecento Greci.
   III. — Tito Cassio, isterico dei tempi di Vitcllio imperatore. Plinio lo chiama (Lib. IV, cp. 28) concittadino di Cornelio Nipote.
   IV. — C. Valerio Catullo, poeln, nato in Verona, e quivi morto non compiuto il sesto lustro l'anno 57 avanti Cristo. Giovio fa questo sillogismo: Plinio il vecchio è comense; ma Plinio il vecchio chiama suo conterraneo Catullo, dunque Catullo è comense, perchè conterraneo di Plinio. Si vede che Giovio si volle pigliar spasso di coloro che fanno Plinio veronese, e citano in prova la voce conterraneo.
   V.— CorneliojMinuciano, nativo di Brescia. Lo dice Plinio (Lib. IV, cp. il ). Avendogli mandate più notizie ila Koma, gli soggiunge: lo merito che tu in contraccambio mi scriva quello che si fa nella tua città, in oppido tuo; e per questa città, gì' interpelli intendono Brescia, dove era largamente radicata la famiglia dei Mimi-ciani. In altra lettera (Lib. VII, ep. 22) Plinio lo encomia quale ornamento della sua regione ( regionis meae ), cioè della stessa Italia traspadana; ma Giovio vuole qui vedervi indicato il paese di Como.
   VI. — Cornelio Nipote, storico insigne, e di cui non si conservarono che le Vite degli eccellenti capitani. Nacque, secondo si crede comunemente, a Ostiglia. Era concittadino di Tito Cassio (Plin. Lib. IV, ep. 28).
   VII. — L. Anneo Floro, storico e poeta dei tempi di Adriano imperatore. Francia e Spagna si disputano l'onore della sua nascita, ma Giovio spera che sia comense, perchè il cognome Floro si legge in una nostra lapide (man. 71 ). « Se un cognome Iro-« vaio in una lapide, dice Tiraboschi, basta a indicare la patria « di uno scrittore, noi farem di leggieri molle importanti scoperte « di questo genere. «
   Vili. — Muslio, architetto, di cui si servì Plinio il giovane a migliorare e ampliare un tempio di Cerere (Lib. IX, ep. 39). Giovio s'immagina, che il tempio fosse a Lenno sul Lario, e che Mustio nascesse in Como.
   IX. — T. Petronio Arbitro, autore di una satira oscena, e vissuto ai tempi di Nerone o di Claudio, imperatori. Non si conosce la sua patria. Giovio, perchè abbiamo lapidi col nome di Petronio ( num. G8 et 92) opina clic possa essere di Como.