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   Lip,no in. i3j
   ro, ma clic ci porgono alcuna notizia delle sue filosofiche opinioni:
   MORBORVM VITIA ET VITA E MALA MAXIMA FVGI KfNC CARF.G P0EN1S PACE FRV0R PLACIDA.
   E menzionato da Giovanni Alessandrino in un commentario sopra le epidemie descritte da Ip-p ocra te, un Granitico comense, che veduta ardere la propria libreria e i suoi manoscritti, tanto da questo caso fu afflitto, che morì di dolore. Non e vana induzione a credere, che si parli di Aliho. Quelle parole del distico che dicono : Fuggii i grandi disastri della vita, ne porgono qualche indizio.
   Caninio Rufo, di cui sopra abbiamo già discorso , ebbe per patria Como, visse con tempora neo e amicissimo al giovane Plinio, coltivò gli studii poetici , ma non ci consta che abbia lasciato ai posteri alcun monumento del suo ingegno. Gli scrittori patrii, ragionando di lui, lo celebrano una-nimamente come poeta, tutti ripetono che cantò in un poema in greco la guerra dei Daci; e per so-I«rappiii fu collocato il suo busto colle tempie ornate del poetico alloro in fronte al nostro liceo; e del suo suburbano e della sei vetta opacissima di platani sono pieni i libri. Esaminiamo quanto sìa il presunto inerito di Caninio nella letteratura.
   Tutte le notizie, che i moderni possono avere di lui, sono nelle Lettere di Plinio; e noi di queste riporteremo quelle parti, che pivi gli sono favorevoli , e che meglio convengono al nostro argomento. « E ottimo il tuo pensiero, seri ve vagli ' Plinio, di accingerti a descrivere la guerra dei « Daci. Avvi in fatti argomento che sia tanto imo-